CENSURA A CHI L’HA VISTO?, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: IL “PREGIUDIZIO” DEI GIORNALISTI È IL TERRENO DI COLTURA DEGLI ERRORI GIUDIZIARI
Ursula Franco è medico e criminologo, è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari.
IL “PREGIUDIZIO” DEI GIORNALISTI È IL TERRENO DI COLTURA DEGLI ERRORI GIUDIZIARI
Federica Sciarelli è nell’occhio del ciclone dopo aver ammesso in diretta televisiva di aver cancellato una frase dalla email inviata da Claudia Stabile al suo avvocato.
La Stabile è una donna che è fuggita in Germania lasciando marito e tre figli a Campofiorito (PA).
La Sciarelli è stata smascherata in diretta da Piero Bono, marito della donna, ed accusata di parzialità.
Mercoledì scorso, in diretta televisiva, Bono ha detto: “Tutti i telespettatori sappiano che la email che voi avete pubblicato la scorsa puntata una parte del contenuto è stata cancellata”, la Sciarelli ha replicato: “Piero, in realtà quella parte che è stata cancellata l’ho fatta cancellare io (…) “Non torno neanche per i miei figli”, questa è la frase che ho cancellato io”
Ne abbiamo parlato con la criminologa Ursula Franco che da anni denuncia le mistificazioni dei Media: la “Noble Cause Corruption” interessa pubblici ministeri, consulenti forensi, parti civili, giornalisti, testimoni e parenti delle vittime; questi attori di un caso giudiziario, spesso, collaborano ad incastrare un soggetto falsificando e/o dissimulando nel convincimento errato di essere paladini di una nobile causa.
Ursula Franco è medico e criminologo, è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari.
È stata consulente dell’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore di Michele Buoninconti; è consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Daniel Ciocan; ha fornito una consulenza ai difensori di Stefano Binda dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi.
Binda, il 24 luglio 2019, è stato assolto per non aver commesso il fatto.
La Franco, da circa un mese, è consulente di Paolo Foresta, che è difeso dall’avvocato Giovanni Pellacchia.
– Dottoressa Franco, che cosa pensa della censura operata dalla Sciarelli?
È estremamente frequente imbattersi in giornalisti e pubblici ministeri che, invece di formarsi un’idea su un caso giudiziario sulla base delle risultanze investigative, traggono conclusioni pregiudiziali e mistificano i fatti per supportare la propria idea preconcetta.
In termini tecnici si chiama “Noble Cause Corruption” ed è un fenomeno ben noto a chi si occupa di errori giudiziari, in pratica, PM, consulenti forensi, parti civili, giornalisti e parenti delle vittime spesso collaborano ad incastrare un soggetto falsificando e/o dissimulando nel convincimento errato di essere paladini di una nobile causa, un convincimento che gli fa credere che sia moralmente accettabile mentire.
La Noble Cause Corruption è un fenomeno meritevole di una infamante condanna sul piano morale, non esistono, infatti, giustificazioni né alla falsificazione, né alla dissimulazione, solo dicendo il vero si favorisce l’accertamento della verità e di eventuali responsabilità.
– Dottoressa, la Sciarelli ha dichiarato di aver censurato la email della Stabile per salvaguardare i suoi tre figli, che ne pensa?
Non mi sembra una gran linea difensiva posto che la trasmissione “Chi l’ha visto?” ha permesso alla Stabile di dipingere il marito non certo come un santo, eppure lui è il padre dei soliti tre ragazzi di cui Claudia Stabile è la madre.
– Dottoressa, dove conduce questo modo di fare?
Spreco di denaro pubblico, persecuzione di soggetti innocenti, errori giudiziari.
– Dottoressa Franco, com’è possibile che si arrivi a commettere un errore giudiziario?
È semplice: quando è un PM a farsi un’idea pregiudiziale su un caso di cui si occupa, lo stesso, per supportarla, si rivolge a consulenti partigiani che non abbiano remore a dissimulare o a falsificare e così costruisce un fasullo castello accusatorio che giudici incompetenti prendono per buono.