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INCHIESTA SANITÀ E COMUNALI LAGONEGRO: IL 30 GENNAIO LA 1° UDIENZA PRELIMINARE

Dalla Procura richiesta di rinvio a giudizio per 27 imputati: tra accusa e difesa, il fiume carsico della riqualificazione dei reati

Il 30 gennaio prossimo, l’inchiesta dell’Antimafia di Potenza sulla sanità lucana e sul presunto voto di scambio alle comunali di Lagonegro del 2020, approderà dal Giudice per le udienze preliminari Francesco Valente: in aula, la richiesta di rinvio a giudizio dei Pubblici ministeri Francesco Curcio e Vincenzo Montemurro. Stralciato in parte il filone delle corsie preferenziali per i tamponi Covid-19, ridotto l’elenco degli imputati scesi dagli originari 39, come da genetica Ordinanza applicativa di misure cautelari così come emessa nell’ottobre dell’anno scorso dal Gip Antonello Amodeo, a 27. Tra i nomi, spiccano quelli del presidente della Regione Vito Bardi, degli ex assessori regionali Francesco Cupparo, Rocco Leone e Donatella Merra, il primo dimessosi a seguito delle emergenze investigative, gli altri due attualmente consiglieri regionali, mentre Gianni Rosa prima nell’esecutivo Bardi, ora è in Senato, dell’attuale assessore regionale Francesco Fanelli e del consigliere regionale Francesco Piro. Tra gli altri l’ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, attuale consigliera comunale, l’ex dirigente del settore Amministrativo della Regione e segretario generale della Giunta Regionale, Antonio Ferrara e l’attuale Direttore generale dell’Aor San Carlo, Giuseppe Spera. Sul «sistema clientelare sotteso alla gestione della sanità pubblica lucana facente capo a primissimi esponenti dell’ammini trazione regionale che per raggiungere i propri scopi hanno fatto ricorso a pratiche corruttive-concussive», l’accusa ritiene di aver scoperto e svelato i meccanismi «sistema di potere» che era connotato da un modus operandi «strutturale». Nella convinzione della dell’aderenza delle imputazioni contestate ai fatti oggetto d’indagine, gli inquirenti proseguiranno sulle originarie accuse. La questione giuridica, con ogni probabilità riesploderà, nell’eventualità del rinvio a giudizio, davanti al giudice del dibattimento, anche se, rappresenta un tema già in fase d’udienza preliminare. In relazione ai fatti delle comunali di Lagonegro del 2020, rintracciato un «disinvolto mercimonio delle pubbliche funzioni al fine di consolidare e accrescere il potere proprio e dei soggetti appartenenti al gruppo» che «emerge inoltre in maniera evidente dalle intercettazioni laddove in alcune conversa- zioni lo scambio di utilità (assunzione, promozione- trasferimento, per effetto di ingerenze illecite dei Pubblici Ufficiali coindagati in cambio di candida ture con annessa messa disposizione del bacino di voti ,viene espressamente evocato mediante la frase prima vedere cammello parafrasando un celebre detto magrebino riferito agli scambi commerciali». Il passaggio può tornare utile ad inquadrare, seppur sinteticamente, la controversia sulle accuse. Come già riscontrato nell’incrocio tra Riesame e Cassazione in riferimento ai ricorsi sulle misure cautelari, per plurime ipotesi di reato connesse alle comunali di Lagonegro, l’argomento riguarda anche altri fatti di indagine, è risultata più idonea la riqualificazione in corruzione elettorale punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, con esclusione dell’applicazione di misure cautelari. Le maglie del giudizio del Gup: con il nuovo criterio applicabile alle sentenze di non luogo a procedere, «il giudice pronuncia sentenza di non luogo a procedere anche quando gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna». Contestazioni e fatti, dalla qualificazione dei reati alle versioni delle difese contro le ipotesi dell’accusa e viceversa.

Ferdinando Moliterni

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