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COMMISSARIO PEPE: DI LOTTA O DI GOVERNO?

L’intervento di Teresa Carbone

Le ultime affermazioni di Pasquale Pepe, Commissario regionale della Lega, danno ragione all’ex Assessore alle Infrastrutture Donatella Merra, la quale da mesi reclamava l’apertura di una seria e franca discussione politica in seno ad una Giunta troppe volte insensibile e inerte sulle questioni più urgenti. Ora è Pepe a dire si poteva fare meglio e di più. Chissà dov’era lui mentre si allestiva l’estromissione di un assessore del suo partito dalla compagine governativa per simili motivazioni. L’immobilismo del governo regionale è stato inaccettabile per Merra che dopo essersi vista bloccare dai colleghi l’ennesimo provvedimento per la viabilità dei territori ha deciso di esporsi pubblicamente mettendoci la faccia e rimettendoci coraggiosamente anche il posto, a pochi mesi dalle elezioni. Non è da tutti.Ma a Merra non è mai mancato il coraggio delle decisioni difficili e delle battaglie solitarie e non è mai stata attaccata alla cadrega, come questo episodio ha lapalissianamente attestato, mentre non si può dire lo stesso di chi oggi le dà ragione nei fatti senza però aver mai mosso un dito per sostenerla quando era doveroso e necessario. Noi militanti e simpatizzanti della Lega abbiamo raccolto circa 400 firme e stiamo continuando a raccoglierne altre a sostegno di Donatella Merra che ha subito un trattamento ingiusto e ingiustificabile da parte dell’attuale Commissario del partito, il quale però non ascolta la base e le sue legittime istanze. Che costui giunga oggi ad asserire che vi siano state proposte non finalizzate da parte di questo centro-destra e che si poteva fare diversamente è quanto meno una contraddizione che non sgrava dalle proprie responsabilità e dalla mancanza di un’autocritica meno tardiva. A maggior ragione se si considera il tradimento shakespeariano messo in atto ai danni di Merra – in poche ore è stata ripescata una fuoriuscita dalla Lega, la quale solo pochi giorni prima aveva dichiarato di essere impegnata nella formazione di un nuovo centro federato con esponenti dell’opposizione all’attuale esecutivo Bardi – comprovante la perduranza degli infimi e miopi tatticismi a causa deli quali il partito ha perso le sue donne e i suoi uomini migliori, passando da 6 consiglieri iniziali agli attuali due. Di questa débâcle nessuno ha reso conto e nemmeno di sondaggi che sono tutt’altro che favorevoli per il Carroccio. Che siano i protagonisti di questa gestione fallimentare a voler far credere di essere l’alternativa a sé stessi rappresenta solo l’ennesimo episodio di un teatrino dell’assurdo sul quale però è già calato un sipario di risibilità. Per questo le parole del già senatore leghista, messe nero su bianco in una nota che annuncia l’arrivo a Potenza degli esponenti nazionali del partito, appaiono imbarazzanti e fuori luogo. Tra qualche giorno Roma scioglierà finalmente le riserve sul candidato Presidente. Da quel che si racconta, qualcuno ha millantato un po’ troppo in giro di essere lui il predestinato. Costui potrebbe essere stato molto incauto perché come sempre è la realtà a decretare la distanza tra credibilità e velleitarismo. La storia è piena di emuli di Napoleone e anche di cancelli lasciati aperti.

Teresa Carbone

Tesserata Lega

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