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IL GOVERNO CACCIA PRIORE

APPENNINO LUCANO L’annuncia Aliandro: non è più presidente. Le motivazioni: «irregolarità contabili» e atti senza «presupposti di legittimità». Cronache aveva scovato il marcio, immediata la revoca da parte del Ministro dell’Ambiente

“Finalmente un nuovo giorno per il Parco dell’Appennino Lucano! Ci sarà un nuovo Presidente! È stato un lavoro duro ma ci siamo riusciti!” a dare la lieta novella è Nario Aliandro, consigliere leghista della Val d’Agri, da sempre uno dei più impegnati nel denunciare la cattiva gestione del Presidente del Parco Priore. “Nunc est bibendum!” scriveva il nostro corregionale Quinto Orazio Flacco quando seppe del- la notizia della morte di Cleopatra. Noi ci dedichiamo, insieme agli abitanti della Valle, a festeggiare l’allontanamento di Priore da un posto che aveva dimostrato nei fatti di non saper guidare. Finalmente l’Appennino Lucano può immaginare un futuro degno delle sue potenzialità. Finalmente non vedremo più chi di- fende i cinghiali contro gli agricoltori. Finalmente non vedremo più chi crede che uccidere anche un maiale sia da considerare un reato. Finalmente non avremo più post sessisti e violenti, finalmente non vedremo più scene di donne nude, finalmente non vedremo più insulti a Ministri, finalmente non vedremo più questo scempio.

GLI ADDEBBITI DEL MINISTERO

Il Ministero dell’Ambiente, a seguito di una lunga istruttoria, ha “rilevato la non conformità a Legge degli atti del Commissario Straordinario, posto che gli atti da quest’ultimo adottati non sono da considerarsi semplicemente viziati ma radicalmente nulli”. A questo si aggiungono le “irregolarità contabili segnalate della Corte dei Conti per il 2020 dove è segnalato il netto peggioramento del conto economico ridotto del 91,1% in un solo anno, l’ingiustificato azzeramento del fondo “rischi e oneri”, pur in presenza di numerosi contenziosi pendenti, il mancato contenimento della spesa e l’assenza di un responsabile del servizio economico (etc..)”. Insomma, dalle parti di Via Cristoforo Colombo si sono accorti che quello dell’Appennino Lucano era veramente il Parco dei Balocchi, il luogo della spesa non contenuta né controllata, il territorio dove non esiste nessun governo e nessuna efficienza operativa.

LA NOSTRA BATTAGLIA E GLI INSULTI DI PRIORE

Il nostro giornale è stato quello che più di ogni altro ha denunciato le modalità di azione di Giuseppe Priore, la sua ingiustificata ironia nei con- fronti di Antonio Rubino. Nel suo ultimo post su facebook da Presidente, oltre ad utilizzare il poco politicamente corretto termine di Cloaca con un infantile gioco di parole per definire Cronache, il nostro Presidente del Parco si è cimentato in un ordine dal vago sapore dittatoriale. “Non avete alcun diritto di valutare le pubblicazioni fatte” scrive rivolto a noi, attribuendo a sé la facoltà di decidere quali siano i limiti del diritto di stampa di un quotidiano. Una minaccia alla libertà di stampa che, già grave di per sé, assumeva i toni ancora più intimidatori se si pensa che proveniva da un rappresentante del Governo della Repubblica. Neanche nelle Repubbliche Sudamericane, un rappresentante del Governo si permette di decidere cosa un giornale abbia il diritto o meno di pubblicare. Se è vero che il potere da alla testa, forse qualcuno credeva di avere un potere illimitato, anche censoreo nei confronti di un quoti- diano. Potere che noi, ovviamente, non gli riconosciamo. Giuseppe Priore, nel suo post social, ci attribuiva una volontà di censurare il suo pensiero. Nulla di più lontano dai nostri intenti. Giuseppe Priore ha il diritto di scrivere quello che vuole sul suo profilo facebook, ha il diritto di avere qualsiasi opinione e, se qualcuno gliela volesse vietare saremmo i primi ad in- sorgere in sua difesa. Ora potrà farlo serenamente da privato cittadino.

I CANI DA GUARDIA DEL POTERE

Abbiamo scelto di essere i cani da guardia del potere non i cani da riporto. In questa guisa abbiamo deciso di agire anche nei confronti di Priore, lo abbiamo fatto sapendo di avere il consenso della popolazione e anche quello delle amministrazioni locali. Non abbiamo temuto le sue minacce, velate e non. Non ci lasciamo né censurare né autorizzare da nessuno. Come diceva il grande Indro Montanelli, abbiamo un solo padrone e quel padrone è il nostro lettore. Non ne riconosciamo altri. Possiamo dire con un po’ di orgoglio che anche questa volta la stampa di prossimità, l’attenzione ai fenomeni territoriali, l’ascolto del territorio hanno dato il loro frutto. Se Giuseppe Priore non è più il Presidente del Parco e si può iniziare a respirare un’aria nuova, il merito è anche un po’ nostro. Accanto all’impegno di Aliandro e di Rubino, c’è stato anche il nostro impegno, c’è stato anche il nostro coraggio, c’è stata anche la nostra determinazione.

UN GRAZIE DI CUORE AL GOVERNO MELONI

Un grazie di cuore da parte nostra al Governo Meloni. Sapevamo che il centrodestra al Governo non sarebbe rimasto insensibile al grido di dolore che arrivava da ogni parte dell’Appennino Lucano. Eravamo certi che un Governo attento alle dinamiche territoriali, al rispetto dei ruoli istituzionali, alla democrazia e all’efficienza non avrebbe lasciato a lungo il nostro Appennino senza una guida degna di questo nome. Quello che doveva accadere è accaduto. Finalmente possiamo sperare in meglio. Finalmente qualcosa può cambiare e il centrodestra di Governo dimostra una sensibilità reale nei confronti della Regione Basilicata. Ora sarà il Governo a nominare il commissario del Parco che guiderà questa fase di transizione. Di questo, però, ce ne occuperemo da domani. Ora è il momento di festeggiare. “Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus”

Di Massimo Dellapenna

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