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SPOPOLAMENTO, BASILICATA CASO NAZIONALE

Focus aree interne, Tortorelli (Uil): «non c’è più tempo da perdere, scelte programmatiche urgenti». Risulta la regione col maggior numero di comuni con variazione della popolazione negativa

Sempre meno abitanti e sempre più anziani: la Basilicata «è la regione (89,3% a fronte del 49,3% della media italiana) con il maggior numero di comuni con una variazione della popolazione negativa». Focus de “Il Sole 24 ore” sulle aree interne in cui ricadono i comuni più periferici in termini di accesso ai servizi essenziali quali salute, mobilità ed istruzione. In Italia, la parte principale del territorio (oltre il 58%) è costituita da aree interne. La Basilicata è risultata la regione con la maggiore percentuale di comuni in forte spopolamento (tasso di crescita continuo negativo, inferiore al -4 per mille annuo: 90 comuni su 131 totali. «La fotografia della Basilicata – ha commentato il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli – dovrebbe diventare l’ennesimo campanello d’allarme utile a concentrare ogni sforzo per bloccare l’emorragia demografica, prima emergenza sociale. Altro dato, anche questo non nuovo, che ci viene consegnato riguarda il 72,5% dei nostri comuni classificati periferici o ultra periferici, a conferma della marginalità che vivono i tre quarti delle comunità locali. L’altra faccia dello spopolamento è il crescente disagio sociale che sfocia nell’aumento delle famiglie lucane in povertà. Altro tema è quello dei servizi, la cui assenza accentua via via nel tempo un processo di spopolamento, o comunque di impoverimento, vista la migrazione di giovani e l’innalzamento progressivo dell’età media». «Non c’è più tempo – ha proseguito il sindacalista – e non si possono più rinviare scelte di programmazione sempre più urgenti come in tema di Pnrr e di fondi europei destinati alla Basilicata per i prossimi cinque anni. Occorre pensare ad un modello di società diversa: è necessario intervenire per sostenere questo disagio economico e, soprattutto, in- vestire sul lavoro stabile e di qualità che possa portare un nuovo slancio nella nostra regione, riattivando i consumi e quindi la produzione industriale. In questo senso le risorse economiche del Pnrr e dei fondi strutturali europei possono essere un’occasione fondamentale per questa svolta, ma è opportuno coinvolgere tutti gli attori a partire dalle parti sociali. Per tutto questo, come abbiamo nuovamente denunciato nel recente Seminario di Matera sull’Autonomia Differenziata, il “Ddl ammazza Sud” di Calderoli e del Governo, che mina le fondamenta dell’unità e la coesione nazionale, spaccherà il Paese in due, penalizzando chi ha di meno e avvantaggiando chi ha di più, va fermato. Questo provvedimento ancora non è legge dello Stato, ma ha già iniziato a dispiegare i suoi effetti secessionisti». «Per ridurre le diseguaglianze sempre più marcate fra una parte e l’altra del Paese e, allo stesso tempo, per aiutare la convergenza del Mezzogiorno verso il resto della Nazione – ha concluso il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli -, occorre rilanciare un patto per lo sviluppo, la crescita economica in Basilicata e la difesa del welfare, incentivando la contrattazione aziendale: senza salari adeguati al recupero del potere d’acquisto perso negli ultimi anni – circa il 10% – il rischio è di una stagnazione con un ulteriore aumento delle diseguaglianze e della povertà”. Contro lo spopolamento è questo il momento di scelte coraggiose».

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