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CHE PASTICCIO IN LARGO DUOMO, IL PENSIERO UNANIME: «GIÙ LE MANI DA QUELLE BASOLE»

Auditi in Commissione l’assessore Di Noia e l’architetto D’Urso. Chiesta l’autorizzazione alla Soprintendenza solo dopo l’inizio dei lavori

II lavori in largo Duomo, nel cuore del centro storico di Potenza, sono approdati, anche se con notevole ritardo, in Terza e Sesta Commissione consiliare permanente. Come ampiamente anticipato da Cronache, ieri mattina si è tenuta presso la Sala delle Commissioni in piazza Matteotti, una seduta con oggetto “manutenzione straordinaria viabilità pedonale e veicolare del Centro storico”. Un argomento questo che infervora il dibattito dentro e fuori il Palazzo di Città. Da queste colonne abbiamo raccontato come l’intervento in una delle piazze più importanti della città, abbia interdetto, per le modalità con le quali è stato posto in essere, i consiglieri di opposizione ma anche diversi esponenti della maggioranza. È stato chiesto preventivamente il parere della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata così come previsto dalla legge? Perchè il progetto iniziale prevedeva il riutilizzo delle basole presenti, laddove è possibile, e ora si pensa ad una loro sostituzione? Le basole rimosse che fine faranno? Perchè il progetto non è stato discusso, a tempo debito, nelle competenti Commissioni? Queste sono solo alcune delle domande poste e alle quali hanno risposto l’architetto Valeria D’Urso, responsabile unico del procedimento e l’assessore alla viabilità del Comune di Potenza Massimiliano Di Noia. La Seduta presieduta dai presidenti Rocco Bernabei e Mary William è stata molto partecipata a dimostrazione di quanto l’argomento sia sentito. Dalla discussione è emerso che l’autorizzazione a realizzare l’intervento, sia stata chiesta alla Soprintendenza il 14 febbraio scorso, due giorni dopo l’inizio degli stessi e soprattutto dopo che l’indignazione dei cittadini è esplosa sui social. L’autorizzazione andrebbe chiesta prima, in modo che analizzando il progetto e facendo le opportune verifiche, l’organo di tutela del patrimonio possa pronunciarsi a favore o meno. Ma non è stato fatto. Pare invece che si sia preferito iniziare i lavori, rimuovere le basole con mezzi meccanici non proprio idonei al delicato scopo tanto da scheggiarle o romperle, rendersi conto, tardivamente, del tipo di materiale utilizzato per posizionarle e che alcune hanno uno spessore maggiore di altre, per arrivare alla conclusione che sarebbe meglio sostituire la pavimentazione. E allora si bloccano i lavori, si chiede l’autorizzazione alla Soprintendenza e si propone una variante al progetto iniziale, sostituire le basole anziché riposizionarle appunto, e si attende. Una scelta discutibile che ha trovato la ferma opposizione di molti dei consiglieri presenti. «Io mi batterò fino alla fine per farsi che le basole presenti siano riutilizzate e integrate laddove ce ne sia bisogno» sentenzia il consigliere Roberto Falotico. Discutibile anche la scelta di rimuovere le pietre laviche con mini escavatore e martello pneumatico: «Se l’intenzione fosse stata quella di recuperare le basole presenti si sarebbe dovuto fare in altro modo e con mezzi diversi. Per come sono state rimosse, secondo me, se ne recuperano davvero poche» fa notare il presidente Bernabei, dello stesso avviso il consigliere Di Giuseppe. Il modo in cui è stato programmato l’intervento presenta dei punti oscuri, probabilmente non è stata fatta la giusta analisi e le giuste considerazioni inizialmente ma ora si presente un ulteriore problema oltre a quelli già esposti: la mancanza di tempo. È in largo Duomo che è posizionata la Cattedrale di San Gerardo presto protagonista di importanti appuntamenti per la comunità potentina e non solo: la festa patronale, l’insediamento del nuovo Vescovo a maggio. La piazza deve essere assolutamente pronta e anziché procedere spediti, si attende. «Posto che il progettista avrebbe dovuto verificare tutti gli aspetti tecnici prima che iniziassero i lavori, ora sarebbe il caso di recuperare il più velocemente possibile provando a non apportare ulteriori modifiche rispetto al passato. Sarebbe il caso di riposizionare le basole esistenti anziché metterne di diverse» afferma nel suo intervento il consigliere Telesca. Insomma il riposizionamento delle basole esistenti sembrerebbe accomunare tutti i presenti ma non solo, sono gli stessi cittadini a chiedere da giorni di non sostituire la pavimentazione. Quella piazza è bella e caratteristica così come è, non è necessario sostituirle con altre che, come già accaduto in altre zone del centro storico, sono meno resistenti. A difendere l’operato degli uffici e dell’Amministrazione, l’assessore Di Noia: «Una volta comprese le criticità dell’attuale pavimentazione, abbiamo pensato di sostituirla con pietre sempre di origine vulcanica puntellata, con uno spessore minore ma che garantisse la pubblica sicurezza. Con questo tipo di pietra andremmo ad uniformare la pavimentazione di quella zona del centro storico. L’intenzione dell’Amministrazione era quella di riutilizzare il basolato ma pare non essere possibile». Anche la presidente William ha sottolineato come «l’amministrazione sia a lavoro per riportare decoro in centro storico e renderlo sicuro per tutti i suoi cittadini. È questa la direzione intrapresa e che si vuole perseguire fino e fine mandato». La situazione è complessa e il timore è che non si riesca a terminare il lavoro in tempo per maggio e soprattutto che si combini l’ennesimo “pasticcio”.

Rosamaria Mollica

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