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POLEMICHE A TUTTO CAMPO PER “CALENDESERCITO 2024”

La versione 2024 del calendario delle Forze armate, fortemente voluto dalla sottosegretaria Rauti, entra nel bersaglio delle opposizioni, dal Pd a Avs, fino all’Anpi: “Forte odore di revisionismo, va ritirato”

È GIUSTO INFORMARE 


Comunicato del:   18 gennaio 2024

DIFESA – CALENDESERCITO 2024, NON SI PUÒ MISTIFICARE LA REALTÀ: CALENDARIO ESERCITO RICORDA ED ESALTA CHI FECE SCELTA EROICA PER GUERRA DI LIBERAZIONE DOPO L’8 SETTEMBRE 1943 – N.3

foto ufficiale

In relazione alla notizia apparsa sul sito del quotidiano “La Repubblica”, il Ministero della Difesa precisa che il CalendEsercito 2024, il cui tema e titolo sono frutto della scelta editoriale dell’Esercito, non intende affatto “riabilitare il fascismo”, anzi.

Infatti il Calendario si inquadra in una trilogia storica che vuole evidenziare esclusivamente l’impegno e il valore degli italiani e dei nostri militari nella Guerra di Liberazione, nella consapevolezza che, come quelli di allora, anche i soldati di oggi, con il giuramento che prestano, si impegnano a servire il Paese e le sue Istituzioni repubblicane.
Moltissimi soldati, sopravvissuti a tre anni di durissima guerra, non ebbero dubbi, dopo l’8 settembre 1943, su quale fosse il loro dovere e quale posizione l’Esercito Italiano dovesse assumere.
Non a caso, tutti i militari presenti nel CalendaEsercito 2024 sono stati scelti perché il loro coraggio è stato d’esempio sia prima dell’Armistizio sia, con uguale impegno e determinazione, durante la Guerra di Liberazione, combattendo nelle fila del Regio Esercito o delle formazioni partigiane, fino all’estremo sacrificio.
Basta leggere le motivazioni di conferimento delle Medaglie d’Oro al Valor Militare.

Il “prima e dopo” l’8 settembre 1943 indica quindi la coerenza e il valore dell’impegno coraggioso di chi scelse di servire la Patria, onorando il giuramento prestato, fino al sacrificio della vita o continuando, a sprezzo del pericolo, a combattere per la rinascita dell’Italia.

Questo è lo spirito del CalendEsercito 2024!

Le polemiche politiche e i pregiudizi ideologici sono estranei alle Forze Armate

Non è un caso che, nel Calendario, chi fu decorato prima dell’Armistizio ricevette un’onorificenza ancora più importante e prestigiosa per quanto fatto dopo l’8 settembre; gli ideali e i valori che li animarono erano gli stessi: quelli del giuramento alla Patria e alle Istituzioni.

L’ennesimo scontro sui valori antifascisti

Il calendario dell’Esercito celebra chi ha combattuto “prima e dopo l’8 settembre”. È polemica

La versione 2024 del calendario delle Forze armate, fortemente voluto dalla sottosegretaria Rauti, entra nel bersaglio delle opposizioni, dal Pd a Avs, fino all’Anpi: “Forte odore di revisionismo, va ritirato”

Per l’Italia sempre… prima e dopo l’8 settembre 1943”: parte tutto da questo slogan, da questo claim, la polemica politica che investe (anche) il calendario dell’Esercito 2024. Trentadue pagine in ricordo dei soldati che presero parte alla Seconda Guerra Mondiale, “onorando il giuramento prestato”, come scrive il capo di Stato maggiore, Pietro Serino, nella sua introduzione al volume. Ma che per la minoranza coglie l’occasione per riabilitare, in modo indiretto, il periodo fascista.

Dopo la polemica sui SALUTI ROMANI ad Acca Larentia, su cui la premier Meloni non si è espressa, il terreno di scontro sui valori dell’antifascismo si trasferisce fra le pagine del calendario della Difesa, voluto dalla sottosegretaria di quel ministero, Isabella Rauti, e presentato ufficialmente lo scorso ottobre a Roma (prima di toccare in un tour di presentazione quasi tutte le Regioni).

Isabella Rauti in Senato: la sottosegretaria alla Difesa ha voluto fortemente la realizzazione del calendario

Il calendario, che è alla sua 27esima edizione, rende omaggio ad alcuni dei militari, ufficiali, sottoufficiali e soldati, insigniti della Medaglia d’oro al Valor Militare “per atti eroici compiuti dopo l’armistizio e che si sono particolarmente distinti anche nel periodo precedente” (cioè, durante la dittatura fascista), come si legge nell’abstract pubblicato sul sito dell’Esercito Italiano. “Attraverso la rievocazione di quei tragici eventi, si è voluto rendere omaggio agli uomini che a quei fatti parteciparono con l’assoluta consapevolezza di servire la Patria” evidenzia il generale Serino, “sia prima sia dopo l’8 settembre 1943. Vi abbiamo voluto raccontare un prima e un dopo: gli stessi uomini, gli stessi Eroi”

