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LA LETTERA DELL’AMBASCIATORE DI UNGHERIA AI RAPPRESENTANTI DELLA STAMPA ITALIANA SUL CASO ILARIA SALIS : È BENZINA SUL FUOCO IN UNA VICENDA POLITICO~DIPLOMATICA

“Che la politica e le autorità italiane si mobilitino, nel rispetto della sovranità altrui, per la salvaguardia dei diritti di una cittadina è pienamente legittimo”

È GIUSTO INFORMARE 
UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE 
Adam Kovacs Ambasciatore d’Ungheria

L’ambasciatore ungherese a Roma, Adam Kovacs, in una lunga lettera pubblicata sul canale Facebook dell’Ambasciata, lamenta

“una rappresentazione particolarmente distorta e sproporzionata” che “una parte significativa” dei media italiani ha dato del caso Salis, “soprattutto nella valutazione del sistema giudiziario ungherese, tale da far sorgere il dubbio che i commenti editoriali siano stati mossi esclusivamente da considerazioni politiche, oltre che ideologiche, dirette a mettere in cattiva luce le relazioni italo-ungheresi”

Il caso politico-diplomatico

Caso Salis, l’ambasciatore ungherese in Italia:

“Condotte illecite evidenti, decideranno i giudici”

Lo scrive il rappresentante diplomatico a Roma sulla pagina Facebook dell’Ambasciata, accusando parte dei media italiani di un racconto distorto,

“mosso da considerazioni politiche oltre che ideologiche”

L’ambasciatore ungherese a Roma, Adam Kovacs, in una lunga lettera pubblicata sul canale Facebook dell’Ambasciata, lamenta “una rappresentazione particolarmente distorta e sproporzionata” che “una parte significativa” dei media italiani ha dato del caso Salis, “soprattutto nella valutazione del sistema giudiziario ungherese, tale da far sorgere il dubbio che i commenti editoriali siano stati mossi esclusivamente da considerazioni politiche, oltre che ideologiche, dirette a mettere in cattiva luce le relazioni italo-ungheresi”

Adam Kovacs Ambasciatore d’Ungheria

Parole di un certo peso, che si ritiene non lascino indifferenti e con le quali la rappresentanza diplomatica in Italia delle autorità statuali di Budapest entra nel vivo di una vicenda spinosa

Una vicenda che, ormai da giorni, sta interessando le relazioni tra due Stati dell’Unione europea, vero e proprio caso internazionale, al confine tra diritti umani e considerazioni politiche, tra stato di diritto e libertà di espressione, tra diritti dei detenuti e amministrazione della giustizia.

E non solo. Il caso di Ilaria Salis, infatti, coinvolge legali, politici, attivisti, giuristi, filosofi del diritto e diplomatici e spinge tutti costoro – ma anche semplici cittadini e osservatori – a interrogarsi sul senso di giustizia che ciascuno professa di coltivare.

Su come, per ognuno, un detenuto debba essere trattato, quali diritti abbia, cosa merita che gli sia concesso durante la detenzione, come quella detenzione debba essere


Le parole dell’ambasciatore Kovacs si riferiscono a quanti, in Italia, su giornali, in radio, in tv, sui social, hanno espresso le proprie preoccupazioni per le condizioni detentive della maestra lombarda 39enne, portata in catene in un’aula di tribunale senza essere stata dichiarata colpevole ma solo accusata di reati che un processo è chiamato a determinare se siano stati commessi o meno (e per i quali, oltretutto, Salis non è stata neanche denunciata dalle presunte vittime)

La scelta delle catene ai piedi e alle mani, com’è noto, è stata giustificata col pericolo di fuga dell’imputata

Sulle valutazioni circa il sistema giudiziario ungherese, a cui l’ambasciatore si riferisce, va ricordato che la stessa Unione europea ha espresso forti dubbi, e in più di un’occasione, sull’indipendenza della magistratura di Budapest, che le riforme del governo di Viktor Orban hanno messo in discussione

Non sarebbero, quindi, “considerazioni politiche” ma valutazioni oggettive, che un organismo istituzionale transnazionale è chiamato a esprimere per tutelare i diritti civili e politici dei cittadini europei

Adam Kovacs Ambasciatore d’Ungheria

Adam Kovacs, ambasciatore ungherese a Roma :

 “Senza entrare nel merito del caso giudiziario, che sarà deciso dalla magistratura ungherese nella sua piena indipendenza, si è parlato poco e male in merito ai fatti accaduti e alla condotta di Ilaria Salis. Secondo le prove raccolte dalle autorità investigative ungheresi, il quadro di quanto è accaduto nei giorni del febbraio di un anno fa sembra chiaro”

