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CONTE E SCHLEIN IN GINOCCHIO DA CHIORAZZO

La leader del Pd e un ex premier pendono dalle labbra di Chiorazzo che non può più tornare indietro, non ora e non per uno strapuntino. Lettieri e Lomuti trattati da domestici

La leader del Pd e un ex premier pendono dalle labbra di Chiorazzo che non può più tornare indietro, non ora e non per uno strapuntino. Lettieri e Lomuti trattati da domestici

Conte ha fatto il Presidente del Consiglio. Elly Schlein è il segretario del grande partito della sinistra italiana, siede al posto che fu di Berlinguer e Togliatti.

Ora sono da giorni in ginocchio a Canossa davanti ad Angelo Chiorazzo, proni e umili per supplicarlo di trovare una soluzione unitaria per provare a giocarsi la partita in Basilicata ospitandolo anche nelle proprie abitazioni sperando in una intesa.

Manca solo il cilicio e la fustigazione per immaginare una scena più plastica della grottesca situazione in cui versa il campo largo in Italia.

Nella storia della politica una situazione così non si era mai vista. Un imprenditore alle prime armi in politica che tiene in pugno due dei principali partiti italiani è un inedito anche per questi tempi di crisi della politica.

Se si costringono a questo atto di contrizione perfetta davanti ad Angelo Chiorazzo non osiamo immaginare quanto possano essere autoflagellanti ed ubbidienti davanti ai “poteri forti” nazionali ed europei.

LOMUTI E LETTIERI DUE PUPAZZI

In tutto ciò emerge la totale inettitudine dei due segretari regionali, praticamente ridotti a pupazzi nelle mani di pupari nazionali.

La loro volontà non conta niente. Si parla di elezioni regionali di Basilicata e tutto viene deciso sulle loro teste.

Angelo Chiorazzo con loro neanche ci parla più, a Lomuti in particolare non lo ha né convocato né ricevuto.

Li ha trattati per quello che sono. Ha detto loro che era candidato dandogli solo la possibilità di scegliere tra mangiare la minestra o buttarsi dalla finestra.

La trattativa con le possibilità di apertura le ha iniziate solo quando sono entrati in campo quelli che contano.

La dignità porterebbe alle dimissioni dei due segretari regionali trattati da domestici sia da Chiorazzo che dai vertici nazionali. Siamo certi che non accadrà ma certamente la loro figura non spicca per lasciare segni nella storia.

Aspettiamo solo il comunicato stampa con il quale pateticamente si intesteranno un risultato (qualsiasi esso sia) del quale hanno contribuito nella stessa misura in cui il magazziniere di una squadra di calcio partecipa alla vittoria della Champions.

CHIORAZZO UN GIGANTE ALLA PROVA DEI FATTI

Fino ad ora il re delle Coop si è mostrato un gigante, non solo ha spaccato il Partito Democratico lucano costringendolo ad inseguire e consegnarsi a lui, ha umiliato il Movimento Cinque Stelle lasciandolo alla finestra con quel “non ci sta, ce ne faremo una ragione”, ora costringe un ex Presidente del Consiglio e il leader del Pd a supplicare la sua attenzione è trattare alla pari con lui.

Ora si tratta di fare il colpo finale a ciò che resta della credibilità della classe dirigente del “campo largo”, tenerli sulle spine per una settimana e dire loro che non esistono nomi alternativi al suo. Ogni altra scelta di Chiorazzo sarebbe incomprensibile e da statista assurto alla gloria nazionale lo declasserebbe immediatamente ad un Mastella qualsiasi, pronto all’accordicchio di turno per uno strapuntino. Improbabile!

Trattare Conte e Schlein come un Lettieri e un Lomuti qualsiasi sarebbe la vittoria finale di Chiorazzo che a quel punto sarebbe il leader carismatico di cui il centrosinistra avrebbe bisogno, sopratutto se restasse in campo fuori dal campo largo.

L’ultimo spenga la luce.

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