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BASILICATA CASA CADUTA

Solitario e impaurito: l’Angelico si piega ancora a chi lo aveva umiliato. Marrese vola e il cdx non si scompone. Chiorazzo fa i conti con la realtà e si ritira per la seconda volta: sottomesso va con Pd e M5s

Ed ecco la “Casa Caduta”: Basilicata Casa Comune è crollata. Del tutto. Qualche tramezzo in realtà è ancora in piedi ma per il resto sono solo macerie. Per fortuna si tratta solo di politica (davvero?) e quindi non ci sono vittime. Se non la credibilità. Quella Angelo Chiorazzo la vede ridimensionata, almeno politicamente. Poi come imprenditore continuerà sicuramente a fare successo, ma la politica meglio che la faccia fare ad altri. Altro che “erede di Andreotti”. «Ma mi faccia il piacere!”», direbbe Totò. In tutto questo ne escono male, ma non malissimo quelli che fino a ieri sera lo incitavano fino a sfiorare atteggiamenti parossistici. In fondo quelli che si stracciavano le vesti a favore dell’angelico Chiorazzo una soluzione la troveranno anche questa volta. Un profeta di questi tempi si genera alla velocità di qualche “clic”. Anzi a sentire le sirene l’hanno già trovato tornando in fila indiana alla “casa madre” e cioè al Pd della Schlein che evidentemente all’improvviso non è più la matrigna delle favole ma un punto di riferimento al caldo della propaganda. Questo per le donne e gli uomini. Diversa la sorte di “Basilicata Casa Comune”. Quella è proprio crollata. Evidentemente, al netto delle suggestioni di qualcuno, le fondamenta si poggiavano su un terreno di suggestioni, di iperboli funamboliche non aderenti alla realtà. Non attaccate al terreno (ma in fondo che ne sanno gli “Angelici” di cose “mediocri” come la terra o peggio il fango). Era tutta una narrazione costruita ad arte e poco più. Ma la memoria aiuta a non cancellare le cose dette e sentite e lette. E così oggi le frasi che per mesi hanno riempito il dibattito fanno sorridere se non fosse anche triste il tentativo portato avanti per mesi di far credere quello che non era. «Chiorazzo anche da solo vince le elezioni». Oppure: «Chiorazzo può arrivare al 60 per cento». «Chiorazzo non si fermerà mai». «Andiamo avanti chi c’è c’è». Eppure è bastato poco, invece, per far crollare la Casa. Ormai caduta. È bastato prendere carta e penna per fare le liste dei candidati (quelle non si fanno con gli slogan e le parole) per rendersi conto che “l’esercito” di Chiorazzo non era altro che una proiezione di qualche desiderio. La lista, anzi le liste, che Chiorazzo a sentire gli “ultras” aveva pronte da mesi, non c’erano più. La realtà è apparsa in tutta evidenza anche all’Angelico e ai suoi “serafini”, “arcangeli” e compagnia bella. L’imprenditore di Senise alla fine si è accorto di essere un re nudo. Perché alla fine sul candidato Marrese, sul candidato politico e attuale presidente della Provincia di Matera targato Pd, si è sciolto tutto il racconto del civismo a oltranza. Chi ha la tessera dem ovviamente ha fatto notare che non poteva più assicurare la propria presenza “civica”. C’è chi racconta di un vero fuggi fuggi. Certo ora c’è chi proverà ancora a raccontare di pani e di pesci, di mari che si dividono e altre miracolose vicende proiettandole in maniera illogica dal Vangelo alla politica nostrana. Ma la realtà è un po’ più comune e meno angelica: Chiorazzo non era l’uomo della Provvidenza. Non lo era e ora al massimo proverà a far vincere Marrese. Ma visti i precedenti non c’è da aspettarsi chissà cosa da “Basilicata Casa Comune” tramutatasi nel frattempo in una stanzetta del Pd.

Di Massimo Dellapenna

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