Una pagina del calendario

La polemica politica, dal Pd a Avs: “Ritirare il calendario”

Ma è proprio su quel prima e quel dopo, e sulla data simbolo del passato nazionale (il giorno in cui l’Italia chiese l’armistizio alle Forze alleate, sganciandosi dal patto bellico con le truppe di occupazione tedesche), che si scatena la polemica politica. I primi rimbrotti arrivano dal Partito democratico, che tramite la senatrice Simona Malpezzi parla di “forte odore di revisionismo” e di “costante tentativo di mischiare le carte e confondere la storia”. La senatrice dem aggiunge e precisa: “Con tutto il rispetto per i soldati che ricevono e eseguono gli ordini, c’è una bella e sostanziale differenza tra prima e dopo l’8 settembre 1943”.

Decisamente più duro, il responsabile Memoria dello stesso Pd, Sandro Ruotolo: “Prima hanno occupato l’informazione pubblica, poi le istituzioni culturali; ora vogliono riscrivere anche la storia delle forze armate, dell’Esercito”. L’esponente dem chiede direttamente al ministro responsabile, Guido Crosetto, di “ritirare dalla circolazione” il calendario della discordia, motivando così la sua richiesta: “Quel titolo che celebra l’Italia prima e dopo l’8 settembre 1943 è inaccettabile. Non c’è da riabilitare il fascismo, c’è solo da mandare al macero questo calendario”.

Il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi, in un’interrogazione al ministro della Difesa, chiede “se non intenda, per quanto di competenza, adoperarsi affinché venga modificato il titolo e la descrizione del calendario, rimuovendo qualsiasi riferimento teso a sminuire il periodo della dittatura fascista”. Richiesta a cui si aggrega l’Anpi tramite il suo presidente, Gianfranco Pagliarulo; “anche se ormai purtroppo è già in circolazione”, scrive in una nota l’Associazione partigiani italiani.

Una pagina del calendario

La precisazione del Ministero della Difesa: “Polemiche e pregiudizi estranei alle Forze Armate”

Immediate, le reazioni da parte dell’istituzione direttamente coinvolta, vale a dire il Ministero della Difesa: “Il calendario dell’Esercito 2024 non intende affatto riabilitare il fascismo, anzi” scrive subito via XX Settembre, che poi aggiunge: “Il calendario si inquadra in una trilogia storica che vuole evidenziare esclusivamente l’impegno e il valore degli italiani e dei nostri militari nella Guerra di Liberazione, nella consapevolezza che, come quelli di allora, anche i soldati di oggi, con il giuramento che prestano, si impegnano a servire il Paese e le sue Istituzioni repubblicane”.

Il dicastero diretto da Guido Crosetto prosegue: “Moltissimi soldati, sopravvissuti a tre anni di durissima guerra, non ebbero dubbi, dopo l’8 settembre 1943, su quale fosse il loro dovere e quale posizione l’Esercito Italiano dovesse assumere. Non a caso, tutti i militari presenti nel calendario sono stati scelti perché il loro coraggio è stato d’esempio sia prima dell’armistizio sia, con uguale impegno e determinazione, durante la Guerra di Liberazione, combattendo nelle fila del Regio Esercito o delle formazioni partigiane, fino all’estremo sacrificio. Basta leggere le motivazioni di conferimento delle Medaglie d’oro al Valor militare”

Un’altra pagina del calendario

Indubbiamente, ad alimentare il bailamme politico, anche il fatto che la principale promotrice dell’iniziativa sia stata Isabella Rauti, figlia di Pino, esponente del neofascismo e fiero oppositore della “svolta di Fiuggi” voluta da Gianfranco Fini.

Ma, come precisa ancora il Ministero della Difesa nella nota diffusa, “le polemiche politiche e i pregiudizi ideologici sono estranei alle Forze Armate

Come a dire ai partiti, polemizzate pure ma lasciate fuori l’Esercito e i suoi soldati dalla battaglia politica quotidiana.

“Il prima e dopo l’8 settembre 1943 indica quindi la coerenza e il valore dell’impegno coraggioso di chi scelse di servire la Patria, onorando il giuramento prestato, fino al sacrificio della vita o continuando, a sprezzo del pericolo, a combattere per la rinascita dell’Italia. Questo è lo spirito del CalendEsercito 2024!” conclude la nota di via XX Settembre.

Nel volume si raccontano storie e carriere di dodici militari, uno per ogni mese, e delle loro imprese. Ricordati anche quattro allievi definiti

“troppo giovani per combattere prima, comunque educati all’amore di Patria”

A fare da sfondo alle loro foto, una bandiera tricolore e i riconoscimenti militari.
Pubblicato da Giunti Editore, il calendario è in vendita sia in libreria che online.  

Sponsor della pubblicazione, i partner istituzionali Leonardo Spa, Idv (Iveco Defence Vehicles) e Beretta.

Una quota del ricavato delle vendite andrà all’Opera nazionale di assistenza per gli orfani ed i militari di carriera dell’esercito
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