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REGIONE, APPROVATA LEGGE OBLIO ONCOLOGICO

Mario Polese e Luca Braia: «Fieri di essere stati pionieristici in questa vera e propria battaglia di civiltà»

“Dopo la Camera anche il Senato ha approvato ieri la Legge sull’oblio oncologico. Finalmente siamo arrivati all’approvazione di una legge di civiltà a tutela degli ex ammalati di tumore. Ci fa piacere che anche il Governo nazionale abbia ‘sposato’ questa proposta lanciata per prima dalla ‘nostra’ Maria Elena Boschi”. Lo dichiarano il vicepresidente del Consiglio regionale, Mario Polese e il capogruppo di Iv in Regione, Luca Braia che aggiungono: “Una soddisfazione e un risultato eccezionale, avendo anche noi in Consiglio regionale approvato in estate, grazie anche al sostegno dei consiglieri Baldassarre, Sileo e Giorgetti, una legge di indirizzo sull’oblio oncologico che provava a sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica parlamentare tutta ad approvare il testo unificato. Fieri di essere stati pionieristici in questa vera e propria battaglia di civiltà”.

“Con questo provvedimento l’Italia si mette in linea a livello di norme con molte altre nazioni europee e recepisce la risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 in cui si chiedeva che entro il 2025 tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all’oblio a tutti i pazienti europei dopo 10 anni dalla fine del trattamento e fino a 5 anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età”, commentano i due esponenti di Iv.

“Un grazie sentito per il suo impegno va alla nostra senatrice Maria Elena Boschi la quale, anche nell’incontro tenutosi in estate a Maratea, ha da sempre sostenuto il nostro impegno in Regione e portato con forza il tema nelle sedi parlamentari. Ringraziamo anche i senatori ieri presenti in Aula per aver dimostrato grande attenzione e sensibilità a dei diritti fondamentali come quello di garantire agli ex malati diritti fondamentali come quello di poter accedere a mutui e finanziamenti oppure all’adozione di un figlio senza dover subire ingiustizie causate da una malattia fortunatamente battuta”, concludono Polese e Braia.

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