AttualitàBasilicataBlog

IN CAMPO SVILUPPO BASILICATA

Smaldini e Merra brillano in FdI. Nella Lega, il voltagabbana Spera senza speranza. Idem per Picerno in FI. L’Au Megale tiene pure comizi ai comitati e tace su chi chiede che ciò non avvenga

Francesco Piro aveva coraggiosamente lanciato l’allarme all’inizio della campagna elettorale, lo aveva fatto con una azione di trasparenza nella quale aveva denunciato che «qualcuna» di Sviluppo Basilicata utilizzava la sua rete di rapporti istituzionali per fare campagna elettorale. Avevamo chiesto a Gabriela Megale di smentire questa notizia. Francesco Piro aveva detto che non si doveva «sporcare» la vittoria del centrodestra con metodi discutibili e poco ortodossi che facevano pensare ad un utilizzo non corretto delle Istituzioni. Noi ci siamo uniti a questa richiesta e non abbiamo avuto nessuna risposta. La riposta ce la stanno fornendo i fatti ed è una risposta che non ci piace. Nella nostra visione della politica, gli enti pubblici e chi copre cariche amministrative in essi sono al servizio dei cittadini e non dei partiti, nella nostra visione etica essi servono per il territorio e non per i candidati. Evidentemente Gabriela Megale la pensa diversamente. Dobbiamo prendere atto di un incontro elettorale dell’Amministratore Unico di Sviluppo Basilicata a sostegno di alcuni candidati di Forza Italia. Piro aveva ragione e, il fatto che i candidati sono del suo partito, rende ancora più importante e generosa la sua denuncia del cattivo utilizzo dei ruoli. Onestamente non è questo il cambiamento che ci aspettiamo dal centrodestra ed è quello che non vorremmo mai vedere in nessun modo. Chiamare gli imprenditori che hanno goduto di misure, utilizzare il ruolo che si ricopre per fare campagna elettorale fa schifo. Lo diciamo senza mezze misure. Il voto deve essere libero e non condizionato dal potere. Speriamo di aver capito male, di aver avuto notizie non corrette ma, qualora tale smentita non dovesse arrivare, siamo costretti a prendere atto che qualcuno ha confuso il cambiamento con un mero cambio di prospettiva personale.

I PROFESSIONISTI DELLA CANDIDATURA

Esistono i professionisti della candidatura, gli artisti del tentativo e della sonora sconfitta, i profeti del narcisismo elettorale, collezionisti di santini con il proprio volto e con simboli diversi. «Vanità, il mio peccato preferito», diceva Al Pacino ne “L’avvocato del Diavolo”. L’unica spiegazione che riusciamo a trovare è proprio questa vanità all’ennesima potenza. Tra i professionisti della candidatura senza successo non possiamo non annoverare Enrico Spera. L’ex consigliere comunale di Lagonegro ci riprova per la terza volta. Nel suo girovagare ha toccato ogni spazio, dalla lista del presidente a sostegno di Pagliuca nel 2010 all’amicizia con Mastella. Questa volta ci ha tenuto a comunicare «con emozione» la sua candidatura come consigliere regionale alle elezioni del 21 e 22 aprile in Basilicata. In un delirio di onnipotenza sembra citare anche Berlusconi e la sua famosa discesa in campo quando cita «la mia terra, la terra dei miei affetti, la terra che amo». Ci tiene a far sapere che correrà per la Lega. Effettivamente la notizia è questa, che sarebbe stato candidato anche quest’anno lo davamo per scontato. Conclude dicendo che è da «sempre al servizio della Basilicata reale e dei cittadini lucani», peccato che fino ad ora nessuno dei cittadini lucani abbia chiesto il suo servizio. La febbre della candidatura crea piccoli e grandi mostri. Aspettiamo con ansia lo spoglio, le sue poche centinaia di preferenze prese e, poi, la sua prossima candidatura senza speranza in un altro partito.

PICERNO CI PROVA

Ad intasare la lista degli aspiranti candidati al Consiglio regionale della città di Potenza c’è anche Ferdinando Picerno. Lo storico esponente di Forza Italia ci prova per la prima volta alle elezioni regionali dopo una vita spesa nel Consiglio comunale di Potenza e, nell’ultima consiliatura, come assessore. Il suo consenso Picerno lo ha sempre portato a casa e, con esso, alcune partite di credito politico che ha sempre puntualmente riscosso. Quello che non si trova, invece, è un segnale della sua attività amministrativa. Se oggi dovessimo dire cosa abbia fatto e cosa abbia prodotto per la città in tutti questi anni abbiamo difficoltà a ricordarlo. Non si ricorda una sua presa di posizione né una sua battaglia portata avanti con de- terminazione, non si ricorda una sua autentica visione del- la città. Forse siamo stati sbadati noi ma, francamente, non ci pare che abbia lasciato alcun segno. Il voto è sempre sovrano e va sempre rispettato. Ci chiediamo cosa possa apportare alla regione chi non è stato in grado di portare niente in tanti anni alla città che ha rappresentato. Verosimilmente sarà surclassato in termini di preferenze da Cupparo, Piro e Bellettieri ma la speranza è l’ultima a morire e un giro sulla giostra lo deve tentare anche lui.

LA FORZA DELLE DONNE DI FDI

Positivamente, invece, colpisce l’innovativa tradizione della destra italiana di candidare donne di qualità nelle proprie liste. La politica delle “quote” la destra l’ha subita e non voluta e ancora adesso la vede con diffidenza. In compenso, proprio per la forte competizione reale continua a candidare donne che non hanno bisogno di quote per emergere. Il caso Giorgia Meloni non è un caso isolato nella destra italiana e si ripete anche in Basilicata in queste elezioni regionali. È evidente, per esempio, il caso di Ivana Smaldini. Si è caratterizzata, anche senza ricoprire cariche istituzionali in questi anni, non soltanto per una efficiente capacità di curare la crescita organizzativa di Fratelli d’Italia (è stata ed è la responsabile regionale dell’organizzazione del Partito) ma anche di portare avanti battaglie importanti di principio. È stata lei a strutturare una proposta importante per gli asili nido, per il sostegno alle madri lavoratrici ma è stata anche l’animatrice di posizioni in difesa del diritto alla vita e di tutela dei “valori non negoziabili” in tema di bioetica e di famiglia. Una candidatura che non nasce dal nulla ma è il frutto di un lungo percorso di crescita e di impegno che merita rispetto e speriamo le consenta di raccogliere i risultati sperati. Una lettura più o meno analoga può offrire la candidatura di Donatella Merra. L’ex assessore regionale alle Infrastrutture è stata l’unico esponente della Giunta a tenere lo stesso dipartimento per l’intera legislatura. Un segnale evidente di una grande capacità di ascolto dei territori e di risposta alle loro istanze. La ricordiamo in prima fila per tanti anni nel tentativo di sbloccare risorse per le infrastrutture lucane e in prima linea nella programmazione degli interventi necessari. Quelli della Merra e della Smaldini sono esempi che ci riportano a dire che la politica del merito e non quella delle quote consente di mettere realmente in campo donne capaci e caparbie.

Di Massimo Dellapenna

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti