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CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: OLINDO E ROSA NON SONO VITTIME DI UN ERRORE GIUDIZIARIO

STRAGE DI ERBA SI TORNA IN AULA IL 1º MARZO, TUTTE LE “PROVE REGINA” CONTESTATE

È GIUSTO INFORMARE 

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE

CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: OLINDO E ROSA NON SONO VITTIME DI UN ERRORE GIUDIZIARIO

“Olindo Romano e Rosa Bazzi sono gli autori della strage di Erba e hanno sempre rimpianto pubblicamente di aver confessato perché gli hanno fatto credere che, pur avendo compiuto la strage, se non avessero confessato avrebbero potuto farla franca.
Dalle recenti interviste e dalle intercettazioni post strage, che vengono rivendute dagli innocentisti come salvifiche, emerge con forza la loro colpevolezza.
Quelle intercettazioni ambientali non sono interessanti solo per ciò che i due coniugi hanno detto, ma anche per ciò che non hanno detto e che ci saremmo aspettati che dicessero. Dopo aver compiuto la strage, i due coniugi, in specie la Bazzi, per circa un mese, vissero in uno “stato di esaltazione” dovuto all’act out del loro piano criminale e all’errato convincimento di aver compiuto la strage perfetta.
Nelle intercettazioni ambientali infatti si prendono gioco degli inquirenti.

Riguardo alle loro tante chiacchierate confessioni, furono sì imprecise e non solo a causa di un’amnesia di fissazione dovuta al ritmo con cui si svolsero i fatti la sera del quadruplice omicidio, ma anche perché entrambi cercarono di coprire il ruolo dell’altro attribuendosi tutti e 4 gli omicidi ed il tentato omicidio di Frigerio.

Mi spiego meglio, lo stress colpisce tutti, anche gli assassini, e può produrre un disturbo del processo di memorizzazione di comune osservazione, ovvero il blocco della memorizzazione a lungo termine che impedisce ai ricordi, fissati inizialmente nella memoria a breve termine, di imprimersi in quella a lungo termine.

Questa forma di amnesia, definita psicogena, è un sintomo di facile riscontro in soggetti che hanno subito un evento emotivamente stressante ed è collegata ad una alterazione dei processi di registrazione mnestica (amnesia di fissazione).

La traccia mnestica, una volta formatasi, richiede un certo tempo per essere consolidata e quindi ritenuta, attraverso meccanismi biochimici.

Si riconoscono due distinti stadi nel processo di formazione della memoria, lo stadio della memoria a breve termine (memoria primaria), durante il quale si formano le tracce mestiche, ma solo temporaneamente, e lo stadio della memoria a lungo termine (memoria secondaria), in cui le tracce si consolidano e vengono ritenute in codici mnestici più duraturi.

La durata della memorizzazione di un dato materiale mnestico dipende da molti fattori, ripetizioni, associazioni, affettività del soggetto, livelli di vigilanza, attenzione, attività svolta dal soggetto tra il momento dell’apprendimento e quello della rievocazione.
Se il soggetto è impegnato in attività intellettive la ritenzione è minore di quella di un soggetto a riposo, questo a causa dell’effetto frenante che nuovi elementi esercitano su quelli appresi precedentemente (La memoria, pag.128, Manuale di Psichiatria, Pietro Sarteschi e Carlo Maggini)

Peraltro un dato è dirimente riguardo alle confessioni di Olindo e Rosa ed è quello relativo alle armi usate, le confessioni sono sovrapponibili su questo punto, ovvero entrambi riferirono che Rosa usò un coltello e Olindo una spranga.


Quando i due coniugi si confrontarono sulle confessioni erano intercettati pertanto sappiamo che non si accordarono su cosa dire, dunque è chiaro che entrambi riferirono la stessa cosa semplicemente perché le cose andarono proprio così, ovvero Olindo colpì le vittime con una spranga e Rosa con un coltello.

Dall’analisi del seguente scambio tra Rosa e l’amica Nanda emerge il convincimento di Rosa di aver compiuto la strage perfetta:

Amica: Non lo so, secondo me vi conviene cominciare a pensare di nominare un avvocato serio.

Rosa: Ma non abbiamo niente da temeeere, se ci chiamano, per l’amor del cielo,… però prendere un avvocato, no, Nandaa.