“dai video in possesso dell’autorità giudiziaria emergono condotte assolutamente illecite”


È opportuno precisare, a questo proposito, che in uno stato di diritto si è colpevoli solo dopo una sentenza passata in giudicato e non sulla base di elementi di prova, che si possono desumere da un video o da un’immagine, i quali non dovrebbero bastare, per il diritto e per chi agisce in nome di esso, a dichiarare “colpevole” un imputato

Colpisce anche che, nella lettera pubblicata sulla pagina Facebook dell’Ambasciata ungherese, si scriva esplicitamente che quanto accaduto a Budapest un anno fa

“sembra chiaro”

quindi, basandosi non su un elemento certo ma su ciò che sembra chiaro, Ilaria Salis ha commesso

“condotte assolutamente illecite”

“A prescindere dall’estraneità o meno dell’imputata Salis a questi fatti, sulla quale sarà la Corte a pronunciarsi, ritengo che la palese tendenza a sminuire questi episodi gravissimi e di presentarli, in modo manipolativo, come una semplice ‘rissa tra manifestanti’, sia piuttosto preoccupante”

aggiunge ancora l’ambasciatore; che, scrivendo

“a prescindere dall’estraneità o meno dell’imputata Salis”

sorvola di fatto sull’unico dato che può (deve) contare in un’aula di tribunale, cioè che un imputato possa essere ritenuto colpevole sulla base di indizi che diventano prove in modo incontrovertibile e al di là di ogni ragionevole dubbio

Adam Kovacs Ambasciatore d’Ungheria

“Il contrasto al ‘pericolo fascista’ – pretesa già in sé discutibile nel contesto odierno di una Europa unita, pacifica e democratica – non può giustificare i comportamenti di cui è accusata, e in Patria già condannata in altre occasioni, Ilaria Salis”

A questo proposito, non viene chiarito più esplicitamente a quali comportamenti di Ilaria Salis si riferisca l’ambasciatore Kovacs

“La violenza politica non è mai sul lato giusto della storia. La libertà di espressione e di protesta pacifica di tutti sono salvaguardati dal nostro ordinamento giuridico, senza bisogno di ricorrere a spranghe o martelli in tasca per ‘l’autodifesa’”

Nessun riferimento, nella lettera dell’ambasciatore ungherese, al Giorno dell’Onore, il raduno di neonazisti (che non risulta abbiano mai tollerato la libertà di espressione e di protesta pacifica) celebrato ogni 10 febbraio a Budapest, cui l’anno scorso Ilaria Salis avrebbe partecipato con altri militanti e durante il quale, secondo l’accusa, avrebbe aggredito due estremisti di destra

“Chi viene con lo scopo di portare avanti scontri ideologici con la violenza fisica, deve sapere che nel nostro Paese quei tentati atti di sovvertimento delle regole democratiche che ci siamo dati verranno sempre contrastati con la massima fermezza e senza alcuna indulgenza”

conclude il diplomatico

AMBASCIATA DI UNGHERIA ROMA

Lettera dell’Ambasciatore di Ungheria 🇭🇺 ai rappresentanti della stampa italiana 🇮🇹 sul caso Ilaria Salis

LA LETTERA DELL’AMBASCIATORE DI UNGHERIA AI RAPPRESENTANTI DELLA STAMPA ITALIANA SUL CASO ILARIA SALIS : È BENZINA SUL FUOCO IN UNA VICENDA POLITICO~DIPLOMATICA 

AMBASCIATORE DI UNGHERIA – ROMA

Roma, 12 febbraio 2024

Egregio Direttore,

Il processo penale in corso davanti ai giudici ungheresi nei confronti di Ilaria Salis ha suscitato grande interesse in Italia anche grazie al risalto che ha dato all’argomento la stampa italiana.

Tuttavia, mentre una parte di essa ha fornito ai lettori un’informazione obiettiva e imparziale, una parte significativa ne ha dato una rappresentazione particolarmente distorta e sproporzionata soprattutto nella valutazione del sistema giudiziario ungherese, tale da far sorgere il dubbio che i commenti editoriali siano stati mossi esclusivamente da considerazioni politiche, oltre che ideologiche, dirette a mettere in cattiva luce le relazioni italo-ungheresi.

Pertanto, alcune considerazioni appaiono necessarie per ristabilire la verità dei fatti.

Senza entrare nel merito del caso giudiziario, che – malgrado le insinuazioni palesemente infondate di una certa area politica – sarà deciso dalla magistratura ungherese nella sua piena indipendenza costituzionale, e tanto meno delle condizioni carcerarie dei nostri due Paesi, è doveroso sottolineare che si è parlato poco e male in merito ai fatti accaduti e alla condotta di Ilaria Salis. 

