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«BARDI NON PUÒ SOLO CONGRATULARSI SULLE “ECCELLENZE” LUCANE, SERVE ANCHE UNA STRATEGIA PER FARLE RESTARE»

L’INTERVISTA: Pessolano di “Basilicata in azione” a 360° su lavoro, giovani, economia, futuro e politica

POTENZA. Donato Pessolano, Coordinatore regionale di Basilicata in Azione attenziona le scelte del governo lucano nei diversi ambiti di attualità che incidono, tra scelte e problematiche, sulla vita dei cittadini residenti in regione. Nell’intervista che rilascia a Cronache Lucane, Pessolano parte proprio da uno dei temi di attualità di questi giorni, la nomina del lucano Benedetto Vigna a nuovo amministratore delegato della Ferrari.

Una notizia che ci riporta ai tanti giovani talenti costretti a lasciare la Basilicata per un futuro migliore?

«Sì, mi fa piacere che il Presidente Bardi abbia fatto gli auguri a Vigna per il nuovo incarico, però questo vuol dire anche mettersi a tavolino e cercare di comprendere come non mandare via tutti i cervelli che abbiamo qui, cercando di arginare questa fuga di talenti. Immagino una interlocuzione con Vigna da parte del Governo Regionale, invitandolo a guardare alla propria terra d’origine e avanzando idee e proposte affinché anche la Ferrari guardi verso la Basilicata con delle ricerche o dei progetti che riguardino i nostri stabilimenti».

A proposito di stabilimenti, lei nei giorni scorsi ha toccato il tema “Stellantis” e l’opportunità di scongiurare ridimensionamenti. Qual è il suo pensiero in merito? «Partiamo dal presupposto che tutte le strategie industriali fatte a livello globale, hanno ripercussioni a più livelli: si parla tanto dei finanziamenti statali che l’Azienda ha ricevuto, ma è una cosa che viene fatta anche in altri Paesi, non è nulla di nuovo. Il problema più serio, a mio avviso, è nella ristrutturazione dell’Azienda, in quanto ci sarà una riduzione delle linee di produzione e di conseguenza dei posti di lavoro. Questo mette in crisi un tessuto sociale composto di numerose famiglie. La mia proposta è che oggi Sindacati, Associazioni, la politica tutta oltre i colori delle bandiere, ma soprattutto il Governatore Bardi con l’Assessore Cupparo, debbano mettersi a tavolino e aprire delle trattative col Governo nazionale e le multinazionali, quindi Setllantis, affinché si facciano delle proposte non solo per aumentare la produzione con le auto, ma anche con le batterie; L’Unione Europea difatti ha reso nota una statistica per cui tra il 2020 e il 2030 la richiesta del litio per produrre la batterie, crescerà esponenzialmente per via del  forte aumento dell’elettrificazione di autovetture, furgoni, autobus. Secondo le stime del Forum economico mondiale, vi è la necessità di incrementare la produzione globale di batterie fino a 19 volte per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio2. In questo la Basilicata deve essere pronta, deve proporre e pronta all’avanzata del cambiamento, producendo in loco le nuove batterie. Se ci guardiamo intorno, le maggiori produzioni sono in Cina, Usa, Polonia per cui in Europa non c’è una strategia chiara della produzione. Ci sono alcune aziende che stanno tentando in Italia, ma ad oggi, guardando alla Basilicata vorrei una regione che partisse prima. Stesso ragionamento vale per l’idrogeno, ricordiamo che la nostra regione era stata proposta come Centro nazionale di sviluppo e ricerca nel campo dell’idrogeno».

Qual è dunque il nodo della questione secondo lei?

«A parer mio, e lo dico chiaramente, manca il Piano strategico regionale, assente perché mai stato presentato dall’inizio di questo Governo regionale, per cui nell’assenza del PSR ricadono anche il filone del Recovery Found, il vantaggio per l’occupazione, i fondi messi a disposizione, ed è chiaro che senza presentare un Piano ed una idea che può essere ad impatto zero piuttosto che a vantaggio dell’occupazione, è chiaro che il Governo Nazionale non ci considera. Oggi la Basilicata rischia di rimanere in coda a tutte le altre regioni che si stanno muovendo, mentre poteva essere l’occasione per far ripartire la regione come perno del Sud Italia». Come “Basilicata in Azione” avete anche incentrato molto la vostra battaglia sulle infrastrutture sia a livello interregionale che inter-regionale, nelle aree interne. A che punto è la situazione?

