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CAPPIELLO, UN PASSATO DA ALLEATO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA E PD

di Maria Fedota POTENZA. La chiamano “coerenza”, in una concezione dinamica e copernicana di se stessi. Un termine abusato soprattutto

di Maria Fedota
POTENZA. La chiamano “coerenza”, in una concezione dinamica e copernicana di se stessi. Un termine abusato soprattutto dai politicanti. Quando intendono dire, cioè, che loro non sono cambiati mai e che hanno sempre militato nello stesso partito. Gli altri, invece, si sono adattati in base a dove tirava meglio il vento. Una tendenza non originalissima, ma in crescita. La Basilicata di questi abili “saltatori della quaglia” ne è piena.
L’ultimo caso di scuola è quello, freschissimo, di Antonio Cappiello – di cui esistono addirittura santini elettorali alla corte del centrosinistra – che si definisce un “duro e puro” appartenente alla Lega. 
E così anche il segretario è “saltato” da un esercito all’altro, passando per la candidatura alle provinciali nel Materano del 2009, appoggiando Franco Stella alla presidenza. Il nome di Cappiello compare proprio nella lista “Stella Presidente” appoggiata niente di meno che da Partito Democratico, Popolari Uniti, Italia dei Valori, Verdi, Partito Socialista, Sinistra per la Basilicata e addirittura Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani.
Chi conosce per via della sua meritata fama – e sono tanti -il segretario Cappiello potrebbe domandarsi: ma uno come lui cosa ci faceva nel centrosinistra? Eppure i “santini” non mentono e neanche le foto. Su internet basta digitare Franco Stella, elezioni provinciali 2009, che appaiono diverse foto a testimonianza; la più eloquente è quella in cui il candidato presidente presenta tutti i candidati della sua lista e Antonio Cappiello è in bella mostra proprio in prima fila.
Proprio lui, che usa toni duri e critici nei confronti di militanti di ritorno, di politici “pentiti” dalla frequentazione del centrosinistra, delusi, non convinti dalla scelta o magari, semplicemente, capaci di “fiutare” l’offerta politica più consona. Basta scorrere il suo profilo Facebook per scoprire cosa pensa dell’ennesima giravolta di Viceconte da sinistra a destra: «IL POPOLO LUCANO VUOLE POLITICI LEALI NO SPARA MERDA».
Possiamo definirlo un errore di gioventù? Un cambio di “casacca” dettato da facili innamoramenti? La risposta potrebbe darla solo l’interessato. Certo è che viene quasi spontaneo rivalutare la figura di Cappiello. Il segretario regionale della Lega è lo stesso che dieci anni fa nella sua campagna elettorale per le provinciali chiedeva voti per quel centrosinistra che oggi accusa di inciucismo e mancanza di trasparenza. Lui che in questi giorni è stato l’autore di diverse scaramucce all’interno del centrodestra lucano. Da Michele Casino di Forza Italia a Gianni Rosa di Fratelli d’Italia, finendo al suo stesso compagno di partito il senatore Pasquale Pepe, Cappiello ha avuto da dire la sua.
E così alle prossime regionali, l’elettore residuo votante troverà a destra – che siano direttamente impegnate o dietro le quinte – personalità con un pedigree certificato di sinistra e rintraccerà a sinistra esponenti della destra. Qualcuno potrebbe affermare che non è una novità, ma un abitudine. Giorgio Gaber infatti aveva capito tutto e già anni fa cantava “Ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra?”. E Cappiello sembra essere uno dei tanti ad aver preso alla lettera le parole del cantautore. Un duro e puro che senz’altro, come ci ha già abituato a leggere, dopo questo nostro articolo ci darà dei giornalai. Ma se raccontare la verità significa ciò, siamo ben lieti di essere accomunati alla categoria degli amici edicolanti.

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