Secondo le prove raccolte dalle autorità investigative ungheresi, il quadro di quanto è accaduto nei giorni del febbraio di un anno fa sembra chiaro: un network di attivisti appartenenti a organizzazion estremiste provenienti da diversi Paesi europei si è mobilitato per viaggiare in Ungheria, con lo scopo premeditato di prendere di mira esponenti di estrema destra (selezionati in base al loro abbigliamento) e di causare loro lesioni fisiche e psicologiche talmente gravi da dissuaderli dalle loro convinzioni ideologiche.

Dai video in possesso dell’Autorità Giudiziaria, apparsi anche sulla stampa, emergono condotte assolutamente illecite, con atti di aggressione ai danni di soggetti di presunta opposta matrice ideologica, con conseguenti gravi lesioni agli stessi e tutto secondo una attenta e studiata regia.

In ogni caso, a prescindere dall’estraneità o meno dell’imputata Ilaria Salis a questi fatti – sulla quale sarà la Corte a pronunciarsi -, ritengo che la palese tendenza a sminuire questi episodi gravissimi e di presentarli, in modo manipolativo, come una semplice “rissa tra manifestanti”, sia piuttosto preoccupante.

Ci tengo a sottolineare che la condotta degli esecutori ha violato il principio costituzionale che delega allo Stato il controllo dell’ordine pubblico e la tutela dei suoi cittadini e dei loro beni.

Le azioni delle persone che hanno perpetrato quei reati, considerati dalla nostra legislazione gravissimi, sono unicamente tesi a scardinare i principi fondanti della nostra democrazia che esclude l’uso della violenza come strumento del confronto politico.

Noi ungheresi abbiamo già pagato un prezzo altissimo per ottenere la libertà dal regime comunista sovietico e ancor prima da quello nazista e non possiamo tollerare di essere additati come i negatori della liberta di espressione democratica.

 

La storia ci ha insegnato di stare alla larga da qualsiasi ideologia che voglia smantellare il monopolio dell’uso della forza legittima dello Stato per dettare i parametri del discorso pubblico.

La violenza. l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni con aggressione non può mai essere riconosciuta come un valore democratico e violenze del tipo visto nel caso in questione non possono mai essere spacciate per

“difesa dei comuni valori democratici europei”

Il contrasto al “pericolo fascista” – pretesa già in sé discutibile nel contesto odierno di una Europa unita, pacifica e democratica – non può giustificare i comportamenti di cui è accusata e in Patria già condannata in altre occasioni, Ilaria Salis

La violenza politica non è mai sul

“lato giusto della storia”

Che la politica e le autorità italiane si mobilitino, nel rispetto della sovranità altrui, per la salvaguardia dei diritti di una cittadina è pienamente legittimo.

Allo stesso tempo, è preoccupante e inaccettabile la dose di ideologia che certa stampa e politica hanno messo in campo ancora prima dell’inizio del processo penale, pretendendo l’impunità di una persona accusata di crimini oggettivamente molto gravi. E ciò non solo nei confronti dello Stato che rappresento, ma dei principi di legalità e stato di diritto che ci accomunano.

L’Ungheria non sarà mai terreno di sfogo di gruppi estremisti violenti.

Tutti confidiamo nella professionalità ed indipendenza delle nostre magistrature e come cittadini europei ci attendiamo una sentenza giusta, certamente non inquinata da considerazioni politiche, ma fondata sui fatti.

La libertà di espressione e di protesta pacifica di tutti sono salvaguardati dal nostro ordinamento giuridico, senza bisogno di ricorrere a spranghe o martelli in tasca per “l’autodifesa”.

Chi viene con lo scopo di portare avanti scontri ideologici con la violenza fisica, deve sapere che nel nostro Paese quei tentati atti di sovvertimento delle regole democratiche che ci siamo dati verranno sempre contrastati con la massima fermezza e senza alcuna indulgenza.

Per concludere, sono convinto che l’amicizia storica esistente tra i nostri Paesi rimarrà solida perché ha fondamenta millenarie. Budapest è una delle capitali più sicure dell’Europa e del mondo: un punto di orgoglio per noi ungheresi e di garanzia per tutti gli ospiti stranieri che vogliono visitare le sue bellezze ed immergersi nella sua atmosfera unica.

Viva l’amicizia tra l’Italia e l’Ungheria!

Adam Kovacs Ambasciatore d’Ungheria
Adam Kovacs Ambasciatore d’Ungheria

 

#sapevatelo2024

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