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MONTESERICO,”ANCORA FIAMME DOLOSE SUI PENDII”

Cervellino:”È il grido di una comunità che combatte sola la battaglia contro silenzi omertosi e finte approvazioni”

Da Genzano Di Lucania  il Sindaco Viviana Cervellino fa sentire la sua voce “per raccontare quanto sia in pericolo la bellezza, quaggiù”.

E così a Cronache spiega: “Parlo di un lembo di questa Terra, dove un tempo i falchi di Federico e le battaglie tra Bizantini e Normanni erano l’unica narrazione possibile per riconoscere un ipotetico valore di Monteserico.

C’è voluto tempo e soprattutto fatica a spiegare che esiste un valore non solo nelle pietre e nella loro storia, ma anche in ciò che la natura, senza grosse pretese, ha disegnato.

Parlo di quelle colline che le stagioni pennellano con i colori della terra che dovrebbero essere motivo di vanto per tanti.

“L’ocra a fine estate, il marrone in autunno, il giallo oro in estate, il verde erba in primavera che la luce esalta o attenua anche in brevi frazioni di tempo.

La sinuosità morbida del paesaggio agrario, ora rigato dai segni dell’aratura o dalle stoppie, ora ricoperto dai campi di grano, si compone in linee parallele

oppure in disegni di intrecci che creano nell’interrotta distesa di campi un movimento delicato e speciale.

….Come un dipinto ottocentesco, la forza dell’insieme erompe all’occhio umano e si fa espressione di assoluta bellezza ed eco del sublime”.

È questa danza cromatica che definisce un paesaggio di forte valore identitario, oltre che un patrimonio di inestimabile valore.

A raccontarlo non è una giovane donna romantica, e forse un po’ eretica, che non comprende le ragioni del tempo e delle sfide energetiche che dobbiamo tutti noi cogliere per la sostenibilità ambientale.

Sono i tanti occhi che con stupore giungono dopo un percorso tortuoso a Monteserico.

È così che la narrazione che i signori delle energie fanno, addirittura comprando pagine autorevoli – mi riferisco al Sole 24 ore – e promuovendo una quasi petizione contro chi, a loro dire, ostacolerebbe lo sviluppo e il futuro, non contempla affatto le ragioni di chi pensa che la bellezza sia un diritto universale.

Decido di scrivere -sottolinea Cervellino- dopo che l’ennesimo incendio doloso ha annerito i pendii e attentato al mare d’ocra che caratterizza in questo momento il paesaggio agrario di Monteserico.

La cenere, come immagine di distruzione della bellezza.

Il mio rappresenta un grido corale di una comunità che combatte da sola una battaglia di dignità, innanzitutto, contro silenzi omertosi e finte approvazioni ma soprattutto contro chi vorrebbe distruggere quanto finora costruito.

Al nostro fianco, la Soprintendenza che ha sempre creduto che Monteserico fosse un luogo dell’anima.

Per questo, mi appello alla comunità lucana tutta affinché nelle sue rappresentanze istituzionali, politiche e civiche si affianchi a noi”.

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