AttualitàBasilicata

SCORIE, SCANZANO J.CO A 20 ANNI DALLA PROTESTA

Dopo quell’esperienza che scongiurò un destino nefasto per il Sud, il dibattito sul nucleare resta aperto

La protesta di Scanzano Jonico contro il deposito nazionale di scorie nucleari era fondata su una causa veramente giusta. Le quindici giornate di civile e pacifica protesta non derivano da una presa di posizione degli abitanti di un piccolo paese della Basilicata, ma dalla consapevolezza che c’era qualcosa per cui valeva la pena lottare, forse non era ancora chiaro al popolo lucano, ma era qualcosa di forte e di questo l’intero Paese se n’è accorto nel giro di poche ore.

Oggi, dopo 20 anni, quello slancio che ha portato il popolo lucano a mobilitarsi è più chiaro. Quelle giornate non solo sono state determinanti per la tutela della cultura e dell’identità di un territorio intriso di storia come il nostro, ma hanno inciso profondamente sull’indirizzo energetico del Paese tutto. Hanno evitato il ritorno della produzione di energia nucleare e dei rifiuti radioattivi, per i quali ancora oggi non sono state trovate soluzioni definitive per la gestione in sicurezza. Il Governo di allora, presieduto da Berlusconi, aveva deciso sconsideratamente di sistemare i rifiuti radioattivi nella miniera di salgemma nell’agro di Terzo Cavone a Scanzano. Un luogo, questo, dove anche i più giovani si rendono conto degli enormi interessi che ancora vi ruotano e che alimentano uno sviluppo distorto di quell’area nella quale insiste l’incompiuta Città della Pace.

Venti anni dopo quella gloriosa esperienza che scongiurò un destino nefasto per Scanzano e il Mezzogiorno, il dibattito aperto sul nucleare e per l’individuazione del deposito nazionale delle scorie radioattive continua a fondarsi e a proseguire senza alcuna emancipazione scientifica.  A venti anni da quelle gloriose giornate, siamo sempre fortemente convinti che il protagonismo popolare liberato in quella che fu una grande prova di fermezza e civiltà della nostra gente sia servito e serve ancora agli interessi di tutti, non solo dei Lucani ma dell’intera società e soprattutto delle future generazioni.

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