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LA STAGIONE DEI PARCHI NATURALI

Il cdx compatto su scelta presidenti Vulture e Chiese rupestri del Materano: un segnale di cambiamento. Per dare slancio ad un settore mai decollato serve procedere anche alle nomine per i nazionali

Per capire le potenzialità che i Parchi offrono allo sviluppo della Regione Basilicata basterebbe guardare un attimo soltanto la cartina geografica dell’Italia. A un centinaio di chilometri ad ovest si trova la grande conurbazione napoletana con un’area metropolitana che sfiora i tre milioni di abitanti, ad un centinaio di chilometri ad est c’è la Puglia delle grandi aree metropolitane di Bari e Foggia. In mezzo a queste grandi realtà urbane c’è la Basilicata con i suoi parchi, la sua scarsa antropizzazione, la sua poca densità abitativa. Un autentico polmone verde che potrebbe essere un attrattore naturale e semplice per chi vive quotidianamente la vita delle grandi città. Eppure così non è stato, eppure così non è.

LA REGIONE DEI PARCHI

Sul territorio regionale insistono due parchi nazionali e svariati parchi regionali che, fino ad ora, sono stati soltanto uno strumento di rallentamento, sono stati solamente il susseguirsi continuo divieti senza ritorni con delle governance claudicanti e senza progettualità. Il Consiglio Regionale di Basilicata finalmente ha deciso di iniziare a rompere gli indugi. La maggioranza di centrodestra ha nominato i due nuovi presidenti dei Parchi del Vulture e del Parco Archeologico delle Chiese Rupestri del Materano. Il Presidente Cicala ha voluto questa accelerazione, la maggioranza con Fratelli d’Italia in testa ha scelto i nomi e li ha votati. Non ci interessa entrare nel merito dei curricula. Il pettegolezzo politico amministrativo lo lasciamo a chi ha più tempo di noi. Come sempre accade qualcuno evidenzierà la pochezza dei curricula, qualcun altro le capacità manageriali ed ambientali. Se non sono legalmente idonei lo stabilirà la magistratura qualora dovessero esserci i ricorsi degli esclusi, unici legittimati a proporli. Quello che a noi preme evidenziare, al contrario, è che adesso non ci sono più scuse per nessuno. I Parchi possono funzionare e i Presidenti devono dimostrare le proprie capacità nel farli funzionare. Sono sottoposti alla vigile attenzione dell’assessore Cosimo Latronico e dovrebbero avere le risorse necessarie per un corretto funzionamento. Aspettando di vedere al varco i nuovi Presidenti non possiamo che applaudire ad una maggioranza che si fa trovare compatta, supera le asperità e mette al centro del progetto il bene del territorio. Con la stessa severità giudicheremo l’operato dei nuovi Presidenti dei Parchi.

I PARCHI NAZIONALI

Per essere completi è necessario dire che un cambiamento era già stato avviato dal Governo Meloni nella gestione dei Parchi Nazionali. Il sempiterno presidente Pappaterra è stato dichiarato decaduto dalla carica di Presidente del Parco del Pollino e, malgrado il ricorso presentato, il TAR del Lazio ha riconosciuto legittima la caducazione di Pappaterra. Dobbiamo dire, in realtà, che non lascia nessun segno del suo passaggio. Il Parco del Pollino è il più grande d’Italia, si estende su due Regioni, tocca il mare nel tirreno co- sentino e nello ionio cosentino, ha la gestione del grande massiccio del Pollino ma ad oggi nessuno ricorda un segnale evidente della gestione Pappaterra. Il Parco del Pollino è l’ennesima incompiuta o, meglio, l’ennesimo non nato tra i progetti di rilancio del Mezzogiorno affamato di opportunità ma affossato di parole vacue. Per completarsi l’opera dovrebbe essere indicata la terna per la nomina del nuovo Presidente. La speranza è che avvenga a breve. L’altra grande opera inutile della nostra regione è il Parco dell’Appennino Lucano, ignoto anche ai cittadini lucani e conosciuto dai residenti soltanto per la totale assenza di programmazione. La nomina di Priore è uno degli ultimi regali del meraviglioso mondo dei Cinque Stelle e ha seguito un iter alquanto farraginoso e strano ma che non ha prodotto nessun risultato tangibile. Il Parco dell’Appennino Lucano è sostanzialmente fermo, il suo Presi- dente si è contraddistinto più per i suoi post su facebook tra l’ingiurioso e il sessista, più volte abbiamo invitato il Governo a commissariarlo. La speranza è che la stagione del cambiamento dei Parchi, dopo la decadenza di Pappaterra, le due nuove nomine al Vulture e alle Chiese Rupestri si concluda con la cacciata di Priore e la nascita di un nuovo governo dei Parchi. Sarebbe veramente il segnale definitivo per la speranza di dar vita sul serio ad una Basilicata verde non più soltanto al centro della retorica.

Di Massimo Dellapenna

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