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REDDITI E INFEDELTÀ FISCALE, AL NORD SI DICHIARA IL 33% IN PIÙ DEL SUD

Imprenditori individuali in contabilità semplificata, per la Cgia di Mestre il grosso dell’evasione si annida nel Mezzogiorno

Al tema dell’infedeltà fiscale, dedicato l’ultimo rapporto dell’Ufficio studi dell’associazione Artigiani e Piccole imprese Cgia di Mestre che giudica «“inattendibili”» le stime del Mef sull’evasione degli autonomi. Per la Cgia di Mestre, da ricordare che l’evasione è un problema, ma l’inefficienza della Pubblica Amministrazione «è il problema del Paese»: la mala burocrazia che attanaglia la gran parte della P.A. provoca un danno economico ai contribuenti italiani «stimato attorno ai 184 miliardi di euro l’anno». Un importo, quest’ultimo, più del doppio rispetto alla dimensione dell’evasione tributaria presente in Italia. Secondo il Ministero del- l’Economia e delle Finanze (Mef), il mancato gettito annuo ammonta a 84,4 miliardi di euro. Entrando nel dettaglio, la tipologia di imposta più evasa sarebbe l’Irpef in capo al lavoro autonomo, per un importo pari a 31,2 miliardi di euro che corrisponde ad una propensione al gap nell’imposta che da anni sfiora stabilmente il 70 per cento. In sintesi, poco meno del 70 per cento dell’Irpef non sarebbe versata all’erario dai lavoratori autonomi. «Non entriamo nel merito della metodologia di calcolo utilizzata – ha precisato l’Ufficio studi della Cgia di Mestre -, ma ci limitiamo a dimostrare l’inattendibilità” di questo risultato. Secondo le dichiarazioni dei redditi dei lavoratori autonomi in contabilità semplificata del Nord, praticamente artigiani e commercianti, hanno dichiarato mediamente 33 mila euro lordi nell’anno di imposta 2021. Segnaliamo che oltre il 70 per cento di queste partite Iva è composto dal solo titolare dell’aziende. Se, come sostiene il Mef, queste attività evadono quasi il 70 per cento dell’Irpef, quanto dovrebbero dichiarare se fossero ligi alle richieste dell’erario? Il 130 per cento in più, ovvero quasi 76 mila euro all’anno, ma come possono “raggiungere” nella realtà una soglia di reddito così elevata se la stragrande maggioranza lavora da solo».

LE DIFFERENZE TERRITORIALI

Osservando le dichiarazioni dei redditi per regione degli imprenditori individuali in contabilità semplificata, «regime fiscale che coinvolge la grandissima parte degli artigiani e dei piccoli commercianti, in Italia le differenze reddituali sono evidentissime. Se, mediamente, al Nord si dichiarano 33 mila euro all’anno, al Sud solo 22 mila. Questo vuol dire che al Nord si dichiara il 33 per cento in più e «questa forchetta tende addirittura ad aumentare quando si analizzano le dichiarazioni dei redditi delle imprese individuali in contabilità ordinaria». Per la Cgia di Mestre, «il grosso dell’evasione fiscale in capo alle partite Iva va in massima parte ricercato nel Mezzogiorno, dove la precarietà e la marginalità di questi lavoratori riflette il forte disagio economico di questa ripartizione geografica». Analizzando i dati delle singole regioni, per quanto concerne le dichiarazioni dei redditi in contabilità semplificata, in Lombardia gli autonomi dichiarano 35.462 euro, in provincia di Trento 34.436 euro, in Veneto di 33.318 e in Friuli Venezia Giulia di 33.205 euro. Per contro, in Sicilia ci si attesta sui 23.946 euro, in Puglia sui 23.223 euro, in Campania sui 22.662 euro, in Basilicata sui 21.012 euro, in Molise sui 19.610 euro e in Calabria sui 19.551 euro. La media nazionale è pari a 29.425 euro.

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