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«NO VETI, MA CONFRONTO SENZA PAURA»

ESCLUSIVA Sanità e politica, l’intervista all’ex Ministro Speranza: «Non credo a Italia viva e Azione nel cdx». Regionali, il parlamentare dem: «Ci sono ma non per una mia candidatura»

Nel mentre dei brevi preparativi per l’intervista che il parlamentare lucano del Partito democratico, Roberto Speranza, ha rilasciato in esclusiva a Cronache Lucane e a Cronache Tv, il già Ministro alla Salute, tra uno scambio di battute dalla politica nazionale a quella regionale, ha più volte sottolineato una sua convinzione: «Tornerà un nuovo bipolarismo». Ad offrire l’occasione dell’incontro con Speranza, la presentazione a Potenza, presso l’Auditorium Parco del Seminario, del suo libro “Perchè guariremo”: «Non bisogna dimenticare la dura lezione della pandemia, c’è da farne tesoro per costruire il futuro del nostro Paese»

Può sembrare una domanda scontata per un già ministro alla Salute, ma è sempre importante cercare il “movente”: qual è il motivo che l’ha spinta a scrivere questo libro?

«Ho deciso di scrivere questo libro perché ho una grande preoccupazione che è quella che la Sanità nel nostro Paese smetta di nuovo di essere una priorità. Non lo è stata per tantissimo tempo, poi lo è diventata negli anni della pandemia perché accade che la Storia con la s maiuscola ti entri in casa e cambi, come avvenuto, l’ordine delle gerarchie. Per quei 3 anni abbiamo investito molte più risorse rispetto al passato. La spesa sanitaria sul Pil, per esempio, è stata superiore al 7%. Mai in un tempo così breve, c’è stato un investimento così ampio. C’è stata una nuova consapevolezza. Di fronte all’emergenza sanitaria, tutti sono stati consapevoli della necessità di investire più risorse economiche nella Sanità. Anche la voce dei medici, degli infermieri e del personale sanitario è stata più forte. Sembrava che si arrivasse finalmente a dire mai più: mai più tagli, mai più meno investimenti e mai più considerare la Sanità come una cenerentola. Invece oggi la mia grande preoccupazione è che si torni indietro».

C’è qualcosa in particolare che l’ha messa in allarme?

«L’anno prossimo, secondo le stime del Governo, si spenderà meno, rispetto al Pil, di quello che si spendeva nel 2019, cioè l’anno pre pandemico. Questo significa cancellare i risultati, anche in riferimento al progresso di maggiori finanziamenti, col rischio di rendere più fragile ciò che di più importante i cittadini hanno. Da qui la scelta del libro, del tour per l’Italia: riaprire il dibattito che la Sanità è quanto di più importante ha la collettività. Bisogna investire di più e per farlo serve tutta la forza ed il coraggio di cui disponiamo» Durante il confronto aperto, parlando di Sanità a Speranza torna alla memoria un aneddoto che per significatività, ha tenuto a raccontare fuori microfono. Era già Ministro, quando durante un congresso di medici di medicina generale, gli venne mostrato un camper attrezzato con strumentazione varia: «Mi hanno fatto un elettrocardiogramma con un “macchinario” composto da un iPad e qualche cavetto ed ho avuto i risultati delle analisi in una manciata di minuti». Il “macchinario” era un ecografo portatile dal costo di 4 mila euro. Colpito, il progetto per dotare tutti gli studi italiani di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta di “questi machinari” per la diagnostica di primo livello. Con accorgimenti mirati, in sintesi, si può fare molto per il Sistema sanitario nazionale. Naturale, la domanda seguente per riprendere l’intervista

Cosa manca alla Sanità per inaugurare una nuova epoca?

«Per me nella Sanità del futuro ci sono due parole chiave fondamentali. La prima è il personale. Dobbiamo credere di più ed investire di più nelle donne e negli uomini che lavorano nel Servizio sanitario nazionale. La seconda grande questione è la prossimità. Non dobbiamo immaginare un cittadino che insegue il Servizio sanitario nazionale, ma un servizio sanitario nazionale che deve essere vicino ai problemi dei cittadini. Questo significa investire, per esempio, sugli studi di medicina generale. Dobbiamo lavorare perché già lì ci siano già risposte importanti, anche attraverso attrezzature che possiamo finanziare per dotare gli studi. Dobbiamo, inoltre, investire sulle nostre farmacie. La farmacia dei servizi è un’idea straordinaria che va in questa direzione. L’idea di fondo è prossimità e prossimità, per me, significa anche avere medici, infermieri che vanno a casa del cittadino, ma anche un migliore utilizzo delle tecnologie come la teleassistenza e la telemedicina. Usare bene tutti gli strumenti disponibili per far fare un salto alla Sanità italiana».

