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COME SI CAMBIA PER SOPRAVVIVERE

Robortella dal Pd a FdI. Picerno rivendica la coerenza ma dimentica di essere stato candidato col csx 10 anni fa. “La Vera Basilicata”in corsa per un seggio in Consiglio: in vantaggio su tutti Ruggieri

Di là i morti, vado verso la vita», così Gabriele D’Annunzio comunicò nel 1897 il suo passaggio parlamentare dalla destra alla sinistra. Il Vate era uomo dai grandi voli artistici e fisici, poeta, militare, romanziere e anche politico. Il genio ammette la sregolatezza e possiamo anche perdonare all’autore de “La beffa di Buccari” un cambiamento di idee. Il Poeta ne ebbe tante nella sua vita. La nostra poca cultura non ci consente di conoscere le poesie di Robortella, non ci risulta abbia volato su Vienna e, francamente, non credo abbia un Vittoriale nel quale passare le sue giornate. Il suo è solo il più classico, cinico e utilitaristico trasformismo politico alla fiera delle opportunità. Cinque anni fa si candidò con il Partito Democratico. Oggi lo troviamo candidato il Fratelli d’Italia. Passare dal ritratto di Berlinguer a quello di Almirante dovrebbe lacerare la coscienza, qualora se ne abbia una con un minimo di sensibilità politica. Evidentemente il figlio d’arte o non ne ha o la nasconde bene. Se ne avesse una avremmo dovuto percepire un travaglio da “notte dell’Innominato”, non ne abbiamo avuto sentore, non abbiamo colto nessun segnale, nessuna spiegazione e nessun turbamento. Semplicemente la perseverante continuità della postazione che fa inseguire il posto più comodo dove poterla conseguire. Il PD non è più il Partito Regione, naviga in acque mosse e lui se ne va nel nuovo partito di maggioranza relativa.

PICERNO SMEMORATO

Chi, invece, ostenta una coerenza tutta di un pezzo è Fernando Picerno. Nel suo video di presentazione ci dice che è stato sempre dalla stessa parte negli ultimi 25 anni. Ad una certa età, evidentemente, la memoria inizia ad essere selettiva e perde colpi. Sarà per questa amnesia che l’assessore di Forza Italia dimentica che dieci anni fa si candidò al Consiglio comunale di Potenza nel centrosinistra a sostegno di Petrone. Si spostò a sinistra perché si era stancato di stare all’opposizione e voleva governare. Evidentemente sbagliò i suoi calcoli e si trovò all’opposizione. Il centrodestra che aveva sempre perso le elezioni comunali di Potenza, liberatosi di Fernando Picerno, per la prima volta vinse le elezioni determinando l’inizio di quell’effetto dominio che causò lo sgretolamento del Partito Regione. Nel mutevole percorso ad ostacoli della vita politica ha cambiato per due volte idee. Può capitare. Peccato se ne sia dimenticato, sarebbe stato un’opportunità per dare qualche spiegazione.

LA BASILICATA VERA PUÒ FARCELA

I sondaggi quotano molto bassa la lista di “La Vera Basilicata”. La quotano talmente bassa da rendere quasi difficile se non impossibile immaginare un seggio per lei. Vale per lei, però, quello che abbiamo già detto per “Orgoglio Lucano”: verosimilmente il nome della lista ancora non è rimasto nella mente degli elettori. Alle domande dei sondaggisti il voto ad “Orgoglio Lucano” non appare forte perché i cittadini che hanno intenzione di votare i candidati della lista più che la lista in quanto tale. Le liste civiche del Presidente non giovano del voto di opinione che ruota intorno ai Partiti, si nutrono di preferenze personali. Noi siamo convinti che “La Basilicata Vera” sia sottostimata e possa fare il risultato che gli consenta di prendere il seggio a Via Verrastro. La lista è fatta bene e copre bene il territorio. Sul podio sembrano esserci Di Ioia e Ruggieri. Il primo ha dalla sua l’esperienza della precedente campagna elettorale e il ruolo che ha svolto in questa legislatura anche con una fugace apparizione in Consiglio regionale. Ruggieri ha dalla sua il fatto di essere alla sua prima esperienza politica, di essere carico di entusiasmo e di ricoprire la carica di presidente dei dentisti lucani e, quindi, di disporre di una vasta rete territoriale cui rivolgersi per chiedere ed ottenere il consenso. Resta da comprendere quanto il ruolo politico “rato e non consumato” da Di Ioia lo abbia logorato e quanto, invece, gli dia un vantaggio rispetto al più fresco candidato proveniente dalla società civile.

Di Massimo Dellapenna

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