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GUARENTE, L’INNOMINATO RICANDIDATO

TACCO&SPILLO

Corre voce che Matteo Salvini, con un certo senso d’anticipazione per la disfatta e tanto per mettere le mani avanti, abbia invogliato a più riprese Mario Guarente a lasciar perdere la corsa da sindaco di Potenza, vista peraltro la sequela di giudizi nei suoi riguardi di patrioti e centrodestra non proprio lusinghieri e pieni d’ironia feroce e che in tutta risposta e come suo costume politico se ne sia letteralmente infischiato pur d’evitare di beccarsi il destino d’esodato leghista che invece si meriterebbe più di tutti per l’azione continuata di peggioramento e sciagura che ha portato sistematicamente sulla città in ogni minimo angolo. Ora capita in queste regionali strane, piene d’angioletti silenzi e d’ipocrisie tattiche, che ci si guardi bene dall’annunciare la sua ricandidatura ufficiale perché si ha paura che l’ira funesta dei potentini si riversi in legittima vendetta su coalizione e candidati e così provate a chiedere conto ai vari patrioti Picerno, Galella, Bellettieri, Giuzio, Sagarese, Blasi, Polese e li vedrete subito sbiancare, glissando e cazzeggiando sullo scibile nazionale. Cantano i Crave:“Dire che spacco è sottovalutato! Rubo la scena, sono l’innominato…”  

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