Inevitabile il passaggio dalla Sanità alla politica dati gli imminenti appuntamenti elettorali, tra cui le regionali lucane. Perchè lo stallo nel centrosinistra che non riesce a costruire una coalizione ampia?

«Primariamente mi preme puntualizzare un dato: credo che in Basilicata ci siano le condizioni per costruire un’alternativa a questo governo di centrodestra e penso davvero che tutti debbano fare il massimo sforzo possibile a partire dalle prossime ore. Nell’auspicio che venga presto fissata una data per le elezioni regionali, perché è giusto che i cittadini abbiano certezza di quando si voti, il centrosinistra deve costruire l’alternativa di governo. Alternativa che non può che partire dalle forze che sono, a Roma, all’opposizione del Governo nazionale. Abbiamo già governato insieme. Ho fatto parte di un Governo con il Movimento Cinque Stelle ed ho fatto parte di un Governo dove c’era una parte significativa del “Terzo Polo”. Sono convinto che si possa governare insieme anche in Basilicata e che bisogna andare in questa direzione. Per farlo dobbiamo far cadere i pregiudizi e provare a rafforzare il confronto. Se posso approfittarne per fare un appello, direi questo: da subito, già dalle prossime ore, si faccia fin in fondo un confronto anche sull’agenda politica. Le candidature sono importanti e c’è una candidatura che come è noto, dal mio punto di vista è una candidatura molto autorevole e molto seria, quella di Angelo Chiorazzo. A tutte le forze politiche, anche a chi ha dubbi, chiedo: ci si può sedere per un confronto? Perché si ha paura persino di an- dare a vedere fino in fondo le carte? Qual è l’agenda politica? Perché altrimenti è un pregiudizio e un pregiudizio non può andare bene. Poi si può discutere, ci sono altri nomi in campo?»

A proposito, di nuovo sul tavolo delle trattative, l’argomento primarie…

«Sì, è stato detto che sono possibili le primarie e le primarie possono essere , per esempio, una strada. Penso però che il punto sia discutere e confrontarsi senza alzare saracinesche, perché le saracinesche altrimenti diventano veti e i veti sono oggettivamente qualcosa che in questo momento ci può aiutare. A me sembra vera la possibilità di una coalizione ampia. Non ci rassegniamo alle divisioni, confrontiamoci e continuiamo a sederci instancabilmente. Facciamo cadere i veti e proviamo a ragionare sul merito delle questioni che riguardano il futuro della Basilicata. La Sanità che è un tema enorme, ne abbiamo parlato, penso possa essere uno dei temi capaci di unire le forze del centrosinistra. Su Chiorazzo il termine veto in realtà è stato sempre smentito dal Movimento Cinque Stelle e dalle altre forze politiche. Quello che io mi aspetto è un confronto, un confronto di merito. In questo momento Angelo Chiorazzo è l’unico nome in campo. Ritengo che sia anche una grande occasione la disponibilità di Angelo Chiorazzo perchè è una personalità di valore. Ci si può sedere e confrontarsi e poi dal confronto si vedrà passo dopo passo dove si arriverà. Però questo confronto serve e la mia richiesta è che lo si faccia nel più breve tempo possibile»

Oltre alle primarie, in più circostanze è stata paventata anche l’ipotesi di una sua candidatura diretta alla presidenza della Regione…

«Voglio sicuramente dare una mano. Lo voglio per il ruolo che rappresento e per l’amore che ho nei confronti di questa terra. Ma non in campo in prima persona. Ho scelto già da qualche anno una traiettoria politica che mi ha portato a funzioni di altra natura. Però il punto qui è che non c’è solo da tirare, come di- ce il mio amico Bersani, c’è anche da spingere. E io sono disponibilissimo a spingere. Bisognerà fare delle liste con nuovi protagonismi, con donne e uomini che possono mettersi in campo per questa regione. Bisogna provare a costruire una proposta che aggreghi i tanti che vogliono cambiare»

