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PROVE TECNICHE D’INTESA?

In Consiglio i due moderati Telesca e Cannizzaro stanano Guarente: possibile schema futuro

Vincenzo Telesca e Francesco Cannizzaro sono stati tra i pochi protagonisti di questa consiliatura comunale a distinguersi dalla mediocrità imbarazzante. Vincenzo Telesca è stato un oppositore di centro sinistra piuttosto atipico. Se la sinistra italiana è solita disquisire dottamente e pigramente sul sesso de- gli angeli, Vincenzo Te- lesca è stato capace di parlare sempre di problemi autentici dei cittadini e di obbligare il Governo del capoluogo ad occuparsi di questioni che attengono realmente alla vita dei cittadino. Non è un caso che non abbia da tempo rinnovato la tessera col Pd. Francesco Cannizzaro, leader di Noi Moderati, in una maggioranza ampiamente distratta nella quotidiana necessità di litigare con qualcuno senza mai risolvere un problema, si è sforzato sempre di avere un profilo istituzionale alto, rivolto al dialogo e al confronto an- che con le opposizioni.

LA SEDE VACANTE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Non potevano che essere loro a mettere in campo le sinergie necessarie per abbattere il nulla contro nulla che sta caratterizzando la non elezione del Presidente del Consiglio Comunale. Maggioranza e opposizione hanno il dovere di essere alternative nella politica ma hanno la necessità di essere collaborativi nelle funzioni istituzionali e nelle cariche terze. La Presidenza del Consiglio Comunale è una carica super partes, non appartiene alla maggioranza e non può essere eletta solo dalla maggioranza. Serve un dialogo tra le parti, un confronto anche serrato e la ricerca di un nome che possa essere condiviso. Di solito la funzione di mediatore la svolge il Sindaco o il capogruppo di maggioranza relativa. Fino ad ora nessuno di lo- ro lo ha fatto. Mediare significa ripiegarsi e lavo- rare alacremente, chi avrebbe dovuto farlo non lo ha fatto. Cannizzaro riuscì a fare convergere su di sé i voti dell’opposizione e fu eletto Presidente del Consiglio ad inizio legislatura, quando si è dovuto procedere al rinnovo ha preferito non ricandidarsi perché impegnato nella strutturazione del suo Partito sul territorio, funzione che riteneva (ed è) incompatibile con uno spirito terzo quale la Presidenza dell’Assise consiliare. Da allora e fino ad oggi la sede della Presidenza del Consiglio è vacante, la massima assemblea comunale viene retta da un facente funzioni e il funzionamento del Consiglio ne risente.

LA STRANA COPPIA SMASCHERA GUARENTE

Fino ad oggi la maggioranza ha sempre preferito rinviare la discussione. La votazione era all’ordine del giorno, non si raggiungeva il numero per votare e si rinviava. Un metodo pigro da ultimo mese dell’anno scolastico. Serviva un’azione un po’ più decisiva, serviva qualcuno che si muovesse per rompere gli indugi e co- stringere il tetto di cristallo alla caduta. Cannizzaro nel precedente Consiglio aveva detto chiaramente che così non si poteva andare avanti e che serviva un serio rispetto delle istituzioni. All’ultimo consiglio comunale, insieme a Telesca è passato dalle parole ai fatti. I due consiglieri non hanno ritirato la scheda per votare, costringendo così il Sindaco a sospendere i lavori, convocare un tavolo di discussione e ad impegnarsi per cercare una soluzione. È il bipartisan che serve per smuovere la palude del finto decisionismo falsamente muscolare di chi vuole la contrapposizione fine a se stessa.

E SE NON FOSSE SOLO TATTICA CONSILIARE?

In politica, come sappiamo, le scelte sono sempre in movimento ed in mutazione. L’amministrazione Guarente è stata una parentesi narcotica di nullafacentismo urlato, cui si è contrapposta un’opposizione vacua e irrilevante. Cinque anni nei quali è emerso poco più di nulla dal baratro della pigrizia. Come detto all’inizio, Telesca e Cannizzaro sono due lodevoli eccezioni che emergono dalla palude del niente. E se avessero la forza e la volontà di costruire insieme un progetto politico diverso da quelli che escono dalle segreterie dei Partiti? Se provassero ad immaginare un percorso Comune per la città? Le elezioni si avvicinano, l’ora delle scelte è sempre più imminente e prossima e, nel disordine che sta caratterizzando questa fase sia a destra che a sinistra, sarebbe una bella scossa. Come innamorati di Potenza non possiamo che auspicarlo. Non sarebbe neanche la prima volta per la città capoluogo. A noi un governo dei migliori per il futuro non dispiacerebbe. Loro sicuramente sono tra i migliori in città. Per adesso hanno costretto Guarente, la maggioranza e l’opposi- zione a ricordarsi che esiste un Consiglio Comunale che va rispettato nel- le sue funzioni, nelle sue prerogative e nelle sue cariche istituzionali. Con uno sforzo in più potrebbero dimostrare che la Città Capoluogo non può essere governata da persone con le qualità quasi sufficienti per amministrare un paesino di poche anime.

Di Massimo Dellapenna

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