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QUIRINALE, A QUESTO PUNTO UNA STAFFETTA MATTARELLA-DRAGHI È L’OPZIONE DA VALUTARE

L’intervento di Nicola Savino


DI NICOLA SAVINO*

Qualche settimana fa ho sostenuto che Mattarella non si sarebbe convinto ad un secondo mandato sia per lanciare Draghi alla sconfitta del “sistema” cui si son ridotti i Partiti e dunque alla loro “redenzione”, sia perché, ripetendosi con lui il caso del suo Predecessore, si sarebbe potuto ledere la linearità della norma Costituzionale.

I fatti stanno però dimostrando che, data la complessità del momento (ad un anno dalle elezioni) e della fase politica (Covid- Pnrr- problemi Eu), noché lo stato di avanzata decomposizione dei Partiti, il suo disegno, incentrato su Draghi, ha possibilità di realizzarsi soltanto dopo le elezioni del 2023; e che, ad evitare l’aggravarsi della situazione, gli tocchi rinviarlo a fase successiva al rinnovo del Parlamento.

Potrebbe a questo punto accettare la rielezione a tempo, ma a condizione che intanto la Carta sia riformata in modo da correggere talune cause della sua vistosa disfunzione e da rimuovere non lievi ostacoli al disegno di rigenerazione concordato con Draghi fin dall’incarico di governo. Visto che per la seconda volta si manifesta la tendenza al rinnovo, la correzione riguarderebbe anzitutto la durata in carica del Capo dello Stato, essendo comprensibile (ed anche giusto) che i “grandi elettori” vogliano esprimere un giudizio sul suo operato. Ecco allora i 4 anni come negli Usa, con il massimo dei due mandati che non sarebbero di peso né per la persona né per il sistema. Contemporaneamente si potrebbe “aggiornare” il Parlamentoin due punti: la concentrazione dei 600 “sopravviventi”nella sola Camera e l’introduzione della “sfiducia costrutti-va”, ben funzionante in Germania a favore della stabilità dei governi.

Ne deriverebbe sia il rafforzamento del Parlamento per la maggiore snellezza e quindi incisività della sua attività e sia l’incremento del suo “peso” rispetto allo stesso Capo dello Stato perché –di fatto- il potere di scioglierlo passerebbe nelle sue stesse mani.

In parallelo, il Senato potrebbe essere trasformato nella sede della Rappresentanza regionale e sostituire l’attuale Comitato Stato-Regioni. In questo, decisioni importantissime (come la suddivisione di fondi tra le stesse e molte altre scelte destinate ad imporsi persino a Governo e Parlamento!) sono assunte con metodi nient’affatto oggettivi e quindi non in grado di evitare abusi .

I più forti esprimono di regola il Presidente e sono anche i meglio organizzati, presenti a livello politico e non con funzionari (come più spesso capita per il Sud e per le Regioni più piccole), ovviamente non dotate dell’autorevolezza per garantire la propria parte. (Basterebbe por mente al “trattamento” riservato all’Ordine del giorno per cogliere la assurdità di questo “Quarto” Organo dello Stato con prassi mai votate dal Parlamento e che le Regioni del Sud avrebbero dovuto contestare fin dal suo sorgere!). Si tratterebbe di riforme non incomprensibili, facilmente comprensibili dalla Gente e rese “obbligate” dalla crisi del Sistema: che Mattarella potrebbe ottenere in forma solenne quale condizione per il suo secondo mandato!

Ovviamente, potrebbe poi interromperlo qualche settimana dopo l’elezione del nuovo Parlamento … riformato e rinnovato, in grado di attendere meglio anche a questo suo compito, di eleggere il Capo dello Stato. Ed in condizioni di vantaggio per lo stesso Draghi, nel contempo pervenuto alla conclusione del suo impegno a Chigi e dunque molto più facilmente condivisibile come suo successore!

Poiché mentre scrivo, con due scrutini al giorno, questa mia ipotesi potrebbe essere facilmente superata dai fatti, mi permetto annotare che-comunque- le correzioni qui immaginate per il nostro Sistema (da affiancare adun nuovo metodo per rilanciare la partecipazione, cioè il feeling tra cittadini ed Istituzioni), sarebbero comunque da considerare urgenti. Perché la ferma determinazione di rilanciare e rigenerare il nostro “sistema”, a cominciare dai Partiti, non é più rinviabile!

*GIÀ SOTTOSEGRETARIO DI STATO


 

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