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UNA BUONA ECONOMIA È FIGLIA DI BUONA POLITICA

L’intervento di Francesco Somma

Il Rapporto Svimez ha reso evidenti le difficoltà che incontrano società ed economia del Mezzogiorno all’interno di una realtà internazionale su cui rovesciano i loro effetti dirompenti le tragedie belliche, il trascinamento critico della stagione post pandemica, la persistenza di tensioni nei contesti della produzione e della finanza. In un quadro segnato da politiche di contenimento invece che espansive, è inevitabile che in un Paese ancora fortemente caratterizzato da divari insopportabili generazionali e di genere, di infra- strutture fisiche, digitali e sociali, paghino le economie e le società più fragili. Il Sud è quindi chiamato non solo a prendere atto delle difficoltà e a farsene carico ma a elaborare una strategia della “transizione” che valorizzi tutte le potenzialità di cui di Dal rapporto Svimez 2023, il monito sul divario tra Nord e Sud che nel prossimo biennio dovrebbe tornare ad aumentare. Sui dati Svimez, il commento del consigliere regionale di Italia Viva, Luca Braia: «Con le politiche dei “bonus”, contributo sul gas e prossimamente forse sull’acqua, solo per famiglie, escludendo le imprese, non si va da nessuna parte». « La scelta – ha dichiarato Braia – di utilizzare con un logica tutta assistenziale i circa 150 milioni di euro all’anno, frutto dell’intesa con Total ed Eni sul “Gas in Basilicata”, meno di un decimo di quello estratto, per i prossimi 6-10 anni, non produrrà sviluppo o posti di lavoro. Semplicemente nessun giovane lucano, laureato o diplomato si convincerà, per questi bonus, a rimanere o tornare in Basilicata. Solo il lavoro e la qualità dei servizi, a partire da quelli sanitari, può convincere le nuove generazioni a rimanere o tornare e mettere su famiglia. Le politiche di sviluppo, ad oggi, con oltre 3 miliardi di euro disponibili tra fondi strutturali, Pnrr e compensazioni ambientali, risultano essere quasi inesistenti o impercettibili e, soprattutto, inefficaci nel generare e attrarre nuovi investimenti. Andrebbero invece pensate, concertate e attuate». «Che fine ha fatto ApiBas? Doveva riscrivere la nuova strategia di sviluppo della Regione e pare si sia distinta solo per i regolamenti di applicazione dell’azione connessa al gas. Siamo di fronte – ha proseguito Braia – ancora una volta ai dati statistici del contesto socio-economico nazionale e regionale di Svimez, a quelli ancora più drammatici sulla povertà del rapporto 2023 della Caritas, forte- mente negativi per la Basilicata ed per il Sud. Non si può più procrastinare, abbiamo la necessità di ridisegnare completamente il sistema di welfare e sviluppo della regione Basilicata e del mezzogiorno in generale. Puntare al potenziamento delle infrastrutture e alle politiche per attrarre investimenti strutturali e semplificati, che possano rendere competitivi gli investimenti produttivi nel tempo, a partire dai fattori economici legati all’innovazione ed all’energia». «Decisivo sarà farlo con tutte le regioni italiane – ha concluso il consigliere regionale di Italia Viva, Luca Braia -, in un disegno strategico connesso al futuro dell’Italia e del mediterraneo, includendo le politiche migratorie, invocando l’attenzione che meritiamo al governo nazionale ed Europeo, o rimarremo schiacciati tra un Centro Nord che continua a crescere, l’Est Europa che attrae investimenti, imprese italiane e straniere e l’Africa Sub Sahariana che da qui al 2050 conterà per il 57% della crescita demografica globale». «I bonus da soli non portano sviluppo e occupazione» Braia (Iv): «Soltanto lavoro e qualità dei servizi possono convincere i giovani a rimanere» spone, rovesciando la crisi in opportunità. Il Rapporto Svimez spiega il paradosso di un Sud che aumenta gli occupati e parallelamente incrementa, le povertà sottolineando come il vero problema stia nella sottovalutazione dei suoi fattori produttivi e nella difficoltà di collocarli nella catena nazionale e internazionale del valore. Un problema di politica industriale che incrocia il grande tema della piena valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali. Questione che occorrerà affrontare in tutti i contesti del Sud chiamandoli ad un patto di cooperazione e di unità che lavori alla coesione del Paese e non alla sua frantumazione, che sarebbe poi l’esito fatale del progetto di autonomia differenziata che potrebbe avere un senso solo su poche materie e dopo aver portato il Mezzogiorno alle stesse dotazioni di capitale materiale ed immateriale presenti nelle aree più ricche del Paese. La Zona Economica Speciale Unica potrà generare buone opportunità se avrà un approccio locale che tenga conto di differenze di potenziale e deficit con cui i vari territori, in particolare la Basilicata, si presentano ai nastri di partenza. Una valutazione che, se ignorata, rischierebbe di alimentare nuovi, incolmabili divari. È ben evidente che dalla lettura della crisi che fa la Svimez occorra trarre indicazioni operative. Ed è ciò che tocca alle forze politiche e sociali per il loro ruolo costituente e civile. La Basilicata ha tutto l’interesse a cogliere l’occasione elettorale per sviluppare una riflessione dedicata alla migliore declinazione della transizione ecologica. Nel segno della messa a valore delle risorse energetiche, dei percorsi di innovazione di processo e di prodotti, delle filiere che nei settori più avanzati dell’industria e dell’agricoltura stanno guadagnando quote di mercato e profili di eccellenza. Mi riferisco ad un’autentica rivoluzione del modello di accumulazione che elevi le vocazioni produttive del territorio e che faccia tesoro delle sue peculiarità a cominciare dall’estensione della misura dello sconto sul gas al mondo produttivo, cogliendo l’opportunità del- la proroga al Temporary Framework che rende doveroso ogni utile sforzo istituzionale necessario al raggiungimento del risultato. Il pensiero finale va alla politica e alle sue evidenti difficoltà. Mai come in questo momento proprio il confronto sul “modello”potrebbe portare la politica a liberarsi dei vecchi schemi fondati sulla personalizzazione del conflitto, per concentrarsi sui valori che sono in gioco e sulla qualità del governare. L’auspicio è che prevalga un fondo di coesione e di condivisione nella società come lievito per una politica all’altezza delle migliori speranze della comunità lucana. Una buona economia in cui le imprese lucane siano messe sempre più nelle condizioni di crescere responsabilmente – in un ecosistema favorevole e sostenibile – è sempre figlia di una buona politica e di una buona società.

Di Francesco Somma

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