«È un tema ormai storico se si pensa alla “quantità” di anni di cui se ne parla. Forse l’unica infrastruttura importante fu la realizzazione della Basentana, che ora è diventata vecchia ed oggetto di lavori. Il problema è che oggi non possiamo solo sollecitare, ma occorre “fare” coi tecnici che abbiamo qui (e non ricorrendo a persone di fuori regione) e cominciare collegare le zone che sono fulcro della Basilicata a vantaggio dell’agricoltura, del commercio e dell’industria. La Velocità di movimento crea più economia: se c’è disagio nelle infrastrutture ad un certo punto si rallenta tutta la filiera del lavoro».

A proposito di lavoro e di giovani, nei giorni scorsi si è tenuto un we-binar in linea con le proposte pro-grammatiche relative alle Politiche giovanili definite nel Next Generation, con lo scopo di favorire l’aumento delle competenze dei giovani lucani avvicinandoli alle richieste del mercato del lavoro e diminuire la dispersione scolastica. Cosa è emerso? «Ne è uscito fuori che la Basilicata ancora una volta è tra le ultime regioni sul tema, partendo comunque dal presupposto che l’Italia tutta è nel fanalino di coda rispetto all’argomento, basti pensare che agli ITS ci sono 15.000 iscritti in Italia, rispetto ai 400.000 della Germania ad esempio. Eppure sono importanti perché danno una possibilità di studio e professionalità all’interno di campi diversi rispetto a quello che può essere lo studio classico verso l’ingegneria piuttosto che altre, e danno la possibilità di rimanere in Basilicata intessendo una rete di contatti sinergici. È stato un incontro con relatori illustri provenienti da grandi Istituzioni pubbliche ed Enti privati per dare un contributo completo ai cittadini lucani. La cosa importante è arginare la desertificazione abitativa della nostra regione. Abbiamo capito da questo incontro che mancano gli ITS in Basilicata, ce n’è solo 1 che però rispetto all’investimento fatto di 900mila euro ha visto solo 9 diplomati prendere impiego, quindi un costo elevato; va subito fatto un bando per altri ITS, ma non deve essere pubblicato 15 giorni prima della scadenza, ma mesi prima, ed è un invito che faccio al Governo regionale, affinché si abbia la possibilità di fare migliori proposte e dare la possibilità a tutti i giovani di avere una professionalità».

Sono nati anche nel Metapontino i gruppi di Azione, il partito nato dall’iniziativa dell’ex ministro Carlo Calenda. Che novità ci sono in merito? «Azione è un partito molto giovane, è circa 1 anno e mezzo che ha vita con Carlo Calenda e Matteo Ricchetti. Da Coordinatore regionale devo dire che sono contento della professionalità che c’è all’interno, del sostegno e dell’organizzazione. Cresciamo piano piano ma cercando di fare una buona scrematura di quella che può essere l’influenza della vecchia politica che può mettere ai margini nuovi dirigenti per giocarsi una nuova partita. Questo è il lavoro che stiamo facendo attualmente. È difficile ma stanno nascendo dei nuovi gruppi territoriali composti prevalentemente da giovani che non avevano esperienze politiche, e questa è la cosa che ci fa più piacere perché non hanno preconcetti, ma idee nuove, una carica innovativa per fare una nuova politica».

Quali sono infine i prossimi appuntamenti o obiettivi?

«L’obiettivo più importante che abbiamo in vista è quello delle comunali di Roma: Calenda si sta giocando una partita importante ed è la persona a mio avviso più giusta per quella città. Inoltre se la Capitale ha un rilancio, di riflesso lo ha tutto lo stivale. A livello locale invece partiremo con degli appuntamenti sul territorio per farci anche conoscere, fare il tesseramento e far comprendere qual è la nostra idea. È chiaro poi che stiamo guardando anche alle scadenze di mandato delle amministrazioni comunali, concentrandoci lì dove siamo più presenti».

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