AttualitàBasilicataBlog

L’ANALISI: A POTENZA VINCERÀ IL CSX

Ancora più certa della vittoria del cdx in regione, appare quella della sinistra nel capoluogo

L’ occhio di bue dell’informazione nel palcoscenico della politica illumina le elezioni regionali. Il dibattito politico è tutto concentrato là. Si discute della data, si parla dei candidati, dei nominativi, degli accordi romani e delle strategie delle coalizioni. Tutti sono concentrati su questo. Nel cono d’ombra che, però, si proietta su tutto il resto si muovono altre immagini ed altre scene della politica che pure secondarie non sono. A giugno, probabilmente insieme alle Regionali, si voteranno le elezioni comunali in tanti comuni, si voterà nei tanti piccoli campanili che sono la spina dorsale della nostra regione ma, soprattutto, si voterà a Potenza Città. Si voterà per scegliere il sindaco di Potenza, il capo di quella che è stata ed è la città della regione che assorbe la maggiore parte degli spazi economici e sociali della nostra terra e che, in qualche modo, delinea, costruisce e predetermina i destini di tutta la regione. Molti pensano che il crollo del centrosinistra sia partito con la vergognosa misura cautelare che ha colpito il Governatore Pittella, tutti dimenticano che qualche anno prima era stata espugnata la roccaforte capoluogo. Dario De Luca, uscito dal cilindro geniale di Gianni Rosa e di Fratelli d’Italia, era riuscito dove nessuno aveva mai osato immaginare: strappare la città alla sinistra. L’anatra zoppa determinò altri scenari e mutamenti tattici ma, ormai, il dado era tratto ed il muro era caduto.

POTENZA CHIAMA, REGIONE RISPONDE

Da Potenza partì uno squillo di tromba, a via Verrastro rispose dopo poco tempo lo squillo che determinò la fine del Partito Regione e del dominio incontrastato della Sinistra in Basilicata. La storia sembra ripetersi in un canovaccio non nuovo. Se, infatti, tutti i sondaggi ci dicono che qualsiasi ipotesi venga scelta dall’una e dall’altra parte il centrodestra è prossimo ad avere la quasi certezza di tornare a via Verrastro, la stessa cosa non sembra accadere in Città. Mario Guarente è considerato già un ex sindaco. Anche lui si considera tale. Voci di corridoio e malpensanti della politica ci dicono che stia già pensando ad un suo futuro altrove, magari in un’anonima segreteria tra Roma e Bruxelles. La divisione delle forze politiche e la loro compattezza, infatti, non producono gli stessi scenari su tutti i palcoscenici. Alle elezioni regionali si vota col turno unico e questa sinistra lacerata negli uomini e nelle idee ha poche speranze di vincere contro un centrodestra che, per parafrasare le parole di Meloni, Tajani e Salvini, trova nella sua unità un valore indispensabile e non negoziabile in nessun caos. Alle elezioni comunali si vota con il doppio turno. Su questa tavola da gioco la divisione può essere una forza. Conta arrivare al ballottaggio e al ballottaggio si può arrivare anche con una percentuale bassa, al secondo turno basterà unire in un’unica alleanza elettorale i voti di tutti quelli che mal vedono la situazione della città, per riconsegnare la massima poltrona cittadina al centrosinistra. Dalle parole di Salvini in visita a Potenza emerge che neanche il leader leghista voterebbe il suo unico sindaco del sud. Del resto è proprio nella città capoluogo che il Ministro delle Infrastrutture ha tenuto a sottolineare che gli autovelox non devono servire per fare cassa. Un po’ come dire che la tassa di viatico imposta da Guarente a tutti quelli che passano a 70km/h sull’autostrada non è una bella cosa.

REGIONE CHIAMA, POTENZA TACE

Ovviamente questo complica e non poco le situazioni anche per quanto concerne le elezioni regionali. Se la città fosse stata ben governata, ad un Salvini che chiede più spazio si sarebbe potuto rispondere che governare la più importante città della regione è già uno spazio. Purtroppo per tutti, però, Salvini non è sciocco. Lo sa bene che si tratterebbe di una campagna elettorale la cui speranza di vittoria sarebbe affidata soltanto ad inimmaginabili e mai realizzati colpi di fortuna. Non esiste una camera di compensazione Regione-Potenza perché il capoluogo lucano per il centrodestra è perso. Questo rende più complessa ogni trattativa. La Lega o prende la Regione o perde tutto. Anche per questo sembra che Alberto da Giussano voglia gridare “o Pepe o morte” non tanto perché sia pronto ad uccidere ma perché sa che, in mancanza, è destinato a morire. Del resto, però, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno ottimi motivi per dire che non possono pagare dazio per un’elezione imminente persa per la cattiva amministrazione di un sindaco leghista. La politica, però, passa sempre da Potenza. Noi crediamo che le elezioni regionali siano perdute per il centrosinistra. Lo crediamo con la stessa forza con la quale riteniamo che, dalle elezioni della Città di Potenza, può ripartire la riscossa di un nuovo centrosinistra, con nuovi leader capaci di parlare a tutto il Popolo.

Di Massimo Dellapenna

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti