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POTENZA, PROTESTA CONTRO LA MESSA NELLA TRINITÀ: «CONTINUANO IN UNA GUERRA CHE NESSUNO VUOLE»

Caso Claps il fratello Gildo: «la città si rifiuta». la versione della curia: «è la famiglia che ha interrotto il dialogo». Trinità, alla 1a messa domenicale fiume di gente manifesta per Elisa: «Basta, è una vergogna»

“Portami con te ovunque ma non in questa chiesa!”. Queste le parole riportate in grassetto sul volantino distribuito ieri mattina davanti alla chiesa della Santissima Trinità di Potenza in occasione del presidio svoltosi in «religioso silenzio» – almeno queste erano le intenzioni iniziali annunciate alla vigilia dell’iniziativa – organizzato dalla famiglia Claps, con il sostegno dell’Associazione Libera e parte della comunità potentina, per stigmatizzare la decisione di celebrare la prima messa domenicale nel luogo che fu sepolcro per 17 lunghissimi anni di Elisa Claps, la 16enne potentina scomparsa il 12 settembre 1993 e il cui corpo fu ritrovato nel sottotetto dell’edificio sacro il 17 marzo 2010. Poche parole che racchiudono tutta l’indignazione nel giorno in cui, sebbene con i dovuti annunci, la Curia potentina ha deciso di aprire pienamente al culto la chiesa, nel cuore del “salotto buono” di Potenza. E se per l’omicidio è stato condannato in via de- finitiva Danilo Restivo – attualmente detenuto in Inghilterra anche per l’omicidio di un’altra donna, quello di Heather Barnett, una sarta inglese uccisa il 12 novembre 2002 a Charminster, un villaggio nei pressi di Bournemouth – secondo la famiglia Claps celebrare messa nel luogo in cui è stata uccisa Elisa, il cui corpo è stato nascosto nello stesso luogo per 17 anni, «è una sfida inaccettabile» che «non pone fine a questa vicenda». «Abbiamo cercato in ogni modo una conciliazione. – afferma Gildo Claps, fratello di Elisa, intervenendo al presidio di fronte la Trinità – Non c’è stato verso, c’è un arroccamento totale. Abbiamo chiesto semplicemente che prendessero atto, prendesse- ro coscienza, di tutto quello che è avvenuto e per una volta avessero il coraggio di chiedere scusa, per una volta». «Il destino di questa chiesa lo deciderà la città – ha aggiunto – la grande parte dei potentini stanno rifiutando tutto questo. C’è stata una sorta di riflessione collettiva che sta arrivando in modo forte e straordinario alla mia famiglia». Parole dure ancora una volta contro la Chiesa locale: «Predicano la “pietà cristiana” e poi continuano a trascinarci in questa guerra che nessuno vuole. Avete visto con quanta arroganza so- no entrati e con quanto disprezzo – ha concluso Gildo Claps – loro sono arroccati al chiuso, al buio, noi siamo qui alla luce, la luce di Elisa». Dunque, quest’ennesima decisione della Curia potentina non ha calmato di certo gli animi né ha messo la parola fine a una tragica vicenda, come la stessa Chiesa probabilmente si auspicava quando in una missiva di Papa Francesco veniva chiarito, all’annuncio della riapertura della Trinità – avvenuta poi lo scorso 24 agosto – che la Trinità sarebbe dovuta rimanere «un luogo per la preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale, per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita» dove evitare «celebrazioni liturgiche di carattere festoso» avendo così premura «di custodire la memoria di Elisa». Da qui, l’incalzare delle nuove polemiche e della reazione di parte della comunità di Potenza che si è stretta nuovamente intorno alla famiglia Claps – dopo un’altra manifestazione organizzata lo scorso 12 settembre in occasione del trentennale della scomparsa di Elisa – con un mare di persone (più di 500) che hanno invaso il centro storico del capoluogo lucano. Intanto, all’interno della Trinità circa una 60ina di persone assistevano alla funzione religiosa – presieduta dall’arcivescovo Salvatore Ligorio che a breve lascerà il suo incarico episcopale per aver raggiunto i limiti di età di 75 anni – alla cui entrata ed uscita dai portoni della chiesa hanno ricevuto applausi ironici e fischi da parte dei manifestanti. Non sono di certo mancati, infatti, momenti di tensione tant’è che alla fine della Messa, l’arcivescovo e i sacerdoti sono usciti accompagnati da alcuni agenti della Polizia tra i «Vergogna! Assassini!». Dalla curia arcivescovile è trapelato poi «stupore per l’annuncio di una manifestazione silenziosa che non è stata tale, disturbando la celebrazione religiosa per tutta la sua durata». Molti anche i post sui social, che hanno suscitato contestazioni sulle decisioni prese in merito al luogo in cui è stata uccisa Elisa. Tra questi anche quello del vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata Francesco Piro che ha espresso vicinanza «alla gente e alla famiglia Claps, lontano da questa Chiesa».

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