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BALENA BIANCA, CHIORAZZO UFFICIALIZZA

La “Lista dei Vescovi”: trovata la quadra con l’altro pretendente Bochicchio. Dentro c’è anche Maruggi: Stolfi, il jolly. “Casa Comune” rompe gli indugi e punta alla «tappa delle prossime elezioni regionali»

Tra “Casa Comune” e cassa comune, la differenza è una s di soldi in più. Il fondatore di Auxilium, Angelo Chiorazzo, fatto fuori da un sondaggio sulle regionali in Basilicata che si svolgeranno nel 2024, il centrosinistra guidato da lui, secondo la proiezione Emg, 10 punti percentuali sotto il centrodestra con Bardi candidato presidente, nel giro di pochi giorni ritorna sulla scena “galoppando” la copia sbiadita di una “balena bianca” in salsa lucana: “Casa Comune”. Chissà se il latente scudo crociato sarà quello di «vinci con questo», a mo’ di “fate che gli elettori vengano a me”, o quello di una semplice scritta che campeggia sui pacchetti di una nota marca di sigarette: slogan da fumo. Ad ogni modo, si è conclusa la fase costituente di “Basilicata casa comune”, già nota ufficiosamente, a torto o a ragione, come “lista dei Vescovi”. Di nuovo, davvero poco. Eletto l’Ufficio di presidenza, composto dall’ingegnere Fausto Santangelo in qualità di presidente, dalla professoressa Maria Teresa Gino, in qualità di vice presidente, e dal professore Lindo Monaco, in qualità di coordinatore politico. Scelta anche la direzione formata da Lorenzo Bochicchio, ex Dg Asp, da Angelo Chiorazzo, il “re delle Coop bianche”, da Vito Epifania, da Giampiero Maruggi, manager già in ruoli apicali in Enti regionali, ex Direttore generale dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo, nonchè ex Au di Sviluppo Basilicata, dalla professoressa Carmela Romano e dal giornalista Rai in pensione Erberto Stolfi. In sintesi, Chiorazzo scende ufficialmente in campo con un suo movimento politico pronto ai prossimi appuntamenti elettorali, «a partire dalla tappa delle prossime elezioni regionali», come da annuncio. Quadra trovata anche con l’altro pretendente candidato presidente, l’ex Dg Bocchicchio entrato nel direttivo: Stolfi, il jolly. Il linguaggio, perlomeno, è già politico: i citati accennano, come genesi del Movimento, la «grande campagna di ascolto lanciata dalle aggregazioni laicali del mondo cattolico lucano che ha convolto l’intera comunità regionale in un confronto serrato, franco, aperto tanto sulle emergenze, sul crescente disagio, sulle urgenze irrisolte che segnano il quotidiano del nostro territorio e ne mettono in discussione il domani, quanto sulle attese, sulle speranze, sui sogni che pure abitano la gente, la nostra gente». Sarà, ma di «grande» e di «serrato», finora si fatica a trovarne di tracce. La relatività degli aggettivi. Il Movimento, spiegano, è fatto da «cattolici democratici il cui orizzonte è la dottrina sociale della Chiesa, aperto a quanti ne condividano il progetto di riscatto sociale, morale e politico della nostra terra». Ma se la Chiesa è una e santa, gli uomini, tra cui coloro che ambiscono a cariche politiche elettive, sono tanti e, inteso in maniera estesa alla generalità del genere, probabilmente non poi così santi. Se la Regione non è una caserma, come spesso è stato dalle opposizioni urlato all’attuale presidente Bardi, in futuro non dovrà essere neanche una chiesa. Ma non perchè l’ideologia cristiana cattolica sia errata o per valutazioni simili, semplicemente perchè ogni ambito ha il suo indirizzo. Per nascondere e rivelare, servono giri di parole. Così, da Ufficio di presidenza e direzione, è stato spiegato che il movimento-associazione «ha l’ambizione di rappresentare in maniera autentica, nuova, la domanda di libertà dalla logica delle clientele, delle appartenenze, della prevalenza sull’idea di bene comune degli interessi, talvolta opachi, di singoli, di cordate, di corporazioni: una logica che, in molti casi, ha dato origine non ad una classe dirigente ma ad un ceto malamente dominante». Per questi ed altri motivi, “Basilicata casa comune” «ha scelto di non sottrarsi alla sfida della politica», anzi, immancabile, come da copione, citazione di un Pontefice, «della buona politica come l’ha definita S. PaoloVI», e «a partire dalla tappa delle prossime elezioni regionali, chiama a confrontarsi con le persone, anima del popolo lucano, sempre più tentate dal disimpegno, per tornare a parlare con lo- ro, a sognare con loro, a tessere con loro la tela del futuro possibile di questa nostra terra». Portatori di fede per tessere il futuro, e portatori di tessere per la fede nel passato. Regionali lucane del 2024: Chiorazzo c’è, fin che sondaggio non lo separi dall’ambizione politica.

Di A. Carponi

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