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CAV, BASILICATA E POLITICA LUCANA

OLTRE IL GIARDINO – Puntata storica su Berlusconi col racconto in 1a persona di Pagliuca, Molinari e Taddei
Dai bivi dei ‘90 a oggi: scelte e aneddoti come quella chiamata al collega Postiglione

Puntata storica ad “Oltre il Giardino” ieri sul canale 68 nazionale. Paride Leporace si è interrogato sullo stato mentale che c’è oggi in Italia dopo la morte di Berlusconi e lo ha fatto con tre illustri ospiti: l’On. Nicola Pagliuca e l’On. Vincenzo Taddei entrambi forzisti della prima ora e l’On. Giuseppe Molinari che fu uno di quegli esponenti della Dc che scelsero di virare verso il centrosinistra dicendo no al nascente centrodestra. «Uno degli italiani più illustri del secolo breve italiano – dice Paride Leporace nella sua presentazione parlando di Berlusconi – al pari di Mussolini, De Gasperi e Togliatti». GLI ANNI ‘90,

LA FINE DELLA PRIMA REPUBBLICA E I GRANDI BIVI

Si è tornato agli anni ’90. Tangentopoli aveva spazzato via la vecchia classe dirigente della Prima Repubblica, il Msi era arrivato al ballottaggio per l’elezione del sindaco di Roma e di Napoli e, tra il primo e il secondo turno, Berlusconi che fino a quel momento non si era mai occupato di politica disse che a Roma avrebbe votato Fini. Fu il primo sostegno politico al leader del Msi che, di fatto, segnò la nascita del centrodestra. Ed è proprio a quegli anni, alla prima diaspora democristiana che fa riferimento Vincenzo Taddei per raccontare la sua decisione di aderire a Forza Italia. «Nel 1994 si arrivò allo scioglimento della Dc. Non tutti erano d’accordo su questa questione e c’era un travaglio interiore. Non mi affascinava l’ipotesi di andare verso il centrosinistra con un contenitore di area moderata. Nel 1994 Viceconte si candidò alle europee e la mia amicizia nei suoi confronti fu una delle molle che mi portò a compiere il passo verso FI in un mix di vicende personali e di analisi politiche». In quegli stessi anni Peppino Molinari, anch’egli proveniente dalla Dc, faceva scelte diverse: «Ero amico di Martinazzoli e credevamo di poter tenere in piedi un’area moderata e centrista ma non avevamo fatto i conti con il nuovo sistema elettorale. La forza dei partiti della Prima Repubblica era il proporzionale con le preferenze, la nuova legge elettorale aveva il maggioritario. Non ci convinceva l’impostazione liberale di Berlusconi e il richiamo alla dottrina sociale della Chiesa ci portò verso il centrosinistra» Questo non impedisce a Molinari di riconoscere lo sguardo lungo di Berlusconi che riesce a mettere insieme una forza nazionalista come An con una antistatale come la Lega. Proveniva da una famiglia democristiana Nicola Pagliuca ma non aveva mai fatto politica prima di Forza Italia, di formazione li- berale si sentì chiamato da questo partito che coniugava il liberalismo con la dottrina sociale della Chiesa. «Da qui è partita la mia voglia di partecipare – ricorda Pagliuca – quindi dare un contributo rispondendo all’appello d Berlusconi». Pagliuca ricorda ancora «quando, per la prima volta salì le scale di quella che era la sede storica di Forza Italia, incrociando l’allora per me sconosciuto Francesco Somma cui chiesi di poter dare il mio contributo»

LA LOTTA CONTRO IL SISTEMA BASILICATA

Lo ricordano sia Taddei che Pagliuca che la Basilicata era diversa dalle altre regioni, non c’era un si- stema di televisioni locali e l’intera filiera territoriale amministrativa era nelle mani del centro sinistra. Con orgoglio, però, ricordano che anche in altre occasioni il centrodestra aveva raggiunto le percentuali che hanno consentito a Bardi di vincere le elezio- ni ma che in quei casi, in un sistema bipolare, furono insufficienti L’accordo tra gli ex Dc e gli ex Pci in Basilicata costruì il partito regione e la genesi di quell’accordo a livello nazionale lo spiega bene Molinari: «Fu Buttiglione che, senza alcun mandato, andò ad incontrare Berlusconi. Noi non l’accettammo e trovammo l’intesa con il Pds che era un partito strutturato».

LA TELEFONATA A POSTIGLIONE

In un video mandato durante la trasmissione è intervenuto anche Giuseppe Postiglione che ha raccontato un curioso aneddoto che riguarda l’uomo, l’imprenditore ed il politico Berlusconi. «Squilla il telefono a casa mia – racconta Giuseppe Postiglione – io vado a rispondere e sento: salve sono Silvio Berlusconi. Io ero poco più che bambino conoscevo Berlusconi per il Milan certo per le altre questioni e pensai ad uno scherzo quindi andare a svegliare mio padre dicendo papà vieni a vedere chi è che ti vuole fare una burla sta mattina. Quando poi mio padre risposa telefono e disse “cavaliere” e si alzò dalla sedia capii che non era uno scherzo». «Così iniziò anche l’avventura di Forza Italia poi ha avuto modo di conoscerlo anche in questione di affari ed devo dire una persona brillantissima e di un intelligenza fuori dal comune. Adesso per i figli – prosegue Postiglione – immagino che non sarà semplice perché essere in grado di mantenere un impero come quello che Berlusconi gli lascia in eredità politicamente e imprenditorialmente è cosa paradossalmente più ardua che costruirlo» Ed è in questo aneddoto raccontato da Giuseppe Postiglione c’è tutta la grande forza umana di Silvio Berlusconi sulla quale poggia e trae fondamento la sua capacità politica ed imprenditoriale. Silvio Berlusconi ha costruito il suo impero economico e la sua forza politica sulla ca- pacità di essere persona che ha rapporti con altre persone che crea reti umani e storie umane. Comunque lo si giudichi è un gigante nella storia.

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