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AUXILIUM, SBORNIA DA PROROGHE

Per la Coop fondata da Chiorazzo conflitto di interessi in Tribunale: se perde, vince. Ecco quanto tiene alla sanità lucana. Coi soldi pubblici più profitto ad ogni costo: anche se bisogna fare causa_ contro sé stessi

Come abbiamo avuto modo di dire nel nostro commento di ieri, gli interessi in conflitto tra Servizio Sanitario Regionale e l’Auxilium di cui Angelo Chiorazzo è il fondatore, varcheranno le porte di un Tribunale il 24 maggio prossimo. Quello che il lettore scoprirà, qualora voglia avere la pazienza di leggere per intero il nostro editoriale, è che il livello di conflitto di interessi nella questione “Assistenza Domiciliare” si spinge verso vette mai raggiunte prima superando il livello del conflitto con l’ente pubblico per integrarlo con una forma alquanto bizzarra di conflitto con sé stesso. È difficile orientarsi nel quadro normativo e nei conflitti in essere. Una difficoltà che ha colpito noi che pur proveremo, con i nostri pochi mezzi, a spiegare quanto sia esponenzialmente pericoloso per la Regione Basilicata e per i suoi cittadini il conflitto di interessi in corso tra Chiorazzo come fondatore di Auxilium ed (eventualmente) Chiorazzo come amministratore regionale.

IL QUADRO NORMATIVO

La bussola per trovare l’orientamento deve essere il quadro normativo, serve per poter comprendere la differenza tra autorizzazione, accreditamento ed accordo. Senza volersi dilungare sugli articoli legislativi possiamo dire che l’autorizzazione e l’accreditamento sono procedimenti finalizzati a controllare il possesso di determina- ti requisiti stabiliti dalla Legge. Per il soggetto privato l’autorizzazione è condicio sine qua non per l’accreditamento. L’accreditamento è elemento fondamentale e necessario per l’accordo in convenzione del servizio. In pratica, per poter svolgere l’attività sanitaria è necessario che la struttura richiedente abbia l’autorizzazione, per poterla svolgere a “spese” del servizio sanitario e, quindi, a spese del contribuente, è necessario che sia prima accreditata e, poi, affidatari del servizio. Con la Legge 178/2020 anche l’assistenza domiciliare è rientrata nell’ambito dei servizi assistenziali soggetti al regime di autorizzazione, accreditamento e accordo. In pratica, per poter svolgere questo servizio è necessario che la società richiedente, prima ancora di contrattualizzare il suo rapporto con il servizio sanitario pubblico sia autorizzata e accreditata.

LA GARA DELLA REGIONE BASILICATA

La Regione Basilicata, tramite la Direzione Generale della Stazione Unica Appaltante, in data 25 febbraio 2022 indiceva “Gara europea a procedura aperta telematica per l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare sanitaria, farmacologica, infermieristica, riabilitativa, medico, psicologica e di aiuto infermieristico nel territorio delle Aziende Sanitarie Locali di Potenza (ASP) e Matera (ASM)”, dividendo la procedura in quattro lotti, stabilendo il termine ultimo per presentare le offerte al 04 aprile 2022. Il 1 agosto 2023 la Direzione Generale della Stazione Unica Appaltante della Regione Basilicata affidava il lotto 1 (Cure domiciliari ASP) e il lotto 2 (cure domiciliari ASM) alla società risultante vincitrice, sottoscrivendo i contratti rispettivamente in data 24 Gennaio 2023 e 30 Gennaio 2024. Ed è proprio su questi due lotti che proveremo a concentrare l’attenzione nostra e del lettore che, se non si è perso fino ad ora, scoprirà che il tutto si tinge dei colori del giallo.

