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STEFANO BINDA ASSOLTO ANCHE IN CASSAZIONE: LE PAROLE DELLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

Riguardo alla lettera poesia “IN MORTE DI UN’AMICA”, l’autore anonimo non solo non ha fornito informazioni che non fossero note a tutti, ma ha mostrato di non conoscere né la dinamica omicidiaria né il movente. Chi scrisse la lettera infatti, relativamente al movente, riportò l’ipotesi della prima ora diffusa dai familiari di Lidia e dai giornali, un’ipotesi errata. L’omicidio di Lidia non è stato un omicidio sessuale Read More
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ESCLUSIVA, PROCESSO A STEFANO BINDA: INTERVISTA ALLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO SULLE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA EMESSA DAI GIUDICI DELL’APPELLO NEL LUGLIO SCORSO

La dottoressa Franco, da noi intervistata più volte in merito al caso Binda/Macchi, ha sempre sostenuto che la lettera-poesia IN MORTE DI UN’AMICA non era stata scritta dall’assassino e che, di conseguenza, il caso non era da ritenersi un caso di interesse grafologico: “Attribuire a qualcuno la lettera-poesia IN MORTE DI UN’AMICA equivale ad escludere che lo stesso sia l’assassino, perché chi la scrisse mostrò di non essere a conoscenza della dinamica omicidaria. La ricostruzione di un omicidio è il punto da cui partire, una ricostruzione senza smagliature conduce alla verità storica, una ricostruzione sbagliata all’errore giudiziario, come in questo caso, un caso che resterà irrisolto a causa degli errori investigativi” Read More
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TELESETTELAGHI, INTERVISTA A STEFANO BINDA: LA VIOLENZA È CHE NON SI ASCOLTI

È stata un’intervista eccezionale e questo grazie anche all’ottima Monica Terzaghi. Peraltro, la Terzaghi si è sempre detta convinta dell’innocenza di Stefano Binda. Trovo interessante che Binda abbia detto: “La richiesta legittima e insistente è una pretesa. La pretesa che Lidia abbia giustizia ma non, insisto, non si può fare giustizia, Lidia non può avere giustizia con qualcosa che non è la verità e io sono innocente, la verità non è quella che indica me come l’assassino”. Aggiungo che non ci sono le condizioni per risolvere questo caso posto che gli abiti della Macchi, quelli che indossava la sera del delitto, sono stati distrutti. Solo l’eventuale presenza di sangue dell’aggressore su quei vestiti ci avrebbe permesso di attribuirgli l’omicidio. Invece, i vetrini distrutti avrebbero condotto ad un errore giudiziario. Read More
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OMICIDIO DI LIDIA MACCHI, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: ECCO PERCHÉ NON SI PUÒ ESCLUDERE CHE AD UCCIDERE LIDIA MACCHI SIA STATO GIUSEPPE PICCOLOMO

In tutte le fasi, naturalmente. Un criminologo può intervenire subito dopo i fatti ma anche trovarsi ad analizzare un cold case. Purtroppo nel nostro paese però ci sono ancora forti pregiudizi riguardo all’operato dei criminologi che sono peraltro gli unici tecnici in grado di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Read More
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