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C’È SALVINI, MA ISTITUZIONALE

ll leader Lega precisa che non è ancora deciso niente ma non ha preclusioni verso il Generale. Il csx intanto è fermo sulle gambe. Il Bardi bis unisce il cdx

È un Salvini istituzionale quello che viene a Potenza. Chi si aspettava i fuochi d’artificio non li ha trovati. Tocca piano la questione Presidenza della Regione Basilicata e lo fa soltanto per dire che non è ancora nulla deciso e che l’unità del centrodestra non è in discussione ed è un valore. L’unico passaggio in cui si possono intravedere riaccese le speranze di Pepe e dei suoi uomini in Basilicata è quello in cui il vicepremier, nel dire che la Basilicata merita di più fa accenno e riferimento alla presenza di uomini di valore tra le fila della Lega e tra quelli che al suo partito si stanno avvicinando. Come avevamo preannunciato, il colpo da 90 non c’è stato.

SALVINI VUOLE ANDARE AL TAVOLO

Quello che traspare è più un Salvini preoccupato di essere escluso che un leader voglioso di imprimere una svolta. Come abbiamo ampiamente detto nei giorni scorso fino ad oggi la decisione sulla Basilicata era stata più il frutto di un accordo bilaterale tra Forza Italia e Fratelli d’Italia che un ragionamento pensato a tre. Il Generale ha avuto un sostanziale lasciapassare da parte di Giorgia Meloni che ha ricambiato a Tajani il favore fatto in Sardegna nel sostegno a Truzzu. In questo contesto Bardi deve sciogliere alcuni nodi che consentiranno a FdI di sciogliere la riserva sulla sua ricandidatura. Una partita tutta interna ai due partiti che fino ad ora aveva lasciato la Lega silente e a bocca asciutta, quasi obbligata ad accettare le decisioni degli altri due partiti. Salvini reclama di poter dire la sua sulla decisione presa o, quanto meno, di essere seduto al tavolo che annuncerà quanto deciso. Una mossa tattica di posizionamento più che l’annunciata controffensiva, per usare un lessico militare.

VERSO IL BARDI BIS

Per quanto la politica ci abbia abituato a colpi di teatro e a cambiamenti repentini, anche la parole di Salvini ci fanno credere che si vada ormai velocemente verso il Bardi bis. Resta da risolvere soltanto l’ufficializzazione della candidatura e la data del voto. Due decisioni che sono l’una concatenata all’altra e che dovrebbero essere prese nei prossimi giorni. La settimana prossima, infatti, il Generale sarà a Roma per chiarire come e quando accettare le condizioni poste da Fratelli d’Italia e successivamente, indetta la data delle elezioni, ci sarà l’ufficializzazione della candidatura con tutte e tre i partiti a benedire il Presidente Bardi e la sua ricandidatura. Entrato in sordina nella politica lucana, quasi come un marziano rispetto alle dinamiche politiche, il Generale ha ottenuto sempre un maggiore spazio e oggi è nelle condizioni di poter avviare la campagna elettorale per il bis con la tranquillità di chi può anche dimostrare le cose fatte sul territorio e i cambiamenti che hanno inciso nelle dinamiche sociali e territoriali della nostra Regione.

IL CENTROSINISTRA INTANTO TACE

Intanto, il centrosinistra tace, come sempre accade da quelle parti dell’emisfero politico sono riusciti anche a perdere l’abbrivio della presentazione anticipata della candidatura. Chiorazzo si muove da solo e con la propria energia, i Cinque Stelle tacciono e il Partito Democratico si barcamena tra lucidità perduta, alleanze nazionali e speranze locali in un frangente di attese che poco di buono possono portare alla coalizione. Con questo scenario e con la prossima definizione della candidatura del Generale alla Presidenza della Regione, molto probabile che i centristi virino direttamente verso il centrodestra rinforzando così ulteriormente una coalizione già forte e robusta. Il centrodestra viaggia verso una probabilissima riconferma verso la vittoria. La differenza è tutta nelle parole di Salvini (che poi sono le stesse pronunciate altrove e in altri momenti da Tajani e Meloni) che attribuiscono all’unità della coalizione la dignità di “valore imprescindibile” capace, dunque, di superare i posizionamenti e le ire personali. Una lezione che a sinistra tendono a non imparare lasciandosi lacerare tra attese messianiche e posizionamenti manichei.

Di Massimo Dellapenna

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