IL RICORSO DI AUXILIUM E LA MIMOSA

Per il lotto 1, “Auxilium Società Cooperativa Sociale” e “La Mimosa Società Cooperativa Sociale – Onlus – Impresa Sociale” hanno deciso di presentare ricorso al Tribunale di Potenza, sezione specializzata in materia di Imprese per chiedere allo stesso di «accertare la mancata condizione legale consistente nell’assenza dell’autorizzazione e/o accreditamento» della società aggiudicataria dell’appalto e «dichiarare la nullità assoluta del contratto» concluso tra l’ASP e la società aggiudicataria dell’appalto perché concluso in “violazione degli art 1418 e 1346 c.c.”. In pratica la società fondata da Angelo Chiorazzo eccepisce che “con riferimento al raggruppamento di imprese aggiudicataria del servizio di cui al lotto 1” le imprese facentene parte sono una autorizzata successivamente alla stipula del contratto e non accreditata, l’altra non è né accreditata né autorizzata.

CHI SONO LE IMPRESE AGGIUDICATARIE?

Fino a qui tutto sembra nella normale dialettica processuale. Una società che ritiene irregolare la gara d’appalto fa ricorso per farla annullare. È una cosa che abbiamo visto decine e decine di volte, accade quotidianamente nelle Aule di Giustizia. Di solito è la società che si è vista superata e non si è aggiudicata l’appalto a ricorrere contro chi si è aggiudicato l’appalto e non avremmo trovato nulla di strano se Auxilium avesse fatto ricorso per far annullare un appalto dal quale era stato escluso. L’anomalia della vicenda è che le imprese che, secondo Auxilium e la Mimosa, si sarebbero aggiudicate l’appalto del servizio di “Assistenza Domiciliare” senza avere i prescritti requisiti di accreditamento ed autorizzazione so- no Auxilium e la Mimosa. Non si stropicci gli occhi il lettore e non cerchi un refuso. È proprio così: Auxilium fa causa all’ASP perché avrebbe affidato il servizio di assistenza domiciliare ad Auxilium che non aveva (secondo Auxilium) i requisiti per partecipare alla gara. Sarà il giudice a risolvere questo dilemma cercando di svelare l’arcano giuridico. Noi, per scelta, non entriamo nel merito delle vicende giudiziarie.

QUALI GLI INTERESSI IN CONFLITTO

La Sanità lucana è oggetto di quotidiana polemica da parte del centrosinistra sia per quanto riguarda la sua efficienza che per quanto concerne i suoi costi. Nel ricorso presentato da Auxilium contro l’ASP si dice che «lo svolgimento di attività sanitaria in assenza di autorizzazione si risolve in un’attività illecita nonché potenzialmente lesiva dei diritti e della salute dei cittadini». Lo dice in riferimento all’appalto aggiudicato dalla stessa Auxilium che, quindi, se non abbiamo compreso male avrebbe chiesto di partecipare ad una gara per svolgere una (usiamo le sue stesse parole) «attività illecita e potenzialmente lesiva dei diritti dei cittadini». Perché qui i casi sono due o esiste uno sdoppiamento della personalità di Chiorazzo o esistono interessi economici diversi che magari coincidono con la differenza di profitto che c’è nell’appalto della Regione Basilicata e quello che la stessa Auxilium avrebbe qualora, annullato il con- tratto, potesse continuare a lavorare in regime di proroga. Il più classico schema del conflitto di interessi. Auxilium, per tutelare il suo interesse di impresa, prima ha partecipato ad una gara d’appalto alla quale (secondo le sue stesse parole) non aveva i requisiti per partecipare, poi se l’è aggiudicata (secondo le sue stesse parole) in assenza dei requisiti ed, infine, ha fatto causa per chiedere l’annullamento del contratto per ottenere un maggior profitto. Ci chiediamo se il fondatore di Auxilium che parla ogni giorno della sanità lucana che non funziona sappia che la società fondata dallo stesso e amministrata dal fratello voleva svolgere a spese dei contribuenti una attività (che lui stesso definisce) «illecita e dannosa per i cittadini»?

Di Massimo Dellapenna

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