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CARIELLO SCIVOLA SULLA “ERRE”

TACCO&SPILLO

La ricordate la prosopopea della “erre” leghista così vicina all’imbellettamento pavonesco con cui Pasquale Cariello si credeva statista sullo scibile della politica, compresa l’arte di fare il sindaco? Ora però a furia d’insistere sul potere affabulatorio della sedicesima lettera dell’alfabeto è capitato l’accidente dello scivolamento e così il segno “r” più che significare (r)assicurante ha finito per mostrare tutti i limiti d’una vera e propria (r)esa donchisciottesca. Eppure l’ascesa di Cariello pareva inarrestabile da quando si guadagnò, del tutto immeritatamente, la copertina patinata addirittura dell’Espresso, esibendo al mare con Salvini, lo spettacolo peggiore della Lega e cioè la sua versione ascellare e da quando fu arruolato dal governatore Bardi per seminare la solita zizzania contro Pepe. Perciò oltre ogni evidenza di giubilo e ben al di là del nostro ironico dizionario va dato merito ai 7 consiglieri per averlo finalmente spedito a casa con l’atto nobile e coraggioso delle loro dimissioni e fatto anche primeggiare negli annali del Comune di Scanzano Jonico come il sindaco meteora, durato meno di tutti. Canta Eugenio Finardi:“E scivolare giù, fino in fondo..”.

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