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IL COSTITUZIONALISMO DI BARDI E CUPPARO

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Avevamo lasciato l’assessore Francesco Cupparo alle prese con le intemperanze della sua grammatica politica con cui sta affrontando, da vero ornitologo, gli “uccelli del malaugurio” che svolazzano in nero contro il governo regionale e d’un tratto lo ritroviamo allievo autodidatta di Zagrebelsky ed immerso in studi costituzionali. L’occasione è quella della mancata impugnativa della legge in acronimo API-BAS e vale giustamente a rimettere in riga gli apocalittici che si sono esercitati troppo liberamente in lezioncine di diritto. Ora però, oltre l’intento, riprende quota esagerata la retorica del trionfalismo di cui ormai il settantenne Vito Bardi è divenuto il maggior rappresentante tra i governatori che pure non scherzano in quanto a propaganda lunare. Eppure la stessa ammissibilità costituzionale non riguarda certo la qualità della norma che si vedrà solo alla prova dei fatti ed il link allegato della decisione governativa dovrebbe per trasparenza essere onorato sempre, anche con esiti d’impugnativa e sentenze sfavorevoli che non ci risultano siano un’abitudine istituzionale. Ha scritto Aldous Huxley: “I trionfi della propaganda sono compiuti non facendo qualcosa, ma astenendosi dal farlo”.

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