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LA MANFRINA POTENTINA  

TACCO&SPILLO

Si dice della politica che non risolva mai per bene i problemi della comunità perché ha bravura e furbizia da renderli così tanto ingarbugliati e tirati all’infinito per prolungare la sua brama di potere e di poltrona. Eppure guardando com’è combinata la nostra povera Potenza sotto ogni quadrangolo urbano e per massima colpa di Guarente e della sua giunta d’incapaci ci si sarebbe aspettati dal resto del centrodestra almeno una chiamata, per così dire, di coscienza vista la gravità del momento ed invece si continua a buttarla nel cazzeggio furbastro del doppio forno facendo, a giorni alterni e con la fisiognomica dell’umore cangiante, ora i patrioti di maggioranza ora quelli reclutati dall’opposizione. Tutto questo non sarebbe nemmeno ridicolo se i protagonisti dell’interessato e dispettoso cahiers de doléance non fossero Idea, ormai ridotta al microvagito d’un sopravissuto per l’abbandono coraggioso del duo Stella Brienza-Beneventi e Noi con l’Italia, la terra promessa a tutti i transfughi potentini e contro cui per resurrezione insignificante si levano le voci fantasma di altre micro realtà unipersonali. Canta Daniele Silvestri: “È una vecchia manfrina, manfrina”.

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