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LOGISTICA STELLANTIS, LA PROTESTA DEI 110 LAVORATORI SINDACATI CHIEDONO L’INCONTRO COL MINISTRO URSO

Ieri mattina a Melfi, prima il blocco di un treno merci poi il tavolo regionale sull’automotive in Comune dove è arrivata la telefonata dal Ministero del Made in Italy

Continua il fronte caldo all’interno degli indotti Stellantis, in particolare a San Nicola di Melfi dove i dipendenti delle società di logistica e magazzinaggio Fdm e Las- due aziende che producono minuterie metalliche per autoveicoli -sono da alcuni giorni in agitazione per il mancato rinnovo di una commessa da parte del gruppo automobilistico. Oltre allo sciopero, 110 lavoratori della logistica hanno organizzato dei presidi di protesta davanti alla sede della Fdm e ieri sui binari della stazione di San Nicola di Melfi hanno presidiato il treno merci in partenza per lo stabilimento Stellantis di Termoli pur di attirare l’attenzione delle autorità, sia locali che nazionali. Della vertenza, infatti, si è interessato in prima persona l’assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro della Regione Basilicata Michele Casino che si è recato a Melfi.

CASINO INCONTRA LAVORATORI E SINDACATI

L’assessore regionale Casino ha così raggiunto il presidio dei lavoratori di Fdm e Las nell’area industriale di San Nicola di Melfi, assicurando l’impegno della Regione nelle trattative con Stellantis. «Il principale obiettivo – ha detto – è che Stellantis, nella nuova organizzazione del lavoro, mantenga le commesse sul territorio». «Necessario» secondo quanto affermato da Casino è «individuare soluzioni percorribili per gli operai che perdono il lavoro a causa del mancato rinnovo degli appalti. Per giungere a un risultato efficace è necessario – rimarca – che, mentre si sviluppano le trattative per la tutela dei livelli occupazionali, prenda forma una strategia di breve periodo in grado di rigenerare la competitività delle filiere produttive legate allo stabilimento Stellantis». Tant’è, Sindacati e lavoratori hanno accettato di abbandonare il presidio in atto da ieri mattina, lasciando partire il treno bloccato dal gruppo di lavoratori che hanno invaso i binari della stazione e si sono spostati nell’aula consiliare del Comune di Melfi dove l’assessore regionale Casino si è messo in contatto con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, atteso in Basilicata per venerdì.

FIOM CGIL: «UNA CRISI CHE VIENE DA LONTANO»

«Lo sciopero della logistica nell’area industriale di Melfi è solo l’iceberg di una crisi dell’automotive che viene da lontano. Il ritardo dovuto a Fca e oggi Stellantis sul piano degli investimenti nella transizione elettrica affonda le radici nel 2014: è da allora che i lavoratori subiscono le conseguenze di determinate scelte politico industriali ottenendo come risultato l’avvio della cassa integrazione, la perdita salariale e la precarietà produttiva e occupazionale». Lo afferma la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita. «Il tema vero – prosegue – è che oggi la transizione non viene governata. Si continua a lasciar fare alle imprese e anziché utilizzare i fondi europei per la transizione, progettando il sistema della mobilità sostenibile nel nostro Paese a partire appunto dalle infrastrutture, il governo continua a lasciar fare al mercato, con investimenti che nulla hanno a che fare con un’idea o con una politica industriale che metta al centro il lavoro e la dignità e la sostenibilità nel nostro paese». «Questa situazione – prosegue la rappresentante sindacale della Fiom Cgil Basilicata – ha un impatto sul territorio di Melfi perché la multinazionale, nonostante le rivendicazioni del sindacato sia livello territoriale che a livello nazionale per avere un confronto che possa mettere al centro la qualità del lavoro, della salute, della sicurezza e del salario, continua a ragionare unilateralmente a fronte di una serie di richieste di incontro, anche aziendale, per superare e per affrontare le problematiche derivanti dall’efficientamento che comporta aumenti di carichi di lavoro, peggioramento delle condizioni di lavoro, riduzione occupazionale e peggioramento della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro». Secondo Calamita «gli incontri nello stabilimento non stanno dando nessuna risposta» tant’è che come Fiom «stiamo chiedendo – incalza – con forza l’intervento delle istituzioni. È necessario che ai tavoli istituzionali, sia a Roma in Regione Basilicata, Stellantis risponda rispetto al ridimensionamento produttivo e occupazionale che sta generando disastri sociali nel Paese e nella nostra regione». «Chiediamo che si apra un vero confronto con Stellantis – aggiunge Calamita – e che si ponga immediatamente fine agli incentivi all’esodo (all’incirca 1400) che hanno ridotto già troppo l’occupazione a Melfi. Non si può più continuare a ridimensionare lo stabilimento. È in pericolo tutta l’area industriale di Melfi che coinvolge anche le aziende della componentistica, che non potranno avere una sostenibilità dei costi se si continua con la riduzione produttiva. C’è dunque il tema delle commesse ma anche dei volumi produttivi, oggi dimezzati rispetto alla capacità dello stabilimento. E questo non è certo dovuto alla transizione che viene utilizzata come alibi per continuare a fare profitti. Le cinque vetture elettriche previ- ste a Melfi non sono ancora in produzione e questo è la prova del fatto che la crisi è antecedente alla transizione ma è frutto dell’incapacità del governo attuale e dei governi precedenti a garantire la tenuta produttivo occupazionale nel nostro Paese a fronte di esosi incentivi e finanziamenti». Dunque, secondo la Fiom Cgil Basilicata «bisogna intervenire con urgenza, investendo nel settore dell’auto- motive attraverso la forma- zione e gli ammortizzatori sociali in modo da creare una condizione di turnover per l’inserimento di nuovi lavoratori nelle fabbriche. Occorre aumentare la capacità produttiva aumentando i model- li produttivi nel nostro per arrivare a un milione di vetture l’anno, guardando ai modelli di largo consumo non solo a quelli di alta gamma, così come previsto a Melfi. Continueremo a rivendicare con la lotta la centralità del lavoro, la dignità dei lavoratori, i diritti e il salario. Affinché la transizione non venga scaricata sui lavoratori – conclude Calamita – occorrono politiche industriali se- rie che ancora a oggi non so- no state avviate».

DAI SINDACATI LA RICHIESTA DI ESSERE RICEVUTI DAL MINISTRO URSO

«Come organizzazioni sindacali – si legge nella nota congiunta Fim, Fiom Uilm, Fismic e Uglm – riteniamo importante che si avvii un percorso vero affinché si faccia chiarezza definitiva sul futuro non solo di Stellantis ma anche dei lavoratori del- l’Indotto e della logistica». Inoltre, in concomitanza della venuta in Basilicata del ministro Urso, i sindacati annunciano «lo sciopero provinciale di tutto il settore automotive e la richiesta al ministro Urso di essere ricevuti affinché le nostre rivendicazioni siano prese in carico in modo compiuto dal ministro che negli imminenti tavoli ministeriali diventino prioritari per la salvaguardia del lavoro e dei lavoratori».

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