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DAI FAMILIARI PAZIENTE IL GRAZIE AL PERSONALE

La battaglia contro un tumore «profondo, aggressivo e inoperabile» ma che grazie all’uso di tecnologie innovative dell’Istituto «sta portando la malattia verso un decorso diverso»

«Lo scorso settembre ad uno dei componente della nostra famiglia è stato diagnosticato un tumore al cervello. Un glioblastoma di 4° grado multiforme, profondo, aggressivo e inoperabile. La normale evoluzione di tale neoplasia conduce in pochi mesi al decesso. Questo è quanto è emerso dalla diagnosi dei medici oncologi di fuori regione. Questa diagnosi è stata confermata anche dagli oncologi del Crob di Rionero in Vulture che però non si sono fermati dinanzi a questa situazione». Così inizia la lettera degli avvocati Luigi Scaringelli ed Elda Libutti, cittadini residenti in Rionero in Vulture, che raccontano la loro personale esperienza presso l’Istituto di ricovero e cura dell’Irccs Crob di Rionero in Vulture, dove un loro familiare è stato ricoverato per un tumore al cervello. Come i due professionisti raccontano nella nota, le condizioni del paziente erano gravissime, ma «le nostre dottoresse, non si sono risparmiate, armate di una determinazione incredibile hanno cercato e trovato altre soluzioni che stanno portando la malattia della nostra congiunta ad un decorso potenzialmente diverso da quello affermato, attestato e confermato da tutti gli oncologi che hanno visitato la nostra parente». Si tratta della dottoressa Modano, a capo del reparto di Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore, e della dottoressa Lazzari, a capo del reparto di Radioterapia, che «hanno adottato un approccio rivoluzionario: hanno deciso di utilizzare il dispositivo “Optune” creato per bloccare il glioblastoma e per evitare le recidive di quella e di altre neoplasie gravissime mediante onde elettromagnetiche alternate unitamente alla somministrazione di un farmaco chemioterapico». «Tale dispositivo – proseguono nella nota Scaringelli e Libutti – costruito su un brevetto israeliano, a quanto spiegato dai sanitari impedisce la mitosi cellulare del tumore e lo blocca, aumentando in modo considerevole le aspettative e la qualità di vita dei pazienti oncologici gravi», spiegano nel dettaglio gli avvocati. Ma non è tutto. «Oltre a questo, grazie alla collaborazione tra il dott. Cammarota, altro pilastro del Crob di Rionero, sia per bravura che per grande umanità, la dott.ssa Lazzari e la dott.ssa Modano, stanno lavorando per acquisire cure innovative di ultima generazione, in collaborazione con istituti di ricerca extra europei, per guarire i pazienti dal glioblastoma. tracciando in tal senso nuovi percorsi verso la cura, la gestione e la potenziale guarigione di gravi neoplasie». Gli avvocati concludono ringraziando tutto il personale del Crob che «riesce ogni giorno a ridare dignità e speranza ai pazienti e ai loro parenti, riuscendo a trasformare la disperazione in speranza e il dolore in sollievo; lo fanno – proseguono Scaringelli e Libutti – seguendo scrupolosamente il loro dovere aggiungendo quella singolare qualità umana, propria della gente lucana, che gli consente di dare un servizio di grado superiore a tutti coloro che per necessità chiedono aiuto». «Personalmente – concludono – hanno e avranno sempre la gratitudine e il rispetto nostro e di tutta la nostra famiglia che al Crob di Rionero ha potuto riacquistare la voglia e la determinazione per combattere un nemico silenzioso, crudele e letale, di poter credere che una guarigione si può e si deve cercare e che nulla è impossibile».

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