CHIORAZZO SI DIMETTE SE ELETTO?
Cdx: Aliandro ci riprova con la ruota della fortuna, ma stavolta non è la stessa cosa di 5 anni fa. In ticket con la D’Andrea anche in testa alla processione a Barile, le farà spazio in Consiglio?
La Via Crucis è contemporaneamente il momento di massimo dolore e di annuncio della gioia per i Cristiani. Muore Nostro Signore Gesù Cristo e nella morte già annuncia la sua Resurrezione. Sembra impensabile oggi ma, una sessantina di anni fa, addirittura la Rai fermava le trasmissioni ludiche per ricordare la Passione di Cristo. Al di là di ogni convincimento religioso, nelle parrocchie, soprattutto nei paesi si svolgono grandi manifestazioni tradizionali che uniscono Sacro e Profano attirando migliaia di persone.
CHIORAZZO A BARILE
Una delle più importanti rappresentazioni della Via Crucis è quella di Barile. Nell’unione tra Sacro e Profano ci sono anche i politici che ogni anno partecipano alla rappresentazione della Passione e Morte di Cristo. In campagna elettorale, ovviamente, la presenza è stata più imponente e importante. Nulla di cui meravigliarsi, il voto si ottiene anche ottenendo visibilità. Gli altri candidati, gli esponenti politici e le autorità laiche, però, non avevano calcolato che tra i presenti in questa tornata elettorale c’è anche l’autopoclamato candidato dei Vescovi. Il Beato Angelico, malgrado sia passato da leader dei Vescovi a Chierichetto di Marrese, evidentemente crede ancora di avere il diritto alla porpora cardinalizia e, così, giunto alla processione ha superato l’intera fila e si è piazzato dietro al Sindaco. Mettendo insieme l’amore sacro e la doppia preferenza profana, ha preteso di avere accanto a sé anche la D’Andrea. I due sono ticket fisso alle elezioni, si portano e si supportano a vicenda. Nel centrosinistra si dice anche che, qualora dovesse esserci un solo seggio, Chiorazzo rassegnerebbe subito le dimissioni per lasciare entrare D’Andrea. Noi non sappiamo se tutto ciò sia vero ma certamente non è una bella immagine né per le pari opportunità né per la democrazia. Magari saremo smentiti dai fatti o dalle parole ma è nostro compito riportare ciò che accade per come accade.
L’ALIANDRO INVISIBILE
Per la par condicio che sempre deve caratterizzare l’equanimità di critica della nostra linea editoriale non possiamo non gettare uno sguardo critico anche tra le fila del centrodestra. L’ordine alfabetico ci costringe a soffermare la nostra attenzione su chi, almeno e soltanto per la prima lettera del suo cognome, è costretto a primeggiare. Stiamo parlando di Aliandro. Cinque anni fa non fu eletto nella Lega ma, malgrado ciò, si è trovato per cinque anni ad occupare lo Scranno di consigliere regionale per via delle sospensioni degli eletti divenuti assessori. Non era il primo dei non eletti ma il secondo. Le pari opportunità hanno determinato che prima Merra e poi Sileo siano state messe in Giunta e, così, il nostro Aliandro si è trovato per una intera legislatura in Consiglio malgrado pochi spiccioli di voti e tanta fortuna. Ci si sarebbe aspettati quanto meno la gratitudine per il Partito che gli ha consentito un posticino da precario nella cronaca della politica lucana. Invece no, il nostro Aliandro ha ben deciso di cambiare partito e candidarsi in Forza Italia. Il calcolo delle probabilità è alla base delle scelte di chi vive alla fiera delle opportunità. Non è da meno il nostro super eroe. Questa volta era decisamente improbabile che la Lega eleggesse tutti questi consiglieri. In Fratelli d’Italia, dove pure ha bussato, erano rimasti solo posti in piedi. Forza Italia gli consente di tenere accesa la speranza. Peccato che sia una luce che esiste soltanto nella sua mente. Per cinque anni nessuno si è accorto della sua presenza in Consiglio regionale, non si registra un intervento o una proposta di qualsiasi tipo. Sarà ricordato come il non eletto, baciato dalla fortuna che ha cambiato partito nella speranza di fare fortuna. Insomma come colore che non piacquero né a Dio né ai nemici suoi.
Di Massimo Dellapenna