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DON COZZI E QUELLA MANCANZA DI RISPETTO PER L’ABITO CHE INDOSSA

Dimenticata la sacralità del suo magistero che non può essere di parte ma deve essere universale

Don Marcello Cozzi scende in campo contro Bardi. E’ la prima volta, a nostra memoria, che un sacerdote scende in campo così apertamente contro un candidato in campagna elettorale.

Lo fa senza mezzi termini dichiarando “non mi meraviglia l’assenza del governatore Bardi perché è in linea con quanto abbiamo registrato in questi cinque anni, durante i quali non lo abbiamo mai visto” unendosi, così, al coro della sinistra lucana che continua a rimproverare Bardi di una presunta, e del tutto immotivata, assenza dal territorio.

Lo fa in campagna elettorale entrando a gamba tessa nelle questioni politiche, ignorando il rispetto dell’abito talare che indossa, della sacralità del suo magistero e dell’importanza della sua funzione di guida pastorale che non può essere di parte ma deve essere universale.

Lo fa parlando nella fondazione Interesse Uomo che, così, disvela il suo ruolo e smette di essere un organismo a tutela della persona e per il contrasto all’usura per diventare una struttura parallela del centrosinistra.

IL MAGISTERO DELLA CHIESA E IL SILENZIO DI DON COZZI

Don Marcello Cozzi è un sacerdote. Il magistero di Santa Romana Chiesa non ha mai negato il diritto dei cattolici e, quindi, anche dei chierici di esprimere opinioni politiche.

Nella Costituzione Gaudium et Spes i padri conciliari esortano “i fedeli a compiere fedelmente i propri doveri terreni, facendosi guidare dallo spirito del vangelo” specificando che: ”sbagliano coloro che, sapendo che qui noi non abbiamo una cittadinanza stabile ma che cerchiamo quella futura, pensano di poter per questo trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno” ma fissano anche dei paletti.

“I cattolici, in questo frangente, hanno il diritto e il dovere di intervenire per richiamare al senso più profondo della vita e alla responsabilità che tutti possiedono dinanzi ad essa. Giovanni Paolo II, continuando il costante insegnamento della Chiesa, ha più volte ribadito che quanti sono impegnati direttamente nelle rappresentanze legislative hanno il «preciso obbligo di opporsi» ad ogni legge che risulti un attentato alla vita umana”, scrive la congregazione per la dottrina della fede e aggiunge “la coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti” facendo esplicito riferimento al “caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia che devono tutelare il diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale”.

A noi non è parso di vedere lo stesso impegno politico di Don Cozzi quando da alcune parti politiche si sono levate voci per presentare in Basilicata (e non solo) una Legge regionale che faciliti quella che viene chiamata morte assistita e che, in realtà, altro non è che il bel nome da dare all’Eutanasia.

Ci piacerebbe sentire la sua voce su questo chiedendo ai Cattolici di tener fede alla propria visione del mondo nell’espressione del voto.

Don Cozzi, invece, si ferma a sottolineare le assenze di Bardi come farebbe a fa un qualsiasi candidato del centrosinistra o un qualsiasi suo supporter. Se queste erano le premesse aggressive dell’incontro bene ha fatto Bardi a disertarlo. Don Cozzi e la fondazione “Interesse Uomo” hanno deciso di essere sponsor del centrosinistra, non riusciamo a capire perché Bardi avrebbe dovuto partecipare.

Piuttosto ci chiediamo che credibilità abbia la terzietà di una fondazione quando decide di diventare parte politica.

di Massimo Dellapenna

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