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VUOTI A SINISTRA, CHIORAZZO LI VUOLE

Con l’accordo a destra ancora da sottoscrivere con Italia Viva, Azione alla finestra. Intese dopo l’Abruzzo. Messaggio a Conte e Schlein: se lui non presidente, Macchia a Potenza e Antonelli in Umbria

Qualcuno tra Conte e Schlein o forse entrambi credevano di poter chiudere la pratica Basilicata in poco tempo magari promettendo o assicurando un posto a Chiorazzo da qualche parte. Le voci che si susseguivano tra ieri e l’altro ieri davano la soluzione della vertenza prima nella giornata di sabato, poi entro l’ora di pranzo di domenica. Non è andata così anzi la situazione sembra rendersi sempre più complessa.

CHIORAZZO RADDOPPIA

Il primo risultato il re delle Coop l’ha ottenuto obbligando il presidente Conte e Schlein a trattare con lui da pari. Per chi sa leggere la politica è un risultato non di poco conto. Nella prassi politica i segretari nazionali trattano solo con altri segretari nazionali. Le vicende locali e le forze politiche locali vengono gestite dai vertici territoriali. Mettendosi allo stesso livello di Schlein e Conte, Chiorazzo è diventato nei fatti un leader nazionale. A conferma della notizia, nonostante qualcuno si sia “rizelato” per il nostro pezzo di sabato (vedi foto) c’è il comunicato che annuncia che anche in Umbria nasce “Umbria Casa Comune”, pronta a correre con le sue liste e un proprio candidato presidente nelle prossime elezioni regionali. Un modo esplicito per chiarire che la volontà di fare politica e di svolgere un ruolo anche a nome del laicato cattolico Chiorazzo ha intenzione di praticarla anche fuori dai confini della nostra Regione. Del resto, nella evidente crisi della sinistra italiana e nella difficoltà esistenziale del M5S, la possibilità di rappresentare quella fetta di elettorato che non va più a votare perché non trova chi lo possa rappresentare esiste e Chiorazzo sarebbe in grado di raccoglierla anche fuori dalla sua terra. Come ama ripetere, l’imprenditore è partito da Senise per diventare un grande a livello nazionale nel suo settore. Potrebbe provarci anche in politica. Tra i salotti della Schlein e i moralisti dei Cinque Stelle manca la voce del solidarismo del cattolicesimo sociale che oggi è sempre più muto nello scenario politico soprattutto a sinistra.

MACCHIA, POTENZA E L’UMBRIA

Intanto prende sempre più corpo l’ipotesi di candidare Macchia a sindaco di Potenza. Come avevamo anticipato la logica che sovrintende questa strategia è che se non esiste un accordo sulla Regione Basilicata non può esistere neanche per il Comune di Potenza, benché meno per l’Umbria. Insomma un modo per mettere ancora più nell’angolo Conte e Schlein. E così, qualora non dovesse trovarsi una quadra, il “campo largo” rischia seriamente di perdere via Verrastro, non arrivare al ballottaggio al Palazzo di Città e perdere potenzialmente l’Umbria. Sarebbe una debacle completa che rappresenterebbe davvero la fine definitiva di una intera classe dirigente e di uomini e partiti che la hanno guidata in Basilicata e non solo.

LA DIFFICILE TRATTATIVA

Ecco perché la trattativa, al di là degli ottimismi di facciata, non è facile da chiudere. Chiorazzo è andato troppo avanti per poter tornare indietro senza colpo ferire. L’unico accordo che potrebbe essere decoroso per il grande imprenditore di Senise potrebbe passare per la sua candidatura a presidente della sua Regione, e per un “nulla osta” con appoggio a altri candidati a Potenza e in Umbria. Inimmaginabile che Chiorazzo abbia costruito tutto questo per uno strapuntino a via Verrastro. Chiorazzo perderebbe ogni credibilità qui e in Italia. Una scelta non facile per Conte e Schlein che hanno trovato un osso più duro dei loro denti.

PITTELLA DICE NO

A complicare la situazione lucana e il buon esito della trattativa per un nome unico del “campo largo” ci pensa anche Marcello Pittella. In un suo post su Facebook il guerriero di Lauria ha scritto che hanno «contestato il metodo di scelta del candidato presidente dall’inizio, e si continua a sbagliare ancora. Tre persone chiuse in una stanza pensano di poter decidere per tutti. L’eventuale coalizione viene ignorata, e nel silenzio complessivo, ci si aspetta poi l’ubbidienza?». Un messaggio che non lascia spazio ad interpretazione, Azione e Pittella non condividono la metodologia che si sta usando per risolvere il problema leadership in Basilicata e se ne chiamano fuori. Il rischio è che anche un eventuale accordo tra M5S, PD e BCC lasci fuori i centristi che potrebbero optare per il sostegno a Bardi. Aspettiamo di capire, ma sembra che i tempi siano ancora relativamente lunghi. Almeno a risultato della elezioni Abruzzesi acquisito. Se si considera, tra l’altro, che a destra una intesa di massima con Italia Viva è stata trovata ma non ancora sottoscritta. Dunque, mai dire mai…

Di Massimo Dellapenna

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