Nanda: Eh lo so Rosy ma…Rosa: Cioè io sono sicura che non abbiamo da… niente da temere, ooooh.

Si notino «Ma non abbiamo niente da temeeere» e «io sono sicura che non abbiamo da… niente da temere, ooooh». Perché Rosa non nega di aver compiuto la strage, ma dice soltanto «non abbiamo niente da temere»?

Non nega per non mentire e dice di non avere niente da temere perché è convinta di aver compiuto la strage perfetta.

Peraltro le intercettazioni post strage non sono interessanti solo per ciò che i due coniugi hanno detto, ma anche per ciò che non hanno detto e che ci saremmo aspettati che dicessero.

Ad esempio Olindo e Rosa non fecero mai ipotesi sull’identità dell’assassino proprio perché erano stati loro a compiere quella strage.

Vediamo insieme alcuni stralci delle intercettazioni ritenute salvifiche dagli innocentisti e da loro diffuse, intercettazioni che non sono altro che una riprova della colpevolezza di Olindo e Rosa.

Rosa riferisce ad Olindo le voci che circolano su Frigerio “(…) han detto che ha già aperto gli occhi, che già ha parlato, han già fatto il disegno della PERSONA, ecco, cioè ha fatto che lui l’ha VISTO così, fermo così”

Si noti che Rosa parla al maschile di un singolo soggetto, che peraltro lei chiama «persona», non assassino, omicida, mostro, perché questa disposizione linguistica neutrale nei confronti di un mostro capace di compiere una strage e di uccidere un bambino di due anni?

Perché è di Olindo che sta parlando, il suo compagno di vita, l’uomo che lei ha armato.

Rosa riferisce poi ciò che avrebbero inferito gli inquirenti “la PERSONA CHE È STATA SI È FATTA la doccia, SI È LAVATO, tutto in casa sua della Raffaella

Si noti che anche in questo stralcio Rosa parla di un singolo soggetto di sesso maschile.

Olindo risponde: Su di sopra?

Rosa: Sì

Olindo: La Madonna!

Rosa: Sì, SI È FATTO doccia, SI È FATTO tutto nel bagno della Raffaella, perché, han detto, nel senso che SI È FATTO la… SI È FATTO anche la doccia, perché c’era la doccia sporca, han detto, e SI SONO… si è cambiato, si è fatto tutto da lei, però pensano che prima HANNO fatto fuori quelli di fuori, poi SONO entrati in casa

Si noti che Rosa continua a parlare di un singolo soggetto di sesso maschile nella prima parte della risposta, in finale le scappano 3 plurali «si sono», «hanno fatto fuori» e «sono».

Olindo: Ah, prima HAN fatto fuori quelli di fuori, poi SONO ENTRATI in casa

Si noti che Olindo non si stupisce del plurale usato da Rosa, anzi lo usa anche lui “han fatto fuori”, “sono entrati”, dunque Olindo ci conferma ciò che ci ha appena rivelato Rosa.

Rosa: Perché Frigerio ha detto… gli ha fatto capire ai carabinieri che dopo SONO ENTRATI in casa

Si noti ancora il plurale “sono entrati”.

Rosa: Perché seee… il modo comee gli HANNO fatto del male, han detto c’è quella vena lì (…) perché han detto che tutti li HANNO fatti così, tutti gli HANNO fatto così (…) perché han detto che non SONO… non è andato dal didietro a fargli così, ha detto che è stato dal davanti (…)

Ancora plurali che ci rivelano che Rosa sa quanti fossero gli assassini. 

Che cosa ci ha rivelato Rosa in questo scambio:

– che l’aggressore di Frigerio è un soggetto di sesso maschile

– che è qualcuno a lei caro (inaspettata disposizione linguistica neutrale nei suoi confronti)

– che a compiere la strage furono più soggetti, almeno due.

Perché Rosa si è tradita? Dopo aver compiuto la strage Rosa viveva in uno stato di esaltazione ipomaniacale, nel caso di specie, dopo la reazione ironica del marito “La Madonna!” al suo racconto della storia dell’assassino che si sarebbe fatto la doccia nel bagno di Raffaella, Rosa si è fatta prendere la mano e nel flusso del racconto si è tradita ripetutamente.

Veniamo all’analisi di uno uno stralcio di intercettazione in carcere:

Rosa: Ciao come stai?

