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DOPO MOLES, CADE PURE CASELLATI

Quirinale, non si fa ancora sul serio. Cifarelli (Pd): «Ora responsabilità»


POTENZA. Nel quinto giorno di elezione del Presidente della Repubblica la matassa si fa sempre più ingarbugliata. E per sbloccare l’impasse si è deciso di accelerare passando da una a due votazioni quotidiane. Alla prima di ieri gli astenuti sono stati 406 e, a metà spoglio, era già chiaro che sarebbe stata un’altra fumata nera.

La presidente del Senato Elisabetta Casellati, su cui il centrodestra ha fatto convergere i suoi voti, si è fermata a 382 preferenze, ben al di sotto del quorum della maggioranza assoluta (505 voti) che vale la salita al Quirinale. La corsa dei candidati di centrodestra sembra aver avuto una battuta di arresto. D’altronde anche l’ipotesi lucana di vedere il Sottosegretario all’Editoria, Giuseppe Moles si è del tutto infranta.

Dopo aver conquistato per due giorni consecutivi ben 7 preferenze, piazzandosi tra i primi dieci più votati per il Sottosegretario lucano la corsa verso il Colle si è conclusa. Al suo fianco anche la “sfidante” Casellati sembra non aver percorso poi così tanta strada in più. Nonostante l’azzurro Tajani abbia tentato in tutti i modi di provare a mettere qualcuno di suo gradimento al Quirinale si è dovuto arrendere.

Spazio, quindi, alla seconda convocazione della giornata per il sesto passaggio istituzionale. Il ministro Andrea Orlando rivela che Pd, M5s e Leu voteranno scheda bianca. Il centrodestra, al termine di un nuovo vertice, fa sapere che si asterrà. Intanto Matteo Salvini incontra Enrico Letta e Giuseppe Conte, poi vede il premier Mario Draghi.

Sono stati 336 i voti per Sergio Mattarella. Gli astenuti sono stati 445 mentre le schede bianche sono state 106. Il pm Di Matteo ha ottenuto 41 voti, Casini 9, Manconi 8. Draghi e Cartabia ne hanno incassati 5, Belloni 4, Amato 3, Casellati 2. I presenti in tutto sono stati 976 e i votanti 531. Le schede nulle sono state 4, i voti dispersi 9. Non è dunque stato raggiunto il quorum pari a quota 505.

Adesso si ricomincia con la girandola di incontri. La trattativa è ufficialmente aperta ma l’accordo tra i partiti sembra ancora lontano. Una situazione che in molti giudicano controproducente per il bene dell’intero Paese.

Necessita fare sintesi al più presto, e come sostiene uno dei grandi elettori lucani , il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli: «È ora della responsabilità». Già negli scorsi giorni il dem lucano aveva invocato ragionevolezza e buon senso per trovare «un’intesa costruttiva ». Non si può che sperare che la notte porti consiglio. Oggi si svolgerà il settimo scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato. La seduta avrà inizio alle ore 9,30. Qualora dovesse andare a vuoto anche il settimo scrutinio, è già prevista una seconda votazione nel pomeriggio dalle 16.30.


 

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