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STRAGE DI ERBA: LA SUPREMA CORTE METTE LA PAROLA FINE

“in modo ragionevole ed equilibrato, la Corte di Assise di Como, nella sua ordinanza del 3 febbraio 2020, ha sbarrato la strada al ricorso sottolineando che, del resto, la presenza di elementi utili è soltanto ipotizzata, tanto è vero che la richiesta della difesa non poggia su alcun elemento di fatto o logico, ma si limita unicamente a rappresentare il rinvenimento di altri reperti, rispetto a quelli che già erano stati distrutti”

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE

STRAGE DI ERBA: LA SUPREMA CORTE METTE LA PAROLA FINE


Nel 2006 Rosa Bazzi e Olindo Romano hanno ucciso Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di due anni, la nonna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.


Sono state depositate ieri le motivazioni della sentenza della Cassazione del 17 novembre scorso che aveva concluso per il RIGETTO DEI RICORSI proposti da Olindo Romano e Rosa Bazzi avverso l’ordinanza del febbraio scorso della Corte d’Assise di Como, confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano.

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La difesa dei due coniugi condannati all’ergastolo per la strage di Erba aveva chiesto :

l’autorizzazione a procedere ad accertamenti tecnici non ripetibili su campioni biologici;

l’autorizzazione a procedere ad accertamenti tecnici non ripetibili di eventuali intercettazioni ambientali non registrate

e quella di procedere ad accertamenti tecnici non ripetibili su un apparato telefonico radio mobile per l’analisi dei dati di traffico nonché per la individuazione di profili genetici in precedenza non rilevati.

I giudici della prima sezione penale della Suprema Corte:

“in modo ragionevole ed equilibrato, la Corte di Assise di Como, nella sua ordinanza del 3 febbraio 2020, ha sbarrato la strada al ricorso sottolineando che, del resto, la presenza di elementi utili è soltanto ipotizzata, tanto è vero che la richiesta della difesa non poggia su alcun elemento di fatto o logico, ma si limita unicamente a rappresentare il rinvenimento di altri reperti, rispetto a quelli che già erano stati distrutti”

Vediamo insieme le dichiarazioni di Roberta Bruzzone, psicologa e consulente della difesa dei coniugi Romano.

Nel Novembre 2015, Angelo Barraco aveva intervistato la psicologa Roberta Bruzzone per “L’Osservatore d’Italia”:

Angelo Barraco: “Nel suo lavoro di Consulente della Difesa, quali sono stati gli elementi che le hanno dato conferma della presunta innocenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi?”

Roberta Bruzzone: “Non sanno cosa è successo sulla scena (…) Non possono essere stati loro e non erano neanche sulla scena perché non sanno cosa è successo”

Il 16 Dicembre 2017, intervistata da Michela Becciu per “Urbanpost”, sempre la psicologa Roberta Bruzzone aveva affermato: “(…) per quanto riguarda il materiale genetico dei coniugi Romano, perché noi riteniamo chiaramente che siano estranei alla strage (…)”

Michela Becciu: “Olindo Romano e Rosa Bazzi estranei ai fatti, quindi?”
Roberta Bruzzone: “Questa è la nostra posizione (…) Noi pensiamo che ci fossero due uomini su quella scena del crimine, ma che assolutamente non fossero i Romano (…)”

Nel novembre 2018, Angela Marino aveva pubblicato su “Fanpage” un articolo sulla Strage di Erba riprendendo alcune dichiarazioni rilasciate da Roberta Bruzzone al settimanale “Giallo”:

“Rosa e Olindo sono innocenti e lo dimostreremo. Sulla base della relazione dei Ris di Parma sulla scena non c’erano tracce riconducibili a nessuno dei due.
La traccia di sangue trovata nell’auto di Olindo, a nostro giudizio, fu lasciata per errore dagli inquirenti stessi quando entrarono nel veicolo per esaminarlo.
L’unico superstite, Mario Frigerio all’inizio non riconobbe in Olindo il suo aggressore, che descrisse com un uomo di colore.
A tal proposito vogliamo capire come mai, alcune registrazioni delle sue prime testimonianze in cui parlava appunto di uno straniero, siano andate perdute”

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