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NON SI CHIUDE UN ABISSO CON L’ARIA

TACCO&SPILLO

Ci sono momenti nella vita di tutti i giorni in cui il tremore della verità raggiunge tocchi di grazia meravigliosa ed incandescente con cui far sentire la propria voce indignata e così è stato per l’affollato presidio davanti alla Chiesa della Trinità di Potenza e contro la messa presieduta dall’arcivescovo Ligorio, all’occasione sostenuto da un manipolo indisponente di cattolici in versione crociata. Ora non si vedevano da tempo, in una città come Potenza tutta Chiesa e politica, come ha ben scritto Dino De Angelis, assiepati e pieni di voglia bella di giustizia frotte di giovani, donne e uomini incalzare l’incedere stonato di Ligorio e dei suoi seguaci tra lo splendore degli stucchi e le parole arrotolate. Una scena drammatizzata finanche dalla nota con cui l’arcidiocesi di Potenza ha declamato il suo cahiers de doléances contro l’insorgenza vociante dei disturbatori, manco invece non ci fosse bisogno anche della sua salutare agitazione per aver verità anche fino all’abisso dell’indicibile, come quell’apertura diabolica d’aria del sottotetto con cui s’è evitato s’avvertissero le esalazioni della povera Elisa. Scrive Emily Dickinson:“Non si chiude un abisso con l’aria”.

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