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LA LINGUA BIFORCUTA DELLA LEGA

TACCO&SPILLO

Non sappiamo se nella Lega esistano i probiviri, figure mitologiche della politica con l’onere di vigilare su intemperanze e marachelle d’iscritti ed amministratori, ma è certo invece che Matteo Salvini da Pontida a Roma sta strigliando le bravate d’autovelox che nei posti strategici alcuni sindaci si sono inventati per far cassa sulle tasche dei poveri cittadini. Ora tanto per non farci mancare nulla e smascherare la lingua biforcuta di questo leghismo cazzaro che attorciglia ed arrotola a convenienza le parole, perfino secondo i luoghi in cui le pronuncia, bisognerebbe rammentare al cuore rivoluzionario di Salvini di gettare l’occhio innanzitutto in casa propria dove le multe degli autovelox stanno facendo milionario e sceicco Mario Guarente, peraltro impalmato dalla stampa nazionale come peggior sindaco d’Italia, tanto per riconoscergli il merito di stare in una classifica. Eppure manco a dirlo e col solito vizio della lingua biforcuta c’è ancora gente nella Lega che ha lo stomaco di volerlo ricandidare, nonostante il governatorato lucano per il dopo Bardi sia predicato per Pasquale Pepe. Canta Francesco Calabrese:“Che lingua biforcuta hai. Tu sbagli e non l’ammetti mai”.

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