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C’è una legge d’equilibrio dell’editoria che continua a far felici i lettori di tutto il mondo e che osserva che per ogni libro ritirato c’è ne sono almeno dieci in uscita. Nel caso di specie il volume, in anno domini 2020 e subito portato al macero, è quello partorito dalla trepidante penna del ministro alla salute Roberto Speranza che, con fare donchisciottesco, ha menato prematuro vanto per l’Italia che “ha piegato la curva del contagio con le sue scelte coraggiose”. Ora tanto per dirla tutta mentre vergava le audaci parole su inchiostro ormai indelebile e propiziava la nomina del suo sodale di partito, Filippo Bubbico a 240mila euro nella società pubblica Acquirente Unico, l’Italia non brillava certo per efficienza e capacità di reazione del governo alla crisi sanitaria, che ad oggi ha superato 107mila deceduti, col tasso di letalità più alto in Europa. Di tutto questo e quasi per contrappasso di verità, Luca Ricolfi con il sorprendente saggio, La notte delle ninfee, ci consegna in profondità d’analisi e valutazione statistica la catena infinita di ritardi, responsabilità, errori di questo malgoverno pandemico. Ha scritto Jean-Paul Sartre:“Si è sempre responsabili di quello che non si è saputo evitare”.

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