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TERZA ETÀ E RIPARTENZA: BRAIA E POLESE PUNTANO DECISI SU WELFARE E TERZO SETTORE

I due consiglieri: «Sono temi sui quali per troppi anni si è discusso in maniera molto teorica e forse troppo poco concreta»

«Istituire presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il “Dipartimento per la Terza Età». Questa la proposta che i consiglieri regionali Luca Braia e Mario Polese, candidati rispettivamente all’Uninominale e al Proporzionale alla Camera per la lista Azione –Italia Viva con Calenda, portano avanti nel loro programma. «Il Welfare è un tema su cui per troppi anni si è discusso in maniera molto teorica e forse troppo poco concreta, ma che oggi, grazie alle proposte del programma di Azione e Italia Viva, ritrova uno spazio da protagonista», affermano Polese e Braia. «Proposte come l’istituzione della figura del Garante dei Diritti della Terza Età, una definizione delle linee Guida Nazionali per i Centri Sociali per Anziani e una offerta di prevenzione psicologica e sanitaria alle persone di terza età mediante visite/screening periodiche fatte presso i centri per anziani da personale specializzato, decongestionando in tal maniera Pronti Soccorso e Reparti di Geriatria», sono punti che rimettono al centro il mondo della terza età fortemente penalizzato e messo in ginocchio su diritti e salute anche dalla pandemia», spiegano i due candidati di Azione e Italia Viva. Ma Braia e Polese avanzano le loro proposte, come da programma nazionale, anche sul terzo settore: «Un modello economico stabile su cui innestare i pilastri della ripartenza nel solco della sostenibilità, della transizione ecologica e dell’innovazione. Lo è già nella realtà, ed è giunto il momento di riconoscere maggiormente questo modello smettendo di considerare il non profit come un collettore cui destinare risorse in modo residuale e assistenzialistico. Assegnata con la Riforma del Terzo Settore la cornice legislativa entro cui operare – proseguono i due esponenti del Terzo Polo – ora è quindi necessario dotare il non profit della giusta “cassetta degli attrezzi» per crescere in economie di scala, competenze, e valorizzare appieno la capacità economica di pro- durre beni e servizi nell’ottica dell’interesse generale e la trasversalità degli ambiti di attuazione. «Inoltre, con le due riforme dello sport e del terzo settore, cambia lo scenario degli enti che svolgono attività rilevanti per il Paese e la coesione sociale. È di fondamentale importanza coordinare le norme e favorire un dialogo tra i due diversi registri (Terzo Settore e sport) consentendo agli enti di accedere a nuove opportunità, finanziamenti e agevolazioni di vario tipo senza dover fare lo slalom tra burocrazia e norme settoriali. Per quanto riguarda la riforma del Terzo Settore – spiegano i due candidati alla Camera per Azione e Italia Viva – una volta avviato il registro unico e pubblicati alcuni decreti fondamentali (da ultimo social bonus e raccolta fondi) è ora necessario ottenere il via libera da parte dell’Unione Europea. Questo significherà finalmente dotare gli enti del Terzo Settore di strumenti fondamentali come, ad esempio, le misure fiscali per le imprese sociali ivi inclusi gli incentivi per gli investitori, avviare gli strumenti di finanza sociale, sbloccare le regole Iva che al momento rischiano di rallentare comparti importanti come la sanità e il socio-sanitario, sbloccare l’anagrafe delle Onlus che fino al vaglio della Ue risulta congelata non consentendo nuove iscrizioni. Ma lo spazio di discussione si amplifica anche sul ruolo della cittadinanza attiva e del volontariato, da sempre pilastro cardine di una società civile e sul reinserimento al mondo del lavoro dei detenuti, in modo che nessuno venga lasciato indietro o emarginato», concludono Braia e Polese.

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