Olindo: Bene, ascolta

Rosa: Dimmi

Olindo: Ho parlato con il magistrato

Rosa: Eh

Olindo: E m’ha detto se vogliamo far finire questa storia qui

Rosa: Sì

Olindo: DI DIRE LA VERITÀ

Rosa: Ma non c’è niente da dire

Olindo: Rosa!

Rosa: Non c’è niente. Come stai tu?

Olindo: IO TI DICO LA VERITÀ, lì dentro non c’è…. non ne posso più… SI DICE… si fa la confessione.

Rosa: Ma che cosa c’è da confessare?

Olindo: Aspetta

Rosa: Non siamo stati noi

Olindo: Lo so, però aspetta, per tagliare le gambe al toro, metti che sono stato io

Rosa: Ma…. ma quando sei andato su Olli?

Olindo: Lo so

Rosa: Dimmi quando sei andato su

Olindo: Lo so ma deve finire questa storia qui

Rosa: Ma perché devi dire che non è, non è vero niente Olli. TI PESA COSI’ TANTO?

Olindo: STARE DENTRO sì

Si noti “DI DIRE LA VERITÀ’” non “di confessare”. Olindo parla senza preoccuparsi di eventuali microspie. Sono le parole di Rosa “Ma non c’è niente da dire” a frenarlo. Si noti, in merito, l’esclamazione “Rosa!”.
Si noti anche “io ti dico la verità”, “la verità” è nella sua testa. Si noti l’autocensura in finale, Olindo sta per ripetersi, sta per dire “si dice la verità”, invece si interrompe e si corregge lasciando intendere che per lui “confessare” significa “dire la verità”, un dato che ci rivela che è colpevole de facto. E il fatto che si corregga prova che è consapevole di essere intercettato.

Infine Olindo specifica che a pesargli è il carcere e dalle sue parole si evince che sta pensando a qualcos’altro che avrebbe potuto pesargli, un qualcos’altro noto a Rosa e al quale la stessa poteva riferirsi. Olindo sente il bisogno di far precedere “Stare dentro” al “sì” per rassicurare Rosa, per chiarire che non gli pesa l’aver compiuto la strage.

Dal primo interrogatorio di Rosa Bazzi: “Guardi, ho sempre detto la verità e torno ancora a ripetergli: non è da noi fare quelle cose lì, abbiamo litigato, avete ragione che abbiamo litigato, ma non arrivare a quel livello lì”

Da un innocente de facto ci saremmo aspettati: “Guardi, ho sempre detto la verità: non abbiamo compiuto noi la strage” e invece la Bazzi dice che lei e il marito non sono soliti “fare quelle cose lì”. Si noti che la Bazzi non usa mai termini come omicidi, assassini, uccidere, assassinare etc etc. Dunque la Bazzi non nega di aver compiuto la strage.

Olindo Romano intercettato in carcere: Io con Frigerio non ce l’ho mai avuta (…) nnn non ho mai avuto nessun risentimento (…) nonostante c’abbia… abbia detto che C’ABBIA… RICONOSCIUTI, eccetera, eccetera, perché praticamente (…) come ci hanno manipolato noi, hanno manipolato anche lui… se vogliamo, quindi i… non posso prendermela con una persona che hanno girato come una patata, non so se mi spiego.

In primis c’è da chiedersi il perché non ce l’abbia con Frigerio. Olindo non è buono, è colpevole.

Olindo Romano si autocensura per evitare di dire “nonostante c’abbia riconosciuti”, ma poi non riesce a dire “abbia detto di averci riconosciuti”, dice invece ciò che stava per dire prima ovvero “c’abbia… riconosciuti”.
Si noti la pausa d’imbarazzo tra “c’abbia” e “riconosciuti”. Il cervello è fatto per dire la verità, non per mentire.

Olindo ammette di essere stato riconosciuto da Frigerio perché è lui l’aggressore.

Si noti anche “eccetera, eccetera”, Olindo è approssimativo perché è l’autore dei reati a lui ascritti, se fosse innocente de facto sarebbe preciso e invece si affida alle interpretazioni dei suoi interlocutori.

Infine si noti il “leakage”: “una persona che hanno girato come una patata” è un riferimento agli atti da lui compiuti sul povero Frigerio durante l’aggressione.”

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