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“L’ORO DEL SUD”, DELL’ORTOFRUTTA DELLA MAGNA GRECIA RIMANE UN DANNO ERARIALE SUI FONDI UE

Illecita percezione di finanziamenti comunitari: la società cooperativa con sede a Scanzano Jonico condannata dalla Corte dei Conti

Illecita percezione di fondi comunitari, nel caso a valere sulle risorse del Feasr: il danno erariale della società Cooperativa agricola “L’oro del Sud” con sede legale in Scanzano Jonico. La Corte dei Conti di Basilicata ha condannato, in solido, la società e Giovanni Occhiuto, citato in giudizio nella qualità di legale rappresentante, al pagamento in favore della Regione Basilicata della somma di 78 mila e 915 euro, maggiorata della rivalutazione monetaria dalla data del pagamento delle indebite pubbliche contribuzioni, nonché degli interessi nella misura legale. La vicenda riguarda un finanziamento che era stato concesso per il complessivo importo di 157 mila euro. Il finanziamento rientrava nel progetto “Ortofrutta Magna Grecia”. Approvato dalla Regione nel 2012, era finalizzato alla realizzazione di un consistente miglioramento della struttura produttiva aziendale in conseguenza di interventi, anche strutturali ed edilizi, sui locali di svolgimento dell’attività. Fatali le indagini della Compagnia di Policoro della Guardia di Finanza. Nonostante una anticipazione pari ad quasi 79 mila euro, la società Cooperativa agricola “L’oro del Sud” non aveva provvisto ad utilizzare le risorse ricevute per la realizzazione del progetto sovvenzionato né a presentare domanda di pagamento per il saldo del contributo. Dalle indagini, emerso anche che lo strumento fideiussorio sottoscritto dalla società “L’Oro del Sud” con la Lig Insurance, società assicurativa rumena, «non avesse offerto alcuna garanzia di ristoro, visto anche che a quest’ultima, da quanto risultava dal sito dell’Ivass, era stata revocata l’autorizzazione all’esercizio dell’attività ed era stata disposta procedura omologa alla nostra liquidazione coatta amministrativa». Le risultanze delle indagini, nette: «indubitabile che nessuna delle opere sovvenzionate avesse mai avuto inizio». Riscontrate le inadempienze da parte della società beneficiaria, dalla Regione Basilicata, prima la revoca del contributo, poi la disposizione del recupero delle somme erogate in anticipazione con la maggiorazione del 10%, ma, dalla società, «nessun effettivo reintegro delle somme». Dalla relazione della Guardia di Finanza, accertamenti quali: «nessuna delle opere o macchine previste dal progetto ammesso a finanziamento è stata avviata ed o acquistata», «da sopralluogo effettuato presso la sede della società ove si è constatato che il piazzale antistante il capannone non ha subito interventi migliorativi» ed altro ancora. Di conseguenza, le conclusioni della magistratura contabile: «Del tutto in- dubitabile che gli obblighi incombenti sulla società beneficiaria non sono sta- ti affatto onorati». Per la Corte dei Conti di Basilicata, come impossibile, «non è chi non veda», non accorgersi della «gravità dell’inadempienza per entità, durata e impossibilità di elidere i negativi effetti, in quanto si è sostanziata nella definitiva frustrazione delle finalità pubbliche e nella irreparabile distrazione dei fondi alle stesse destinati». Per questi ed altri motivi, la condanna, in solido, per la società Cooperativa agricola “L’oro del Sud” con sede legale in Scanzano Jonico, e per Giovanni Occhiuto al pagamento in favore della Regione Basilicata della somma di 78mila e 915 euro

Ferdinando Moliterni

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