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CONSOLIDATO: FATE I SERI!

Non è il tempo dei giochetti, eppure Consiglio rinviato: l’ok al Bilancio non serve alla politica, ma ai cittadini

Sarà rinviato alla settimana prossima il Consiglio regionale per l’approvazione del bilancio consolidato della Regione Basilicata. Le assenze erano troppe anche nelle fila della maggioranza, tutte legate a motivi personali e non politiche ma non era possibile garantire l’approvazione. Non è il momento né di rischiare né di giocare. In ballo non c’è il solito walzer della politica o, per dirla con le parole profetiche di Berlusconi, il solito teatrino della politica. In ballo c’è la carne vera della Regione Basilicata. C’è la possibilità per la Regione di portare a termine quanto deciso, di poter assumere, di potere realizzare questioni di primaria importanza per il territorio. In ballo c’è il funzionamento di tutte le Partecipate. Senza l’approvazione del consolidato Arpab non può fare le indagini ambientali, Alsia lo sviluppo in Agricoltura, le Aziende Sanitarie non possono funzionare e potremmo continuare. Insomma non è una questione politica, non è una questione di partiti o di interessi di parte, è una questione che riguarda i cittadini, incide direttamente nelle loro vite.

FATE I SERI

Lo abbiamo già detto qualche giorno fa e rinnoviamo il nostro invito a tutti: al presidente Bardi, alla Giunta regionale, ai consiglieri di Maggioranza e di Minoranza, agli ex assessori in cerca di collocazione e a quelli che aspettano un riposizionamento tattico per sopravvivere. Lo diciamo a tutti: fate i seri. Non è il momento di giocare al tatticismo ma di dimostrarvi politici nel senso nobile del termine. Se serve mediare fatelo, se dovete chiedere e ottenere cambiamenti proponeteli, se dovete proporre emendamenti, valutazioni non evitate di farlo ma evitata il giochino del numero legale, delle assenze tattiche, dell’ostruzionismo. La legislatura volge al termine. Il Popolo tra pochissimo potrà valutare se il centrodestra meriti di tornare al governo o debba essere relegato all’opposizione. La battaglia politica si sposterà nelle piazze e nelle urne. Sarà il Popolo Sovrano a decidere senza né tatticismi né alibi. Non dovesse essere approvato il consolidato non cambierebbe nulla. Non ci sarebbe il tempo di una crisi politica, non ci sarebbero elezioni anticipate né si aprirebbe uno scenario differente nel Palazzo. Per tutto questo è troppo tardi. L’unico effetto dannoso non si produrrebbe né sulla maggioranza né sul presidente. L’unico danno lo avrebbero i cittadini che si vedrebbero impoveriti di servizi essenziali.

LA POLITICA È ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ

Si può fare politica in tanti modi. Si può decidere di giocare al “tanto peggio-tanto meglio”, si può decidere di viverla come un conflitto permanente nel quale fare qualsiasi dispetto al proprio avversario in nome di una contrapposizione nella quale non ci sia albergo per l’interesse generale oppure si può provare ad essere dei Politici con la “p” maiuscola. Politici, cioè, che attingono alle radici del più nobile significato dell’attività come azione nell’interesse della polis, della comunità, dei cittadini. Interesse dei cittadini è che la Regione arrivi alle elezioni funzionando e potendo assumere e spendere, potendo far funzionare i suoi enti. Sul come le cose sono state fatte ci sarà il tempo e il luogo per confrontarsi davanti al giudice supremo di ogni democrazia che è il Popolo.

NESSUNO SI ARROCCHI

Il nostro invito, da cittadini più che da commentatori è che nessuno si arrocchi. Non si arrocchi la maggioranza in una pretesa di autosufficienza che potrebbe non esistere, non si arrocchi la minoranza in un assalto alla diligenza fuori tempo massimo, non si arrocchino i delusi, gli amareggiati in attesa delle loro rivincite personali. È il momento di essere seri. La Basilicata vi osserva, i cittadini vi osservano, tutti noi vi osserviamo. Tra pochi mesi sarà nostro compito giudicarvi. In quel giudizio qualcuno preferirà la destra, qualcun altro la sinistra e sarà la maggioranza a determinare il verdetto. Siamo quasi certi, però, che nessuno tra i cittadini vorrà scegliere chi è rimasto indifferente ai loro interessi in nome di posizionamenti politici di corto respiro.

Di Massimo Dellapenna

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