Annotiamo l’invito al confronto, anche se, da far notare che è accaduto che i possibili alleati del Pd abbiano accusato il segretario regionale dem di troppa chiusura…

«Fondamentale non avere paura: nessuno deve avere paura. Costruire la più larga e la più forte coalizione possibile, deve rappresentare un valore per tutti. Il Pd ha una responsabilità rilevante. Sostengo Giovanni Lettieri e credo che stia facendo un lavoro importante. A me sembra che il partito sia sempre stato disponibile al confronto con tutte le forze politiche e in più ha anche aperto sulle primarie. Nessuno vuole imporre un candidato. Quando si dice che ci sono altri candidati, ben vengano. Dobbiamo provare a vincere. Ricordo che qui in Basilicata, è accaduto in passato che c’erano opinioni diverse su che candidato scegliere. Si candidarono in quell’occasione due personalità importanti. Una vinse le primarie, l’altro si candidò in Consiglio regionale a sostegno e tutti quanti a prescindere da chi aveva sostenuto chi, lavorammo insieme. E allora se il Pd ha un giudizio positivo su Chiorazzo, bene, se ci sono altri nomi ben vengano, sarà la democrazia a decidere»

Che opinione ha, invece, dei “centristi” che per loro stessa ammissione non sono ancora schierati essendo aperti tanto all’ingresso in una coalizione lucana di centrosinistra quanto in una di centrodestra?

«Per me l’alternativa va costruita con tutte le forze che sono all’opposizione a livello nazionale. Tra queste forze c’è anche il vecchio “Terzo Polo” che oggi è diviso chiaramente in due pezzi, Italia Viva e Azione. Bisogna dialogare serenamente anche con loro. Insomma, la storia dei protagonisti lucani sia di Azione che di Italia Viva, è una storia che sta dentro il centrosinistra. Non serve neanche fare nomi e cognomi. Sia in Azione che in Italia Viva ci sono personalità che sono un pezzo di storia del centrosinistra in Basilicata. Dobbiamo confrontarci e ribadisco, c’è una grande occasione per cambiare»

Oltre alle regionali, la grande sfida con il centrodestra vittorioso 5 anni fa, è a Potenza attualmente amministrata dalla coalizione guidata dal sindaco leghista Mario Guarente. Per il capoluogo a che punto è l’alternativa?

«Anche per Potenza credo possibile la costruzione di una esperienza nuova, ma bisognerà lavorarci. È chiaro che i livelli cittadini dei partiti dovranno confrontarsi. C’è già un lavoro importante che si fa in Consiglio comunale dove le forze che sono all’opposizione dialogano insieme. Per il centrosinistra c’erano tre candidati sindaci, l’ultima volta, e tutti e tre di aree diverse che secondo me hanno fatto un buon lavoro insieme e che possono immaginare insieme anche di costruire un progetto per questa città. Non nascondiamoci però una verità. Al comune questa sfida andrà giocata, ma al comune c’è il secondo turno. Per la Regione non c’è il secondo turno. Il turno è unico e vince chi prende un voto in più. Quindi per la Regione è particolarmente importante sedersi, dialogare e trovare il modo di stare insieme da subito, perché la prova d’appello del secondo turno, non c’è»

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Momenti di tensione durante la presentazione a Potenza del libro dell’ex ministro alla Salute intitolato “Perché guariremo”. Un uomo proveniente da Thiene in provincia di Vicenza, ha interrotto brevemente l’evento per denunciare, come da lui dichiarato, che dopo la prima dose di vaccino anticovid è stato colpito da un ictus e ora non è assistito adeguatamente dal servizio socio- sanitario nazionale. L’uomo ha detto di essere un ex saldatore e che ha deciso di affrontare il viaggio dal Veneto a Potenza per denunciare la sua situazione. Speranza nel rimarcare di provare «rispetto» per l’uomo e la vicenda personale, ha ag- giunto: «Faccio però rilevare che i vaccini anticovid hanno salvato, solo in Italia, almeno 1 milione e 400mila persone, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità». Ripresa la discussione sul- lo stato di salute della Sanità nazionale affrontati temi come finanziamenti europei, medicina territoriale ed il percorso, per Speranza interrotto, per migliorare gli standard qualitativi attraverso l’incremento di personale e mirati investimenti di efficientamento. Tra la platea, oltre al segretario regionale dem Lettieri anche il candidato presidente alla Regione Basilicata, Angelo Chiorazzo.

Ferdinando Moliterni

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