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IL PASSAGGIO DALLA VICINA CALABRIA ALLA BASILICATA

Torna d’attualità la proposta di passare i comuni di Tortora, Ajeta e Praia a Mare dalla regione calabra a quella lucana

Il Comitato civico “Passaggio a Nord Ovest” si riunirà il 17 marzo presso l’Hotel Napoleone di Tortora, alle ore 18, per sostenere il passaggio dei comuni di Tortora, Ajeta e Praia a Mare dalla Calabria alla Basilicata. Non è un’idea nuova, lo stesso Comitato si era riunito già nel 2014 portando avanti l’istanza che questi territori era- no troppo lontani dai centri di potere politico calabresi non solo in termini geografici. In questi 10 anni questo Comitato civico dal nome così iconico non è stato fermo. L’idea non è mai tramontata di vedere rinascere questi territori così come erano dagli anni ’60 agli anni ’80 dello scorso secolo con la nascita di grandi attività industriali e di un turismo fatto di viaggiatori di qualità che portarono i tre comuni confinanti a periodi di grande progresso fatto di sviluppo economico industriale e turistico. Al grido “Riprendiamoci Blanda” il comitato vuole riaccendere i riflettori e riavviare le procedure previste dal- la legge per concretizzare questo passaggio verso la terra lucana. Immagino dovrà esserci un referendum che stabilirà se tutti gli abitanti vogliono spostarsi e se i lucani vorranno accoglierli, come io spero! Un paio di anni fa avevo pubblicato un articolo sulla zona costiera fra Castrocucco e Fiuzzi dal titolo “…In finibusLucaniae. Historicalcartographic of the Tyrrheniancoast and demographic techniques” nel quale riflettevo sulle fluttuazioni demografi- che nella consapevolezza che in pochi chilometri di costa si sono formati, nel corso dei secoli, molti abitati alcuni dei quali si sono spopolati e sono scomparsi, altri si sono trasformati nella ciclica alternanza che, nel corso della storia, hanno visto gli uomini preferire abitare sulle coste e le pianure o sulle colline e monti. Anche il fiume Noce e la sua foce in territorio di Tortora che è stato ed è considerato il confine naturale fra le due regioni, oggi rappresenta un corso d’acqua super protetto dalla popolazione calabro-lucana e un punto di forte unione, specialmente nell’ultimo periodo, per evitare che le sue acque vengano inquinate in tutto il suo corso che attraversa territori e vallate di entrambe le regioni. Se dovessi dare un termine di inizio per raccontare le evoluzioni di questo piccolo tratto di costa partirei sicuramente dalla città di Blanda non più esistente e cercata per molto tempo fra Maratea e Cirella. Solo nel 1891, Michela Lacava identificò Blanda nei pressi di Tortora recandosi sul luogo e portando alla luce una serie di impor- tanti ritrovamenti fra il fiume Noce e la Fiumarella di Tortora. Da allora sono seguite moltissime campagne di ricognizione e scavo che continuano ancora oggi e che hanno potuto ricostruire le evoluzioni di questo abitato che da città enotra del VI secolo a.C. divenne lucana e poi municipium romano con la trasformazione del nome in Blanda Julia in onore di Augusto e il suo abbandono nel V secolo d.C. Fu insediato un nuovo sito posto vicino la Fiumarella di Tortora con la fondazione di una diocesi: trattasi di più di mille anni di storia nei quali Blanda fu protagonista e città capoluogo di questo tratto di territorio che, con la nascita della sede diocesana, riunì località lucane e calabresi facendo ben intende- re quanto fossero unite tradizionalmente le comunità che nascevano intorno al fiume Noce e ai suoi tumultuosi affluenti. Anche il vicino feudo Castrocucco perse l’autonomia di feudo indipendente e dopo 400 anni di vita scompare dalla scena della storia come Blanda Julia ma nel corso del XV secolo. I pochi superstiti e che, probabilmente, cominciano a insediarsi in altri piccoli villaggi montani verso Maratea, graviteranno da questo periodo in poi verso la Basilicata e staccandosi del tutto dalla primigenia vocazione calabrese. Castrocucco rimane ancora oggi la porta d’accesso della Basilicata sul Tirreno e sarebbe necessario recuperare la città disabitata, riqualificarla anche illuminandola per renderla una meta turistica anche notturna in considerazione del paesaggio mozzafiato che si gode da quell’altezza. Quando i la- vori di recupero del tratto stradale dopo la terribile frana dello scorso anno lo consentiranno… Il tratto di costa descritto non ha subito una eccessiva cementificazione e si presenta ancora pieno di angoli naturali con flora e fauna caratteristiche, tipo il giglio di mare. Da circa 50 anni stiamo assistendo ad un altro fenomeno che caratterizza tutti i paesi che si ergono sulla cima di colline e monti e cioè l’abbandono per insediare zone pianeggianti e sulla riva del mare. Se Ajeta già nel 1928 si era definitivamente svincolata da Praia a Mare che diventava comune autonomo e che aveva trascinato sul suo sviluppo per circa 1000 anni, oggi dovrà succedere il contrario. Aieta, con soli 750 abitanti attuali, resterà il salotto elegante e buono di Praia che dovrà trascinare il bellissimo e caratteristico centro montano verso uno sviluppo diverso. In questo periodo Praia a Mare può considerarsi il capoluogo di questo tratto di costa specialmente per le bellezze naturali e paesaggistiche di Fiuzzi e dell’isola di Dino. Lo stesso è successo a Tortora che si è sviluppata con un grande insediamento verso il mare per ragioni turistiche e nel centro storico, l’antica Tortora, vivono solo 500 abitanti. Anche Tortora paese, come viene definita, è il salotto buono di Tortora marina anche per la creazione di un interessantissimo museo sugli scavi di Blanda del quale è in corso la riqualificazione e valorizzazione per una migliore fruizione. Oggi Castrocucco sta vivendo un momento di forte crisi ma io sono sicura che presto si risolleverà trovando nuova linfa anche dalle vicine Tortora, Ajeta e Praia. Lo spero da lucana che vive sette mesi in Basilicata e cinque in Calabria… in finibusLucaniae!

Di Antonella Pellettieri

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