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“RUOTI GATE”, DELLA “GALASSIA” SALINARDI ALTRE SOCIETÀ COINVOLTE

Il Gup ammette Comune, Scalise e Gentilesca (ex ed attuale sindaco) come parti civili e rinvia a giugno per unione con nuovo filone integrativo

Al Gup del Tribunale di Potenza, il dottor Valente, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Pm, l’udienza preliminare, ieri, relativa all’inchiesta della Procura del capoluogo meglio conosciuta come “Ruoti Gate”: tra gli oltre 10 imputati, l’ex sindaco Angelo Salinardi. Facente parte dei diversi filoni di indagine, quello sulla «gestione politico amministrativa del Comune di Ruoti da parte della famiglia Salinardi» che ha visto avvicendarsi, alla carica di sindaco dal 1997 al 2017, vari componenti dello stesso nucleo familiare. Poi, nel 2017, l’elezione a primo cittadino di Anna Maria Scalise. Scalise è il primo nominativo dell’elenco delle individuate parti offese nel quale compaiono anche l’attuale sindaco di Ruoti, Franco Gentilesca, e il Commissario di Polizia Pasquale Di Tolla (all’epoca dei fatti Ispettore in servizio alla Questura di Potenza), «pedinato, molestato e velatamente minacciato», oltre che il Ministero dell’Interno. Nell’udienza preliminare, ammessa la costituzione di parti civile di sindaco ed ex sindaco, ovvero rispettivamente Gentilesca e Scalise. Tra le parti civili, anche il Comune di Ruoti, la cui richiesta è stata giudicata dal Gup ammissibile. Le indagini si sono sviluppate su differenti filoni investigativi paralleli, ma gravitanti intorno alla figura di Angelo Salinardi. Davanti al Gup, il suo avvocato Pasquale Bartolo, ha reiterato la richiesta di stralcio con rinvio a Catanzaro, dove, come da certificato casellario, è stato fatto notare, in altro procedimento risulta indagato in concorso con terzi , tra cui quello che il legale ha definito il vero “deus ex machina” dell’ipotizzato sistema, nei cui confronti, però, non poteva procedere per competenza la Procura di Potenza. Per il “Ruoti Gate”, tuttavia, come anche da conclusioni del Procuratore generale presso la Corte di Cassazioni, «deve continuare a procedere il Pm presso il Tribunale di Potenza». Richiesta negativa, con “sorpresa”. Del 23 gennaio scorso, la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Procuratore distrettuale Francesco Curcio e dal Sostituito procuratore Giuseppe Borriello, su altro filone investigativo collegato al “Ruoti Gate” con, in estrema sintesi, coincidenza delle accuse, e parzialmente anche degli imputati. Per cui, il Gup ha diposto il rinvio dell’udienza al prossimo 11 giugno anticipando la riunione dei fascicoli. L’altro filone investigativo, come da originario “Ruoti Gate”, riguarda le contestate attività corruttive fra private relative all’indotto Fca, ora Stellantis, laddove soggetti inseriti nelle aziende ritenute riconducibili a Salinardi pagavano utilità varie ai gestori di importanti società appaltatrici di Fca per ottenere commesse e subappalti. Tale filone vede coinvolti oltre ad Angelo Salinardi, Saponara, Alessandro Massano, Marco Massano,e Di Lucchio. In relazione alla posizione dei Massano, ammessa la costituzione di parte civili avanzate dalle due società Aptive connection system service Italia SpA e Aptiv service Italia Srl. La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Pm titolare dell’inchiesta, Bor riello, interessa, oltre ad Angelo Salinardi, Luigi Carmine Scaglione, Rocco Carlucci, Rosario De Carlo, Claudio Di Lucchio, Angelo Faraone, Rocco Antonio Gentilesca, Giuseppe Antonio Lavano, Davide Maletesta (in qualità di Brigadiere capo in servizio presso il Comando Carabinieri Legione Basilicata), Alessandro Massano, Marco Massano, Pierluigi Mario Saponara e Gerardo Scavone. Per Salinardi e gli altri, l’accusa contesta, a vario titolo, l’aver voluto perseguire risultati politici ed economici medianti mezzi penalmente illeciti, adoperati in maniera sistematica per raggiungere gli scopi. Per l’accusa, la strategia di gestione e controllo dal tessuto politico-amministrativo si estendeva a quello economico-imprenditoriale, manifestandosi anche mediante una serie rilevante di atti illeciti consistenti sia nel te- nere in piedi una rete relazionale, «nella quale so- no presenti anche pubblici ufficiali compiacenti», volta a favorire, anche con condotte-reato, i soggetti riconducibili alla schiera di Salinardi, sia nel delegittimare con strumenti illeciti gli avversari, calunnie, atti persecu tivi e via discorrendo, allo scopo di mantenere e consolidare il potere. In una intercettazione captata, Salinardi pronunciava la frase: «Il paese è mio e comando io». Nel filone da unire, nell’elenco imputati anche la Logistica Cassino Srl con Francesca Conte in quali- tà di rappresentante legale, la Logivultur Srl, con Maria Lucia Salinardi in qualità di rappresentante legale, la Logistica Meridionale Srl e la Loginord Srl, di Angelo Salinardi, e la S.g.l con Nicola Matturro in qualità di legale rappresentante. Il teorema accusatorio è imperniato sulla figura di Angelo Salinardi che quale amministratore unico e legale rappresentante della Logistica Meridionale Srl e della Loginord Srl, avrebbe avuto anche la gestione ed il controllo delle altre società citate e «con funzioni di promotore ed organizzatore», al fine di commettere delitti nell’interesse e a vantaggio delle società, avrebbe creato il «sistema illecito» per ottenere, nell’ambito dell’indotto automotive, sub-appalti, commesse e assegnazioni lavori, tramite corresponsione di utilità quali denaro ed altri benefits.

Di A.Carponi

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